Storia ed evoluzione del Museo

Il primo progetto per la creazione di un Museo della Radio risale al 1939. In quegli anni l’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) aveva la Direzione Generale e il Laboratorio Ricerche a Torino, sede naturale del nascente Museo. Gli eventi bellici interruppero il progetto, che fu ripreso tra il 1965 e il 1968 da una commissione di esperti, tra i quali l’ingegner Banfi, già direttore tecnico dell’EIAR. Gli oggetti e i documenti raccolti, che inizialmente dovevano essere ospitati nello storico palazzo aziendale di via dell’Arsenale 21, trovarono una sistemazione provvisoria presso il Centro di Produzione della Rai di Torino; nel 1980 una parte dei cimeli conservati venne collocata in alcune vetrine dell’atrio d’ingresso.

Nel 1984, in occasione della mostra “La Radio, storia di sessant’anni: 1924-1984”, grazie all’opera di Romeo Scribani, funzionario Rai e primo curatore del Museo, la collezione venne presentata per la prima volta al pubblico.

La vera e propria inaugurazione del Museo risale al 1993: la raccolta fu ordinata, restaurata e ampliata e trovò una sede espositiva permanente nella sala Enrico Marchesi, presso il Centro di Produzione Rai di Torino, in Via Verdi 16.

A inizio 2020, in pieno lockdown, il direttore Alberto Allegranza ha ideato un nuovo Museo basato sull’amore per la vita e sull’ideale più alto che la Rai rappresenta per moltissime persone, interne ed esterne all’azienda.

La nuova vision “Abbracciamo il presente, Valorizziamo il passato, Ci apriamo al futuro” ha ispirato la successiva ristrutturazione degli spazi, celebrata il 26 settembre 2020 con l’inaugurazione del nuovo Museo Radio Tv Rai.

Il Museo sta gradualmente impreziosendo la sua collezione e il suo colorato palinsesto di eventi, dal Museo in Musica dell’estate 2021 - visite esperienziali arricchite da miniconcerti di gruppi da Camera dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai - alle dirette del programma Hollywood Party durante il Torino Film Festival, agli Eventi tematici sempre diversi e con personaggi i più vari, tutti accomunati dall’amore per la vita e per la Rai.

Amiamo chiudere questa sezione dedicata alla storia ed evoluzione del Museo riportando la parte iniziale dell’articolo scritto a novembre 2022 da Donata Pesenti Campagnoni nella sua rubrica settimanale Flashback del quotidiano La Repubblica:
«Nel Museo Rai il visitatore finisce dentro la tv
Non è stata certo dimenticata l’avveniristica indicazione lasciata da Umberto Eco nelle sue Note per un Museo della Radiotelevisione, un progetto commissionato dalla Rai nel 1968: “La Rai potrà concepire un proprio museo solo se rovescerà la nozione di museo e saprà inventarne uno che non sia puntato sul passato (se non in minima parte) ma sul presente e sul futuro. Un museo sperimentale”. La missione che fonda oggi il Museo della Radio e della Televisione e indirizza il ricco programma di attività è infatti racchiusa nel motto “Abbracciamo il Presente. Valorizziamo il Passato. Ci Apriamo al Futuro».