• VALENTINO PARLATO

    Ospite a 'i luoghi della vita' Valentino Parlato giornalista ' icastico ' nato a Tripoli nel 1931. Descrive Tripoli, per l'appunto, bella, coloniale, divisa tra la Dara, il ghetto ebraico e la citta'-giardino. Li' si e' formato e rimane fino al 1951. Rievoca i boimbardamenti e il rifugio da 60km.da Tripoli in campagna e un invito a cena della famiglia agli ufficiali tedeschi. Racconta il bel periodo della scuola elementare fino alla quinta, poi interrotta nel 1940. In quel periodo si occupa con il nonno di agricoltura. Riaperta la scuola italiana all'estero frequenta prima il liceo scientifico, poi, si prepara per il classico studiando il greco per poi laurearsi in Italia in Giurisprudenza. Valentino Parlato intervista Gheddafi per 'Il Manifesto' e racconta il Colonnello uomo di cultura che conosce Rousseau e l'illuminismo e il Corano come e' ovvio. Gheddafi salvo' la FIAT con l'ingresso di capitale libico; i soldi furono poi restituiti. Pci clandestino negli anni ' 50 con Renato Mieli tutore (il padre di Paolo) nel 'Corriere del lunedi' ', si faceva propaganda di sinistra. Luciana Castellina ospite,testimonia la prima stagione romana di Parlato: 'non partecipava alla vita universitaria ' - dice - Valentino si introdusse bene, si occupava di cultura ed economia, ricordano insieme le battaglie per la pace. Parlato correttore di bozze all' 'l'Unita' ', negli anni sessanta, Amendoliano di sinistra. Rievoca Botteghe Oscure, il corridoio, gli armadi a vetro con ritratti e sculture. Nel ricordare Banfi e Alicata le memorie si dissociano, tanta simpatia per l'uno, quanto vivace dialettica con l'altro. I compagni Reichlin e Amendola spediti a Bari nella bellissima villa, il rapporto tra bracciantato e intellighentia: era il 1964. Dopo Bari rientra a Roma, lavora a Rinascita e dopo la morte di Togliatti si arriva all'11 Congresso ove si apre lo scontro con Ingrao, la cui posizione era da difendere. 28 aprile 1971 nasce 'Il Manifesto' con molti consensi, radici e contatti. Veri leaders sono: Luigi Pintor, Lucio Magri, Aldo Natoli e Rossana Rossanda, io - dice - vengo dopo. Luigi Pintor aveva un modello giornalistico: 'un giornale non deve avere uno schema fisso' allora era un volantino, il giornale - prosegue - segue i tempi e le stagioni, andava bene quando c'era uno scontro - oggi - conclude Parlato siamo un po' piu' simili ad altri giornali. La grande perdita di Luigi Pintor: molti compravano il giornale per i suoi editoriali. Ricorda Michelangelo Notariale, uomo di grande cultura, grande intelligenza. Guido Rossi altro ospite a 'i luoghi della vita', amico e coetaneo di Valentino Parlato e conosciuto per una intervista a 'Il Manifesto', elogia l'intelligenza lucida, politica ed economica di Parlato con la cultura e raffinatezza di Luigi Pintor: mai fanatici, ma pronti a ricredersi negli sbagli. Rossi parla dell'attaccamento di Valentino alla ideologia di un comunismo puro; riesce a comprendere e spiegare. Il suo grande amore e' 'Il Manifesto'. Valentino Parlato e' molto amato da tutti ed ha sedotto tutti, anche la Storia. Parlato e le letture di una vita: Il manuale di Epitetto, l'Idiota di Dostoievskij e Il nipote di Rameau. Nel gioco politico, la cultura.

