Dulcis in fundo




[Racconto di Paola Manoni]


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durata 20 minuti



Era una mattina di aprile, il cielo era terso e l'aria tiepida trasportava il lieve profumo delle fioriture primaverili.
Melissa senza l'allarme della sveglia era già in piedi, piena di energie, e con un ampio gesto del braccio spalancò la finestra della sua stanza.
Poi con una movenza allegra si infilò le pantofole e mise lo stesso brano musicale con cui si era addormentata, la sua canzone preferita che canticchiava mentre sceglieva l'abbinamento dei colori con cui vestirsi.
"Quante volte ti devo ripetere che a quest'ora la musica è vietata!", era la voce della mamma al di là del muro...
Melissa sbuffò e abbassò il volume, senza minimamente prendere in considerazione l'ipotesi di silenziare la sua canzone del cuore.
E continuando a canticchiare si chiuse in bagno per fare una doccia.
Quando chiuse il getto dell'acqua sentì che la mamma parlava al telefono.
"... Sì va bene, posso tenerla a casa, d'accordo... sì capisco, è opzionale... va bene professoressa Malpighi... buona giornata."
"Ah Ma'!", urlò Melissa mentre si infilava l'accappatoio, "che storia c'è?"
"Ha telefonato la vice-preside per avvisare che oggi si svolge la deratizzazione dei locali della scuola."
"Cheeee? Non ho capito!", urlò Melissa uscendo dal bagno, frizionandosi i capelli con un asciugamano.
"Disinfestazione dei topi!", disse la mamma senza mezzi termini mentre apparecchiava per la colazione.
"Oddio ma che dici!", disse Melissa, "Ma come sarebbe a dire e chi glielo ha chiesto di eliminarli??"
"Scusa Melissa, ma non ti capisco", disse la mamma interrompendo la disposizione delle tazzine sul tavolo, "a te cosa importa di sapere chi ha deciso la derattizzazione!?
Se ci sono i topi, è bene che vengano prese delle misure igieniche!"
"Ma chi l'ha stabilito e perché non hanno avvisato con una circolare!
In quella scuola si perde un sacco di tempo con tante comunicazioni inutili mentre per le cose serie ci chiamano a giochi fatti!"
Melissa continuò la sua protesta gettando sul divano l'asciugamano di spugna bagnato.
"Il lancio dell'asciugamano fradicio sulla tappezzeria appena rifatta te lo potevi risparmiare!"
La mamma era furiosa e continuava a non capire la protesta della ragazzina.
"Ok scusa ma'... ora mi vesto e esco!"
"Ma dove vai... non hai capito che oggi non c'è scuola?"
"Ma non c'è il solito programma opzionale, no? ...la visita al museo o qualcosa di simile... un classico in questi casi..."
"Sì! Hai ragione, la Malpighi mi ha parlato di un programma opzionale.
Per chi vuole aderire, l'appuntamento è sul marciapiede davanti al cancello e la destinazione è il Museo di scienze naturali..."

 

