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3 FEBBRAIO
san biagio

Febbraio III
Biagio di Sebaste, ( III secolo- Sebaste, 316) è stato un vescovo cattolico nato in Armenia. E’ venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. E’ considerato il protettore di pastori e agricoltori.
San Biagio morì martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell'Impero Romano (313). Una motivazione plausibile sul suo martirio può essere trovata nel dissidio tra Costantino I e Licinio, i due imperatori-cognati, che portò a persecuzioni locali, con distruzione di chiese, condanne ai lavori forzati per i cristiani e condanne a morte per i vescovi.
Le poche storie sulla biografia dell'armeno sono state tramandate prima oralmente e poi raccolte in agiografie, come in quella famosa di Camillo Tutini, Narratione della vita e miracoli di S. Biagio Vescovo e Martire (Napoli, 1637).
Su Santi e Beati si riporta che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente).
Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo.
Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Per questo lo si invoca contro i “mali alla gola”. È tradizione introdurre, nel mezzo della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle “gole” dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele (anticamente si usava olio benedetto).
Nella città di Salemi si narra che nel 1542 il Santo salvò la popolazione da una grave carestia scacciando sciami di cavallette che distruggevano i raccolti nelle campagne; da quel giorno a Salemi, ogni anno il 3 di febbraio, si festeggia il Santo preparando i cosiddetti “cavadduzzi”, letteralmente “cavallette”, per ricordare il miracolo, e i “caddureddi” (la cui forma rappresenta la “gola”), che sono dei piccoli pani preparati con acqua e farina, benedetti dal parroco e distribuiti ai fedeli.
Le Reliquie
Il corpo di san Biagio fu sepolto nella cattedrale di Sebaste. Nel 732 una parte dei suoi resti mortali, deposti in un'urna di marmo, furono imbarcati, per esser portati a Roma. Una tempesta fermò la navigazione sulla costa di Maratea, dove i fedeli accolsero l'urna contenente le reliquie (il "sacro torace" e altre parti del corpo) e la conservarono nella Basilica di Maratea sul monte San Biagio. La cappella con le reliquie fu succesivamente posta sotto la tutela della Regia Curia dal re Filippo IV d'Asburgo, con lettera reale datata 23 dicembre 1629: da allora è nota popolarmente col nome di Regia Cappella.
Un gran numero di località vantano di possedere un frammento del corpo del santo.
Nel Martirologio si celebrano anche:
S. Celerino; S. Eutichio; SS. Papia, Diodoro e Claudiano; SS. Filea e Filoromo; S. Giovanni de Britto.