    • Pubblicato il04/06/2006
  • STEFANO RODOTA'

    Stefano Rodota' cosentino classe 1933, politico di razza con ruolo di giurista civile. Rievoca l'infanzia nella piccola citta' di provincia (Cosenza) ove rimase fino alla fine del Liceo, ne conserva un ricordo civile: la casa piena di libri, con predilezione per i gialli, la biblioteca, il teatro, colta e borghese. Nei primi anni cinquanta si stabilisce a Roma e frequenta La Sapienza ove si laurea in Giurisprudenza, ricorda i suoi maestri: Emilio Betti con il quale si Laurea e Rosario Nicolo'. Rodota' appassionato di cinema, frequenta circoli, salotti e descrive la capitale con poche macchine e molte passeggiate a piedi. Tornava a Cosenza solo per Natale e le vacanze estive. Carla, sua moglie, personaggio di spessore volutamente sempre in ombra, gli e' accanto per tutta la durata dei suoi impegnativi incarichi. Lui stesso riconosce il grande valore umano e culturale dei suoi interventi. Il Professore rievoca Arturo Carlo Jemolo - calvo e dal naso ad uccello - suo maestro di Diritto Ecclesiastico, antifascista che lo inizia al mondo del Diritto. Il collega Luigi Ferrajoli intervenuto, amico da quaranta anni di Rodota' lo definisce il protagonista del rinnovamento della cultura giuridica, Rodota' - dice - ha riscoperto la Costituzione ed oltrepassato i confini tradizionali, aperto nuove frontiere alla politica e al Diritto. Stefano Rodota' pubblicista a 'Il Mondo' diretto da Mario Pannunzio che definisce geniale ed autoritario, con le sue chiusure e durezze, ma innamorato della comprensione dell'universo. Racconta avventure con i compagni di strada, incontra il giovane Scalfari, Bartoli e Maccari che lasciava i disegni dentro i cassettoni: trattavasi di un gruppo molto severo e rigoroso. Mario Paissan a lungo deputato per la sinistra, fu per molti anni collega di Rodota' nel periodo in cui fu Garante per l'Autority e ne elogia il ruolo avuto nella tematica della privacy 'protezione e dignita' della persona'. Ci svela un capriccio del Professore: collezionista di menu' di Ristoranti di tutti gli angoli del mondo. 'La vita e le regole' - Feltrinelli - e' l'ultimo libro di Rodota' sul Diritto al servizio del mestiere di vivere. L'intervista si conclude con Parigi citta' del cuore.

    • Pubblicato il21/05/2006
  • SERGIO GIVONE

    Sergio Givone uno dei giovani Filosofi italiani, ordinario di Estetica presso l'Universita' di Firenze e' l'ospite de 'i luoghi della vita'. Givone ci 'racconta' il concetto di Estetica come teoria della sensibilita', una forma di conoscenza non dimostrativa, ma misteriosa e sfuggente. Rievoca Vercelli luogo di nascita; il mondo delle sue origini trasposto in favola; il mondo delle risaie, con le mondine ormai inesistenti: l'industria ha toccato anche le campagne. Angelo Gilardino compositore e amico d'infanzia di Givone, conosciuto al Liceo dopo aver letto le sue poesie sul giornale di classe, ricorda il 'ragazzo Sergio': 'guardava oltre la persona che gli stava di fronte' dice con affettuosa precisione. Torino prima del ' 68. Givone si iscrive alla facolta' di Filosofia e si laurea con Luigi Pareyson, frequenta Vattimo, Eco, Chiodi e Bobbio. La casa di Fiesole sulle colline di Firenze, primi anni ottanta - insegnava a Perugia - crocevia di incontri culturali. Heidelberg in Germania ('82-'84), e' stata una tappa chiave di Givone studioso; scopre cosa e' una biblioteca a scaffali aperti fino alle dieci di sera. La famiglia si allarga. Il Professore scrittore di Romanzi nati sul treno. Ama viaggiare in treno li si legge, si scrive e si pensa. Sergio Stajno altro ospite,altro amante del treno ricorda l'incontro a Firenze ad una festa di Capodanno alla stazione ove, fra un coro di proteste si stagliava la calma serafica del filosofo Givone. Da ultimo Firenze la citta' ove attualmente vive e insegna; la racconta come oscura e sotterranea, dalle forme geometriche chiare con il suo razionalismo rinascimentale: la vittoria della ragione su un fondo buio.