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Immagine di una torta multipiano (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Una torta multipiano sulla cui sommità è seduto il topolino con un cappello da chef sul capo.Particolare della torta.Particolare del topolino.
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"Ecco brava", tagliò corto la ragazzina, "io ora mi vesto e ci vado subito!"
"E non fai nemmeno colazione?!", chiese la mamma allarmata.
"Nemmeno, ma'... 'sto programma culturale non me lo voglio perdere... Anzi, voglio arriva' pe' prima!"
Detto questo si chiuse nuovamente in camera sua e ne uscì pochi istanti dopo con la giacca infilata e lo zainetto in spalla.
"Ciao ma'", disse alla mamma dandole un bacio in testa.
"Ma non vuoi che ti accompagni?!", disse la mamma colta in totale contropiede dalla fretta della figlia.
"Oh, oramai mi lasci andare a piedi quando voglio... quindi 'sta tranquilla e non pensare a me perché conosco la strada.
Bacio 'ma!"
Detto questo si chiuse la porta dietro le spalle e scese di corsa per tre piani di scale.
Una volta arrivata al portone rallentò il passo pensando che la mamma stesse in finestra.
Ma una volta superato l'angolo della strada riprese la corsa, scappò come un furetto mentre componeva al telefono il numero della sua migliore amica.
"... Occhei tu vai al museo, no? Allora compri un biglietto pure per me... quando arrivo ti mando un sms, occhei?
E mi vieni incontro all'entrata... così risulto pure io fra i presenti... tutto chiaro?!"
Parlava e ansimava per via della gran corsa.
Doveva arrivare in tempo, prima della disinfestazione...
Doveva avvisare il suo amico roditore: Gustavo De Gustibuis, un topolino parlante che aveva incontrato tempo addietro nel sottoscala della scuola...
Era stato un incontro topico sotto ogni rispetto, perché questo speciale roditore era sapiente oltre che parlante e soprattutto era esperto in materia di gusti e di sapori.
Era l'autore di un libro dal titolo: Historia dell'origine dei sapori e della loro diffusione nell'universo mondo.
Melissa era oramai da tempo appassionata di cucina e grazie alle lezioni segrete di Gustavo aveva potuto superare le selezioni per partecipare a un reality televisivo di cucina.
Melissa doveva gran parte della sua conoscenza sull'argomento a questo topolino e questo era più che sufficiente per spiegare il suo tentativo di salvataggio.
Si erano già visti diverse volte e Gustavo aveva avuto modo di esporre le sue teorie in merito ai gusti del salato, dell'amaro, dell'acido e avrebbe dovuto completare, come d'intesa, con le trattazioni intorno al dolce e al misterioso gusto dell'umami.
Melissa pensò di dover fare presto: doveva cercare il suo amico anche se non sarebbe stata un'impresa facile perché non aveva la minima idea di dove potesse essere... non era quello il giorno del loro appuntamento.
Appena la scuola fu nel suo orizzonte visivo si accorse di un grande camion davanti all'ingresso.
Diversi operai, con tuta bianca e maschera sul viso, avevano già varcato il cancello armati di idranti per diffondere il veleno mentre dall'altra parte del marciapiede arrivavano i primi studenti che con un paio di professori sarebbero andati alla visita del museo.
"Devo architettare di corsa un piano per poter entrare a scuola", pensò Melissa ma non sapeva ancora bene come fare.

 

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Immagine del topo chef in punta di forchetta (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Il topolino, col cappello da chef, impugna una spatola da cucina.Particolare della forchetta.Particolare del topo chef.
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Doveva evitare la porta principale perché l'avrebbero fermata e allontanata.
E doveva anche evitare di farsi vedere dai professori e dai compagni.
"Passo per il giardino", disse tra sé la ragazzina, "in fondo l'ultima volta il topo mi ha dato appuntamento lì...", e così dicendo scese la scaletta di metallo che conduceva a una porticina di colore rosso.
La volta precedente la porta non era chiusa a chiave e anche in quest'occasione la trovò aperta
Con molta circospezione si intrufolò dentro facendosi luce con lo smartphone.
"Gustavo! Gustavo", ripeteva Melissa cercando di smorzare il tono di voce nel timore di essere udita da altri.
Nessuna risposta.
Melissa avanzava e strisciava lungo le pareti di un corridoio che si stringeva sempre più fino a diventare un cunicolo scuro.
Aveva fretta perché aveva paura di poter respirare i gas venefici che di lì a poco avrebbero potuto inondare i sotterranei.
Saggiamente decise di tornare indietro di corsa.
Sbucò nel giardino e riprese fiato seduta su un muretto.
Aveva il fiato corto e dentro di sé rimuginava pensieri circa il da farsi.
Poi alzò gli occhi e le parve di vedere qualcosa muoversi lungo il tubo della grondaia...
Non poteva credere ai suoi occhi: Gustavo scendeva soavemente lungo il tubo.
Melissa fece un balzo in avanti
"Ehilaaaa!!!"
"Finalmente!", rispose Gustavo masticando delle foglie essiccate.
"Finalmente che?!", rispose Melissa sbuffando, "io corro da casa come una pazza, ti cerco per evitare che ti gasino e tu mi accogli con finalmente?!
C'è mancato poco che deratizzassero pure me là dentro...!"
Ma il topo sembrava badare poco alle proteste della ragazzina.
"Eppoi, mica avevamo un appuntamento per oggi", aggiunse Melissa, "son venuta perché la Malpighi ha telefonato per avvisare della derattizzazione."
"Ah va beh... se la metti così...!", disse il topolino.
"Come la metterei scusa!?
Ho detto un sacco di bugie per venire a salvarti la vita!"
Gustavo sorrise.
"Tutti i miei parenti sono al riparo... siamo stati avvisati dell'attentato e chi è rimasto nei sotterranei è perché è resistente al veleno impiegato...
Come forse avrai studiato i topi, di generazione in generazione, mutano geneticamente e si immunizzano...!"
Melissa lo guardava incredula e prima che potesse commentare qualcosa il topolino riprese il discorso:
"Se la metti così...
Volevo dire che potremmo anticipare la nostra lezione sul gusto e suoi sapori."


