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Un tram che si chiama desiderio

Un tram che si chiama desiderio (A streetcar named desire)
di Elia Kazan (Usa, 1951)
con Vivien Leigh, Marlon Brando, Kim Hunter, Karl Malden


Indimenticabile trasposizione cinematografica della scandalosa pièce di Tennessee Williams, che nel passaggio da teatro a grande schermo non perde né il regista Eliza Kazan, né i protagonisti, ad eccezione di Vivien Leigh che subentrò a Jessica Tandy per il ruolo della protagonista. La fragile Blanche DuBois, alcolizzata e ninfomane, cela dietro a un’apparente raffinatezza le proprie debolezze. Il trasferimento a New Orleans a casa della sorella Stella sarà per lei l’inizio di un lento e doloroso calvario psicologico; il cognato Stanley, un uomo dalla sensualità animalesca e brutale, la sopporta a malapena e, scoperto il suo passato, arriverà a violentarla. Film manifesto di un’epoca d’oro per il grande melodramma americano e, al contempo, opera cardine nell’intera storia del cinema, Un tram che si chiama desiderio è un classico imprescindibile, dotato di una forza emotiva straordinaria, di un comparto artistico irripetibile (dalla fotografia da incubo di Harry Stradling alle musiche di Alex North) e di un quartetto d’interpreti letteralmente da brivido, diretti dalla mano inconfondibile di Kazan. Quattro gli Oscar vinti (agli attori Vivien Leigh, Kim Hunter, Karl Malden e alla scenografia di  Richard Day e George James Hopkins), leggendario Marlon Brando in maglietta.

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