    • Pubblicato il08/10/2006
  • SANDRO VERONESI

    Lo scrittore fiorentino Sandro Veronesi classe '59 e' l'ospite de 'i luoghi della vita', di formazione architetto. Racconta del mar Tirreno luogo primario dell'infanzia, mare inconfondibile per colori e aspetti, l'incontro significativo a Piombino con Herri De Luca. Il primo ricordo la spiaggia di Marina di Pietrasanta - inizio anni sessanta - ricordo rassicurante e inquietante (trombe d'aria a fine estate). Roccamare, la spiaggia legata a Italo Calvino: un incipit per 'Caos calmo' il suo ultimo libro. Sandro Veronesi a S,Francisco per due anni: veniva dalle inchiesta in Sudan sulla pena di morte per il libro 'Occhio per occhio'. Rievoca l'eccitazione e la gioia di vivere a bordo di una decapottabile per raggiungere il Divisadero. Ama Roma tutta poiche' - dice - 'e' un insieme di paesi'; va per chiese, conosce Domenico Procacci il quale testimonia l'incontro con Veronesi nel quartiere Monti e afferma che lo scrittore ha capacita' di descrivere la realta' per poi trasformarla in magia. Ancora Toscana. Il luogo natio e periferico Prato, la scuola elementare, l'impronta di un suicida della morte di un uomo (evento che lo ha profondamente turbato). Marina di Pietrasanta, le lunghe vacanze e l'attesa di mangiare la pizza piu' buona del mondo con la famiglia. Viareggio, luogo esotico, il padre lo portava a vedere le barche. Paolo Repetti, altro ospite, ricorda il primo romanzo di Veronesi nell' ' 87 per Einaudi - inaugurazione stagione di scoperte letterarie -. Sandro Veronesi e famiglia per un viaggio di otto giorni in macchina nei paesi del MEC voluto dal padre: si mangiava in macchina, si dormiva nelle locande lungo la strada: Magonza un ricordo dolce e rassicurante. Conclude con Prato, citta' ove e' tornato a vivere, ove, affacciato alla finestra di casa incornicia un dettaglio della Chiesa di S.M.delle Carceri: ipnotica per la sua bellezza.

    • Pubblicato il26/11/2006
  • ROSSELLA FALK

    Rossella Falk, signora-regina, del teatro italiano ospite a 'i luoghi della vita' ricorda l'ingresso in Accademia a Roma spinta da un incontro casuale con Giorgio De Lullo solo perche' 'bella ragazza'. Rievoca gli anni felici (venti) nella 'Compagnia dei giovani' con lo stesso De Lullo, con Morelli-Stoppa e Romolo Valli. L'esordio a Londra al Golden Theatre con 'Il gioco delle parti' di Luigi Pirandello nel ' 48 - un successo -. Enrico Groppali autore de 'L'ultima diva' ospite intervenuto afferma che la Falk ha un ruolo insostituibile nel Teatro come la Callas nell'Opera, 'non si e' mai lasciata guidare che da se stessa', colta, raffinata e con una bellezza non classica, bellezza scandinava. Questi gli ingredienti per essere musa di un'epoca teatrale. La Falk e gli amici: l'incontro con J.Cocteau, affascinante, C.Chanel, H.Bogard. Romolo Valli uomo spiritoso, intelligente,grande comunicatore, con lui mai un litigio, un rancore, 'si lavorava tutti per la commedia'; ancora G.De Lullo allievo di Luchino Visconti, registra straordinario. Pier Luigi Pizzi grande scenografo 'si e' divertito a vestirmi e a spogliarmi'; Federico Fellini negli anni sessanta 'Otto e mezzo'. L'attrice rievoca Mastroianni e la moglie Flora: Marcello ha passato la vita a non sapere cosa accadeva fuori di lui, grande dormiglione e complice di Federico. La Falk e l'incontro con l'arrogante e difficile Luchino Visconti, uomo bellissimo rimasto vittima del suo fascino, diverso dal rigoroso O.Costa: Visconti dava liberta' di scegliere un modo interpretativo agli attori'. La diva e l'autore preferito Tennesse Williams: 'se avessi un Teatro reciterei solo Tennesse Williams'. Umberto Orsini altro ospite, amico di lunga data ci dice che la Falk e' un 'attrice sopra le altre e rievocano insieme 'D'amore si muore', 'Metti una sera a cena' straordinarie pieces teatrali per la regia di Giuseppe Patroni Griffi. Da ultimo 'Vissi d'arte' spettacolo in omaggio a Maria Callas che la Falk ha scritto e recitera' in lingua inglese negli Stati Uniti.

