Wayne Marshall: Stravinskij Suite n. 1

    » Segnala ad un amico

    Auditorium Arturo Toscanini di Torino
    Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

     

    Wayne Marshall direttore

     

    Igor Stravinskij
    (1882-1971)
    Suite n. 1 per piccola orchestra (1915-1925)
    Andante - Napolitana - Española - Balalaïka
    Suite n. 2 per piccola orchestra
    Marche - Valse - Polka - Galop e Trio

     

    Miniature per orchestra
    Tratto dal programma di sala dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

    Nacquero sul pianoforte le idee delle due Suites in programma. Era il 1915, Stravinskij era in visita a Roma; tra i suoi compagni di viaggio c’era anche Djaghilev, l’impresario dei Ballets Russes, che aveva messo in scena a Parigi L’oiseau de feu, Petruška e il Sacre du printemps. Tra i due i rapporti andavano molto al di là della semplice stima professionale; Stravinskij e Djaghilev erano amici per la pelle; quel legame sarebbe durato per tutta la vita; e in un certo senso dura ancora a oggi, visto che Stravinskij, poco prima di morire, chiese di essere sepolto a Venezia, nell’isola di San Michele, proprio accanto a Djaghilev.

    Fu durante quel soggiorno romano che Stravinskij dichiarò all’amico di aver composto tre ‘duetti per pianoforte’, alludendo a pagine a quattro mani dalla scrittura molto semplice. Il terzo di quei brani era dedicato proprio a Djaghilev; ma l’ispirazione sapeva quasi di buffa presa in giro, perchè Stravinskij disse di aver immaginato l’amico impegnato a domare le indisciplinate fiere di un circo sull’orlo del fallimento. L’immagine era senza dubbio una parodia burlesca di quella perfetta macchina per tritare soldi e successo che era diventata l’impresa dei Ballets Russes; ma l’ambientazione circense non va liquidata troppo rapidamente, perchè allude a quell’esigenza di espressività alternativa, che già nel 1911 aveva dato vita a Petruška.

    Djaghilev rovesciato in parodia è dunque il dedicatario della Polka che chiude la prima serie pianistica. Ma le due precedenti miniature rimandano a volti altrettanto illustri: la Valse, con la sua struttura ternaria scarnificata, è dedicata al poeta della semplicità in musica Erik Satie; mentre la Marche iniziale è un omaggio ai meccanismi ad orologeria di Alfredo Casella.

    L’anno dopo, a Morges, nasceva una seconda raccolta di duetti per pianoforte. A otto anni da Ma mère l’oye di Ravel, anche Stravinskij aveva l’occasione di inoltrarsi nel terreno della letteratura infantile: i suoi due nipoti, Theodore e Mika, avevano fatto progressi alla tastiera, e non desideravano altro che un po’ di pezzi firmati dallo zio. Nacquero così altre cinque miniature, dalla scrittura semplificata, articolate in un’Andante cantabile dalla fattura curiosamente seriosa, un’Española scritta con la mente piena di suoni e colori incontrati nel 1916 in terra iberica, una Napolitana ispirata al calore delle melodie partenopee, una Balalaïka scovata nella memoria di chi ha radici piantate nella cultura russa, e un Galop che chiude la raccolta con la stessa frizzante euforia di chi stappa una bottiglia di champagne.

    Stravinskij tornò a più riprese su quel materiale, tra il 1917 e il 1925, completando due Suites per piccola orchestra in cui gli otto brani pianistici sono rimescolati secondo un nuovo ordine: Andante, Napolitana, Española, Balalaïka per la prima; Marche, Valse, Polka e Galop per la seconda. Naturalmente il suono dell’orchestra e tagliente e allucinato come ne L’histoire du soldat. Ma non mancano piccole esplosioni dinamiche, secche e impertinenti, come un fastidioso capriccio infantile.

    Rai.it

    Siti Rai online: 847