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Switched at Birth

Sabato e domenica, due episodi dalle 06:00

Serie tv

Titolo originale: Switched at Birth

Produzione: USA

Canale: ABC Family

Stagioni: 4 (2011 – in produzione)

Ideatore: Lizzy Weiss

Cast: Katie Leclerc, Vanessa Marano, Constance Marie, D. W. Moffett, Lea Thompson, Lucas Grabeel

 

La sensibilità verso determinate tematiche e pubblici particolari non sempre è in priorità nelle agende dei producer televisivi, eppure ABC Family ha mostrato un coraggio particolare nel commissionare e mandare in onda la prima serie televisiva girata anche nella lingua dei segni. Switched at Birth ha questo primato e per far ciò a supervisionare l’intera serie, ideata da Lizzy Weiss, c’è un vero esperto della lingua dei segni americana per fare in modo che gli attori che ne fanno uso sul set non compiano errori.

Al centro dell’intreccio di Switched at Birth, come annuncia il titolo stesso, c’è uno scambio di neonati: Bay Kennish è cresciuta in una famiglia benestante; la sordomuta Daphne Vasquez è invece cresciuta senza padre in una famiglia di ceto medio-basso. L’innesco prende avvio quando le due ragazze, ormai adolescenti, scoprono che ognuna appartiene alla famiglia dell’altra e così i rispettivi genitori decidono, dopo essersi incontrati, di imparare a vivere insieme per il bene delle ragazze.

Switched at Birth è stata accolta molto bene dal pubblico e dalla critica, totalizzando al suo debutto nel 2011, 3.3 milioni di spettatori, record mai raggiunto prima da una serie su ABC Family. Il buon successo fece si che la rete commissionasse immediatamente altri 20 episodi ai 10 già programmati, facendo una prima stagione da ben 30 episodi. Il successo costante ha comunque portato Switched at Birth alle attuali quattro stagioni, con numerose nomination in manifestazioni dedicate.
Una particolarità tecnica della serie di Lizzy Weiss è la modifica dell’audio nelle scene in cui i personaggi non udenti comunicano tra loro: l’audio di sottofondo, infatti, è completamente ripulito, privo di rumori, ad eccezione di quelli ambientali, per fare in modo che gli spettatori possano focalizzarsi sui gesti e sulle emozioni facciali degli attori, fornendo una simulazione di cosa possa voler dire essere sordi.     

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