Melissa si illuminò in volto:
"Favoloso... a che punto del tuo libro eravamo arrivati?"
"Abbiamo già trattato i capitoli:
Del Salato
Dell'Amaro
Dell'Acido

E oggi potremmo parlare Del Dolce!"
"Sì, ma come facciamo?
Non possiamo raggiungere la tua solita aula sotterranea, in cui si trova la preziosa copia del tuo libro", osservò Melissa.
"Meglio di no... faremo un fuori-programma e andremo a parlare del gusto del dolce nel posto più appropriato..."
"In pasticceria?", disse Melissa con aria divertita.
"In un certo senso... sì."
"Ma come può un topolino farla franca in pasticceria?
Le signore urleranno e il pasticciere prenderà subito la ramazza per ucciderti."
"Vieni con me", disse Gustavo con tono pacato...
Il topolino s'incamminò per il giardino della scuola che confinava con la villa municipale.
Attraversarono il parco, che era piuttosto vasto, senza che Melissa riuscisse a comprendere le intenzioni di Gustavo.
Alla fine giunsero ai piedi di un albero cavo.
"Allora topoli' che facciamo?", disse impaziente Melissa.
"Siamo in pasticceria!", disse Gustavo, "Davanti a te si nasconde la riserva naturale di elezione del dolce... un favo pieno di miele: l'elaborazione del nettare dei fiori prodotto centinaia e centinaia di api operaie... cos'altro di più dolce?"
Melissa incominciava ad apprezzare questa lezione sul campo.
Dopo avere ispezionato il favo a distanza di sicurezza si sedette sul prato, sfoderando il suo blocco di appunti, certa che anche su questo gusto avrebbe appreso molto da Gustavo.
Gustavo stava per dare inizio alla lezione... ma prima di parlare estrasse delle foglie essiccate dalla sua piccola bisaccia a tracolla e le offrì a Melissa:
"Gradisci del basilico essiccato?"
"No, grazie topoli'... piuttosto rubo un po' di miele dal favo... tanto per restare in tema!"
"Fossi in te non lo farei... ", rispose saggiamente il topo il quale, dritto su due zampe, iniziò la sua dotta lezione.
"La preferenza dei cibi dolci è un fattore genetico presente in molte specie animali così come nell'uomo poiché l'apprezzamento di questo sapore comporta, da un punto di vista evoluzionistico, un vantaggio per la sopravvivenza: il dolce in natura etichetta la presenza di zucchero...
L'intelligenza biologica sa che dove sono gli zuccheri vi è energia: la fonte di vita!
L'energia è immagazzinata nelle calorie di cui sono ricchi i cibi dolci e così l'abilità di percepire questo sapore agisce da sensore per l'approvvigionamento del vigore necessario alla sopravvivenza."
"In altre parole, topoli', mi stai dicendo che hai fiutato il favo come fonte energetica..."
Gustavo sorrise e continuò la sua spiegazione.

 

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Immagine del topo seduto in un colino (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Il topino, col cappello da chef, seduto nel colino con le zampe a penzoloni.Particolare del muso del topolino.Particolare delle zampe del topolino.
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"L'apprezzamento per il dolce è atavico e agisce anche a livello dell'olfatto.
Ci sono specie di insetti che, attratte dall'odore, irrompono nei favi e prosciugano il miele...
Così, mutatis mutandis, è per gli esseri umani: l'odore del dolce attrae i golosi e come il pifferaio magico li richiama per indurre loro alla perdizione glicemica!
Il dolce è l'attributo dello zucchero, il quale negli organismi viventi si trasforma in glucosio: fonte energetica onnipresente quale carburante della respirazione!"
"Quindi potremmo dire che non può esistere un individuo allergico o intollerante allo zucchero...", arguì Melissa.
"Assolutamente impossibile!
Potrai avere individui più o meno inclini a preferire cibi dolci ma la serena assunzione degli zuccheri contraddistingue davvero tutti gli organismi di ogni tempo: sullo zucchero si potrebbe fondare un partito universale, per tacer dei diabetici!"
A Melissa piacque molto quest'utopia del dolce e Gustavo continuò con una serie di informazioni storiche:
"Nell'antichità, in Egitto così come in Magna Grecia e nella Roma imperiale,
le sostanze dolci erano offerte alle divinità: pani al miele, frutta secca, ricotta addolcita.
I romani amavano terminare il pasto con un dolce... da cui probabilmente viene la voglia di derivare l'espressione dulcis in fundo sebbene i linguisti siano concordi nel ritenere che la locuzione sia appartenente a un latino inesistente, cioè non documentabile.
A prescindere dalle opinioni e dalla storia della lingua, un fatto di comune esperienza è la ricerca gratificante di un dolcetto: lo sai che quest'esigenza viene dal cervello.
La nostra testa sa che l'ingestione di un dolce è la soluzione più rapida per il reclutamento dell'energia che serve al corpo.
Nelle diete, ad esempio, inganniamo quest'esigenza con dolcificanti privi di calorie, per non disattendere la gratificazione richiesta dal cervello."
"Ma nello stato libero delle calorie ci sarà sempre una fettina di dolce!", disse Melissa per concludere il discorso e poi, presa da un altro pensiero, domandò:
"E la varietà delle ricette di cucina in tema di alimenti dolci... in che modo soddisfa la richiesta energetica?"
"Ma non vuoi un po' di basilico secco?", chiese ancora una volta Gustavo.
"E dagli co' 'sta pianta aromatica... ti sei fissato?
No, grazie, proprio no!"
Gustavo riprese il suo discorso ruminando il suo basilico:
"Chiaramente tutte le preparazioni culinarie sono valide... Ma la cultura gastronomica dei dessert, dei dolciumi in determinati momenti della giornata, ha sviluppato una miriade di variazioni sulla necessità biologica primaria.
L'attrazione per il glucosio si veste di godimento estetico per le forme, i colori, le associazioni di ingredienti utilizzati per sfornare i dolci.
E le varianti locali, ovvero le abitudini regionali in tema dolciario, hanno fondato una vera e propria arte della pasticceria.

