Forse all'inizio potrà stupire, ma il Calvino che davanti alla telecamera riflette, esita e pondera lungamente le risposte da dare ai suoi intervistatori è lo stesso scrittore celebrato per il suo stile agile ed essenziale. L'uomo serio e ironico che si affaccia dal teleschermo e senza fretta scava nella sua infanzia o nella sua esperienza di scrittore per distillare opinioni non banali e liberare guizzi improvvisi di fantasia è proprio il poeta che perseguiva la precisione del linguaggio e rifuggiva dall'astrattezza e dalla sciatteria intellettuale. Questi cinque filmati tratti dall'archivio di Rai Teche portano dunque nella rete il pensatore rigoroso che conosciamo, sempre animato da una visione etica del mondo, dalla consapevolezza che l'inferno è quello "che formiamo stando insieme" e dalla volontà conseguente di "cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio" (Le città invisibili).
Il buono, il tutto, il cattivo
Se un giorno d'estate un narratore
Tutto può sparire in una nuvola di fumo