Milo Infante conduce da mercoledì 4 novembre, in seconda serata, su Rai 2, “Generazioni”. La trasmissione è il naturale proseguo di “Senza Peccato”, il programma di Rai 2 che la scorsa stagione  ha portato alla scoperta del mondo degli adolescenti, delle loro speranze, dei loro sogni ma anche dei loro incubi. Un mondo raccontato in prima persona dagli stessi protagonisti senza condizionamenti, senza censure ma soprattutto senza essere giudicati, errore che spesso gli adulti commettono.

“Generazioni”, evitando ogni forma di racconto retorico e di luogo comune, cercherà dunque di raccontare ai genitori il “mondo segreto” dei loro figli e a questi ultimi le esperienze presenti e passate dei “giovani di ieri”, così diversi eppure a volte così simili ai loro coetanei di oggi.

Il programma prosegue, quindi, un percorso di inchiesta prefiggendosi lo scopo di raccontare come sta cambiando l’Italia attraverso le storie dei giovani ma anche degli adulti. Storie che spesso si intrecciano senza comprendersi. E farà conoscere, in un mondo che è sempre più “villaggio globale”, le storie di ragazzi di Paesi diversi, analizzando comportamenti e mode (in molti casi distruttive) che velocemente giungono in Italia.

Come location per i raccordi delle puntate si è creata una naturale collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, partner perfetto per chi vuole raccontare i cambiamenti  del nostro paese tra passato, presente e futuro.

Lo spunto, così come è stato per “Senza Peccato”, saranno i fatti di cronaca, raccontati dai protagonisti e spiegati ai telespettatori nel più puro spirito di televisione di servizio, al fine di fornire in maniera esaustiva tutte le informazioni necessarie per affrontare (in entrambe le direzioni) il rapporto genitori-figli.  Perché c’è solo un mestiere più difficile dell’essere genitore. Ed è quello dell’adolescente.

“Generazioni” è un programma di Milo Infante, scritto con Marianna Aprile, Daniela Baiguini, Giorgia Buran, e con la collaborazione di Daniela Suppancig. La regia è di Emanuela Pesando.