Letture. Mani. 'L'apostolo della luce' con Gherardo Gnoli. 3a puntata. 'La chiesa della speranza: Eletti e Uditori'
Cultura
Nel tentativo di liberare gli esseri umani dal peso della materia e dalle tenebre che offuscano la luce, Mani dà origine anche a una chiesa, chiamata anche la "chiesa della giustizia", in cui una sofisticata struttura vede gli Eletti (i religiosi) impegnati in una missione salvifica che prevede rigidissime regole di condotta, e gli Uditori (che sono i catecumeni, laici) che li accompagnano nella loro opera. Ne segue, com'è ovvio, una liturgia, un corpus di preghiere, di riti e di inni, di straordinaria ricchezza. Ma anche regole di condotta governate da cinque comandamenti fondamentali per gli eletti e da dieci per gli uditori, in una sorta di "doppia morale".
Con Gherardo Gnoli esploriamo la struttura della vita e della liturgia manichea.
Segnalazioni:
H. C. Puech, "Sul manicheismo e altri saggi" Ed. Einaudi, 1995
Aldo Magris"Il manicheismo. Antologia dei testi" a cura di, Morcelliana
Ordunque, [e' un dato di fatto che] io tormento e maltratto continuamente i cinque Elementi e la Luce imprigionata che sta nella terra riarsa e nella terra umida: il corpo pesante, l'affliggente mia identità, della quale sono permanentemente rivestito, sale, scende, si muove veloce, lento, ora a piedi ora a cavallo, colpisce, fende la terra riarsa, battuta e spaccata, schiacciata e calpestata; scava, demolisce, costruisce, disfa, si immerge nelle acque , cammina nella melma, nella neve, nella pioggia o nella rugiada del sentiero; taglia, fa a pezzi, uccide, dilania le cinque specie di Esseri della flora e le cinque specie di Esseri della carne, umide o secche. Nel caso che sia stato io ad operare [in modo peccaminoso], ovvero che io abbia spinto altri a cio', nel caso che delle persone siano state percosse o incatenate, abbiano subito ingiurie e sofferenze per causa mia; nel caso che io abbia esercitato violenza su quadrupedi, nel montare e dismontare, con sferza, con sprone; nel caso che nei riguardi di animali selvatici, volatili, acquatici o di insetti striscianti per terra, io abbia malignamente pensato di togliere la vita; [...] nel caso che io abbia tratto piacere da uno scontro di eserciti, abbia goduto della morte e dell'eliminazione di peccatori e, per empietà, [abbia goduto] del danno altrui; nel caso che io [pur] avversando l'arte dello scrivere, e [non sopportando] la precisa attenzione [che quest'arte richiede] abbia preso in mano un calamo, una tavoletta [scrittoria], un pezzo di seta o carta, combinando [di conseguenza] danni e guasti in quantità, nel caso io da una caraffa d'acqua abbia versato seppure un goccio, si da mandarla persa inutilmente; per tutto questo: perdono!
(tratto da "Il manicheismo. Antologia dei testi" a cura di Aldo Magris, Morcelliana)