Domande. 'Infiniti'
Cultura
Riprende la nuova serie, 2005-2006, di Uomini e Profeti. In primo luogo annunciamo che abbiamo un nuovo sito (www.radio.rai.it/radio3/uomini_profeti), nel quale gli ascoltatori potranno trovare maggiori informazioni, aggiornamenti, appuntamenti, suggerimenti di lettura relativi alla nostra trasmissione. Nella prima puntata di Domande, lo spazio in cui la trasmissione guarda alle dinamiche, alle figure, ai problemi delle realtà religiose del nostro tempo, tralasciamo, per questa volta, la stretta attualità, e guardiamo ai grandi interrogativi che accomunano la scienza e la teologia: ha un inizio l'universo? i teologi possono chiamare Dio quell'inizio? Ha confini che lo limitano o al di là di quei confini vi è qualcosa ancora? Quanto è conoscibile dagli esseri umani? O è inconoscibile come Dio? Intervengono in trasmissione l'astrofisico John D. Barrow e il teologo sistematico Carlo Molari. Nel corso della puntata ricorderemo anche Simone Wiesenthal con una sua celebre memoria sul perdono, e segnaleremo appuntamenti, letture, incontri.
Segnalazioni:
John D. Barrow, Da zero a infinito.La grande storia del nulla, Mondadori, 2002
John D. Barrow, Il mondo dentro il mondo, Adelphi, Milano, 1988
Lo spettacolo teatrale Infinities su testi di John Barrow, messo in scena per regia di Luca Ronconi al Piccolo Teatro di Mialno nel 2002 (http://www.piccoloteatro.org/infinities/)
Paul Davies, Dio e la nuova fisica, Mondadori
Simon Wiesenthal, Il girasole. I limiti del perdono, Garzanti, 2000 (vedi la nostra piccola biblioteca)
Bruno Chenu, Dio e l'uomo sofferente, Edizioni Qiqajon, 2005
(...) avrei dovuto perdonargli? O potuto perdonargli? E altri avrebbero dovuto o potuto farlo?
Oggi il mondo ci chiede di perdonare anche a quelli che con il loro atteggiamento continuano a provocarci. Ci chiede di cancellare con un tratto di penna, come se nulla di grave fosse accaduto.
E molti di noi che soffrirono in quegli anni di orrore, e ancora legati a volte coi loro pensieri a quell' inferno, restano muti davanti a questa pretesa.
E' un problema che sopravviverà a tutti i processi, e continuerà a porsi anche quando i delitti dei nazisti già da tempo saranno ormai ricordi di un lontano passato.
Per questo lo propongo a uomini che credo abbiano una loro parola da dire. E' come un appello. Perché le vicende che lo hanno generato possono ripetersi.
So che molti mi comprenderanno e approveranno il mio comportamento verso la SS morente. Ma so pure che altrettanti mi condanneranno per non aver aiutato un assassino pentito a chiudere gli occhi in pace.
(da Simon Wiesenthal, Il girasole. I limiti del perdono)