    • Pubblicato il01/10/2006
  • RENZO TOMATIS

    Renzo Tomatis oncologo e scienziato di statura mondiale ospite a 'i luoghi della vita'. Ha lavorato a Chigago e Lione ed ha diretto per oltre dieci anni l'Agenzia per la ricerca sul cancro dell'O.M.S. L'illustre ospite afferma che il destino della nostra salute, della nostra vita e' nelle mani di chi conta i soldi.

    • Pubblicato il22/01/2006
  • PIERO BOITANI

    Piero Boitani (anglista comparatista) docente di letteratura alla Sapienza di Roma, ospite a 'i luoghi della vita' spiega che la comparatistica esamina tutte le letterature, senza differenze; si e' occupato per tutta la vita delle riscritture migliorando secondo alcuni, non-migliorando secondo altri. Si e' formato alla Sapienza di Roma nel ' 68 con Agostino Lombardo, Giorgio Melchiori i quali cercavano - in quegli anni - di mantenere alta la didattica 'erano dei veri maratoneti dello studio'. Rievoca Mario Praz con un ricordo curioso: appuntava tutto, si occupava di tutto dalla moda ai mobili. Ancora e ancora gli anni di Cambridge, i migliori studiosi di letteratura inglese erano li', un luogo di infinite biblioteche per studenti di ricerche. Patrick Boyde, italianista a Cambridge parla del Prof. Boitani grande dantista e omerista, trasformato da giovane a Cambridge in medievalista: Boitani - dice - recita l'Odissea a Cambridge e Ravenna, ama talmente la letteratura che, attraverso la stessa coinvolge gli altri'. Durante questa puntata emergono incontri importanti con: Segre, Contini,N.Fusini e Sraffa conosciuto ormai vecchio e del quale conserva il malinconico ricordo dei suoi ultimi anni. Boitani sottolinea invece la grande vitalita' di Sraffa negli anni proficui: si teneva al corrente di tutto cio' che accadeva in Italia, non insegnava, ma aveva una biblioteca fantastica di classici. Ci narra del 'Villino Boitani' a Roma zona Nomentana ove e' nato e cresciuto, il ricordo del nonno paterno che leggeva Dante-l'Inferno quando Boitani aveva cinque anni e li' inizia la passione seguita poi dalle letture di Omero degli zii. Praga in viaggio con gli amici, vi arriva alla fine della 'Primavera di Praga' - agosto 1968 - , vede i carri armati russi, clima emozionante, straordinario 'non ci riusciva di uscire da Praga' poi, ci riuscimmo. Anni 1969-'70 viaggio in nave per gli Stati Uniti: Springfield, Ohio, in nave per nove giorni: 'attraversare l'oceano fa effetto, non si vede nulla per giorni, solo tempeste, uragani poi, la vista di N.Y. Che appare magica come una Cattedrale gotica. Piero Boitani e il mito di Ulisse: ascoltare i poeti e' affascinante, la gente ama ascoltare poiche' legge meno, ma, piu' volentieri ascolta. Conclude con il ricordo dell'ultimo viaggio in Canada: la baia di Hudson, paesaggi straordinari, luci e colori incredibili, porta dell'Artico.