 

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Immagine del topolino e di un biscotto (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Il topolino fa capolino da dietro un biscotto tondo.Particolare del topolino che fa capolino.Particolare del biscotto rotondo.
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Pensa ad esempio alle variazioni sul concetto di torta al cioccolato, dalla Sacher di Vienna alla Sette veli palermitana.
Dallo storico Profiterole alla risposta messinese dei Bianco e nero, dalla Caprese con le mandorle alla Mousse au chocolat."
"Ah topoli' c'ho 'n acquolina in bocca...", disse Melissa, la quale colse la palla al balzo per chiedere a Gustavo la ricetta di una torta... oramai era diventata un'abitudine la dettatura di una ricetta esclusiva a fine lezione.
"Orbene", disse il topo, "quest'oggi ti darò una squisita ricetta per preparare il Profiterole, a partire dalla composizione dei bigné con la pasta choux!"
Melissa, seduta sul prato, prendeva appunti.
Al termine della spiegazione, si rese conto dell'orario: la mattina era quasi interamente scivolata via.
"Santo cielo, devo scappare al Museo di scienze naturali!!!"
Il topo non fece troppa attenzione a quanto stava dicendo Melissa perché era intento a rovistare nella sua bisaccia, alla ricerca delle ultime foglie di basilico...
"Prima che vada via... mi dici perché non hai fatto altro che ingurgitare 'ste foglie?", chiese con enfasi Melissa.
"Semplice... non hai mai sentito parlare delle proprietà della vitamina K?"
Melissa si rese conto di non sapere un'acca della vitamina K!
"No, topoli'... in biologia, lo avrai capito, non sono molto ferrata..."
"Orbene: la vitamina K è l'arma contro la maggior parte dei topicidi il cui effetto velenoso provoca nei topi numerose e letali emorragie interne... infatti questa vitamina agisce proprio contro gli effetti emorragici!
Il basilico secco è l'alimento che maggiormente la contiene... ma se non trovi il basilico puoi cercare la salvia oppure il timo..."
"Oddio topoli', speriamo di non averne mai bisogno!", lo interruppe Melissa sperando in cuor suo che nessun topo della scuola fosse stato colpito dall'atroce veleno... quel che stava raccontando Gustavo l'aveva sconvolta!
Poco dopo salutò e ringraziò il topolino il quale le diede appuntamento per la prossima lezione, nei locali della scuola come di consueto, salvo imprevisti.
Melissa inviò il messaggio alla sua amica la quale scaltramente riuscì, senza farsi vedere dai professori, a farsi trovare all'ingresso del museo per passare a Melissa il suo biglietto d'ingresso.
Melissa raggiunse il gruppo con estrema naturalezza, rendendo quasi credibile la sua presenza... come se avesse partecipato per l'intero percorso della visita ma aveva una gran fame... bramava qualcosa di zuccherino da mettere sotto i denti!
La mancanza della colazione del mattino iniziava a farsi sentire e l'aver discorso di dolci per tutta la mattina non l'aiutava a sopire la sensazione di stomaco vuoto.
E allora pensò che se avesse studiato un meccanismo per indurre la sazietà virtuale sarebbe divenuta miliardaria... ma non era ancora possibile sicché a fine visita, quando arrivarono al bar, puntò dritta a un invitante cannolo alla crema!!!

 

 

 

 

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