    • Pubblicato il03/12/2006
  • PIER LUIGI PIZZI

    Regista, scenografo, costumista : genio della raffinatezza italiana e' l'ospite de 'i luoghi della vita'. Debutta nel 1951 a soli venti anni come scenogafo a Roma ne 'Gli innamorati' di Carlo Goldoni: Bergman, Rossellini e Fellini tra il pubblico. Pizzi racconta degli studi di Architettura interrotti a Milano dopo la guerra, l'architettura - dice - mi ha dato 'piu'' che le basi per la scenografia. Trasferitosi a Venezia realizza costumi per una principessa romana, la qualcosa gli vale l'invito a Palazzo Labia per un'importante festa. Pizzi vestito da Arlecchino si riempie gli occhi di fronte agli affreschi del Tiepolo, realizza 'il sogno'. Diffusamente ci parla de 'la compagnia dei giovani' a Ve-La Fenice (anni ' 60), 'ad ogni apertura di sipario mi emozionavo'. Palazzo Cerasi Roma ove vive per diversi anni, incontra Giorgio De Lullo ed ha inizio un sodalizio durato venticinque anni. C'e' ancora Goldoni, si respirava un modo particolare di fare teatro, con impegno ed entusiasmo. De Lullo - prosegue Pizzi - tutte le opere che fece le fece con me, alla Scala c'era un'attivita' frenetica, si lavorava moltissimo. Umberto Allemandi l'ultimo editore del volume di Pier Luigi Pizzi 'Inventore di teatro', ne traccia un ritratto di uomo travolgente di intelligenza continua 'e' come Picasso nella pittura, si rinnova in continuazione, se non lo trattieni fa tutto lui'. Ancora Pizzi collezionista, allestisce mostre, la prima verso la fine degli anni ottanta e' a Parigi sulla pittura del seicento. Ha allestito sei Traviate di cui due come regista a Parigi e Madrid, tutte basate sulla presenza scenica delle grandi donne: spettacoli memorabili. Pier Luigi Pizzi raccoglie, tutto dai viaggi alle visite ai musei o semplicemente in strada 'per accumulare immagini'. Rievoca i lunghi viaggi in Oriente come ricerca di una cifra stilistica che poi utilizza nei suoi spettacoli: Kyoto: purezza, rigore e fantasia, Nepal, India, Birmania, ma rimane stregato dalla Cambogia - la simbiosi tra architettura e natura - 'le emozioni si vivono non si raccontano'. Pier Luigi Pizzi e l'esperienza con Luca Ronconi nel ' 75 per 'Orlando Furioso' nella villa di Caprarola. In un luogo chiuso si riesce a rievocare lo spazio aperto: cavalli, foreste, completamente in sintonia. Altro ospite il sovrintendente al teatro La Fenice di Venezia Giampaolo Vianello conosciuto in casa di amici comuni, racconta il loro rapporto idilliaco e lunghissimo. Venezia vorrebbe il carnevale ad un alto livello , ma Pizzi - aggiunge - che il carnevale e' un rischio: non si sa chi c'e' dietro la maschera e lancia un grido di dolore sui soldi che sono sempre troppo pochi. La passione di Pizzi per l'archeologia se non avesse fatto teatro. Luxor, Atene, Palmira: 'non si finisce mai di sorprendersi'.

    • Pubblicato il17/12/2006
  • PAOLO ZELLINI

    Ospite di Roberto Andreotti e Federico De Melis e' Paolo Zellini, matematico e filosofo nato a Trieste nel 1946, professore di Analisi Numerica all'Universita' di Roma 2 e docente al CNR di Roma. Nel corso della puntata odierna, Zellini spiega lo stretto rapporto, il nesso esistente tra filosofia e matematica che affonda le sue radici nella civilta' greca dapprima con Platone passando attraverso il cristianesimo fino ad arrivare a Leibniz. Molti infatti, sono i grandi filosofi che nel corso della storia si sono misurati con la matematica. Il professore Zellini ricorda anche come e' nata questa sua speciale vocazione, rievocando gli inizi della carriera, dal passaggio dall'Universita' di Trieste a quella di Roma con la parentesi di un'esperienza "informatica" nell'ateneo di Pisa, fino all'approdo negli Stati Uniti dove per lui si apre il lungo capitolo americano di uno straoridnario percorso di docente e ricercatore. L'ultimo ricordo e' dedicato all'incontro con lo studioso torinese di archetipi e simboli, Elemire Zolla.

    • Pubblicato il05/03/2006
  • PADRE TITO AMODEI

    Un atelier in un Convento alla Scala Santa a Roma dove lavora un artista ormai ottantenne: Padre Tito, padre passionista, pittore e scultore nato a Colli Avolturno in provincia di Isernia il quale, comincio' il suo noviziato di padre passionista a Monte Argentario nel 1944.

    • Pubblicato il01/01/2006
  • NUNZIO DI STEFANO

    Nunzio e' uno dei piu' interessanti artisti della generazione di scultori che si forma all'Accademia delle Belle Arti di Roma ed ha come maestro - punto di riferimento - Toti Scialoja. Ospite a 'i luoghi della vita' rievoca la prima mostra collettiva Atelier curata da Achille Bonito Oliva nell'ex pastificio Cecere, quartiere S.Lorenzo di Roma in cui sono i visitatori che vanno a trovare gli artisti - esperienza memorabile -. Oggi S,Lorenzo e' un quartiere popolare abitato da operai e da giovani studenti; c'e' l'artigiano e l'intellettuale, identificato col pensiero di sinistra. Nunzio e' nato per volere del padre a Cagnano Amiterno (L'Aquila) un piccolo agglomerato di case rurali con un cementificio che si mangiava le montagne. Oggi non rappresenta piu' il luogo della sua infanzia per evidenti e inevitabili mutamenti storici. L'arte e la ricerca di Nunzio si concentrano sulla materia: predilige dapprima il gesso, poi il legno e il piombio e come un alchimista cattura gli elementi della natura e li trasforma, come testimonia Lea Vergine critica dell'arte intervenuta in diretta. L'artista conclude evocando un luogo a lui molto caro: Torino ove si sente bene e ove elegge il suo studio a luogo mentale e fisico.

    • Pubblicato il12/02/2006
  • NANNI MORETTI

    Raro e inatteso ospite uno dei piu' prestigiosi e originali uomini di cinema in Italia, Nanni Moretti si racconta dalla nascita a Brunico nel ' 53 fino al suo ultimo grande successo. E' casuale la sua nascita in Trentino (i genitori insegnanti), frequenta la scuola elementare G.Leopardi zone Montemario di Roma, il Liceo Visconti e poi via via il Tasso e Lucrezio Caro. La mattina andavo a scuola, il pomeriggio al cinema - dice - ma volevo fare il regista e la passione arriva verso i quindici anni. Inizia a girare i primi corti in super8 e giunge il successo nel ' 78 con Ecce Bombo (oggi in restauro) che cambio' il modo di incontrarsi e di parlare di una intera generazione. Moretti, convinto di aver fatto un film drammatico e circoscritto alla piccola-media borghesia romana di sinistra, dovette infine accettare la dimensione della comicita' amara del suo lavoro, Silvio Orlando, uno dei suoi attori di riferimento ricorda il suo primo film 'Palombella rossa': 'ero l'allenatore di pallanuoto' - dice - e Nanni mi diceva 'mettiti scomodo'. Il regista rievoca gli anni settanta in cui afferma che la vera novita' e' stato il femminismo che ha scardinato il vecchio modo di fare politica. Moretti che testimonia il paese che cambia, in giro per le sezioni del PCI per capire il cambiamento. Jasmine Trinca attrice ne 'La stanza del figlio' sottolinea la curiosita' degli abitanti che si interrogavano sulla scelta della loro citta' (Ancona) di fatto solo casuale; 'volevo - dice ancora Moretti - che il dolore che raccontavo non annegasse in una metropoli'. La Trinca parla dell'incontro con il regista come un punto di riferimento della sua giovane esistenza: 'Nanni e' persona stimabile nel lavoro con una integrita' morale oltreche' divertente'. Nanni Moretti e l'ultimo film 'Il Caimano' oggi presente in DVD: 'ho girato ancora prima di iniziare le riprese, durante la sceneggiatura, i provini e i sopralluoghi', Conclude con l'esperienza di giurato a Cannes nel ' 97: giuria bellissima con Tim Burton tra i giurati.

    • Pubblicato il22/10/2006
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