Deposizione integrale presso la Commissione Cosmica della Luce Naturale di Messer Cobalto Cyanos

[Racconto di Giovanna Gra]

 



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durata 24 minuti


Onorevole Spettro.
Onorevoli colleghi e Pigmenti.
Ministri dell'Iride.

Non mi stupisce di essere qui chiamato a rispondere come l'antagonista ufficiale del Rosso di Rubens e le sue molteplici istanze.
Non mi sorprende.
Non mi coglie impreparato.
Non mi tange, forse perché noi Pigmenti uranici siamo da sempre attrezzati a combattere certi furori tipici del gruppo dei Rubens con la calma e il distacco che contraddistingue il nostro colore, il nostro umore.

Dunque, non mi dilungherò in chiacchiere.
Ho ascoltato con sommo interesse l'arringa di messer Rubens e avrei anch'io alcune cose da dire.

Rammento all'aulica assemblea dell'Iride che è in corso il dibattimento per decidere il pigmento più autorevole.
Il colore fra i colori.
Il principe dell'arcobaleno.
Un colore, non una sfumatura.
Un tono non una mezzatinta!

Cominciamo, dunque, col dire che la situazione è complessa e degna di un serrato dibattito.
Rosso di Rubens ci dice che egli è il primo.
Ci dice che le tinte vermiglie dovrebbero aprire la strada.
Che i riflessi scarlatti dovrebbero dare l'avvio alla scala cromatica.
I punti rubini mostrare alla testa 'del tutto' le insegne.
E ci dice ancora che, nel Trattato di semiologia della tinta che andremo a scrivere in seguito a queste nostre deposizioni, egli si considera il primo capitolo.
Egli pretende il primo capitolo!
Si, egli ne è fortemente convinto!

"Del Rosso, voi dovrete, come primo, narrarne la produzione, la trasmissione, nonché l'ardua interpretazione, senza tralasciarne l'intensità."

Questo dice.
Oh, sì, io scorgo laggiù il Verde annuire, dimenarsi, approvare.
E va bene, dico io.
Ma, come il Verde può vedere, al mio fianco è già seduto un rappresentante del Bianco e per giunta con insegne, titoli e luce alla mano.

Eh, no, non mi si parli di inciucio!
Non si accusi.
Non ci si stupisca, poiché care a noi sono le parole di San Gerolamo quando saggiamente dice:
"Amicizia quae desinere potest, vera nunquam fuit".
Ovvero: un'amicizia che può terminare non è mai stata sincera.

Così io afferro la mano tesa dei Bianchi, come gliela tendevo ai giochi della Roma antica quando, nei giochi neroniani e più tardivamente nell'ippodromo di Bisanzio, si gareggiava senza esclusione di colpi.
Oggi come allora.
Noi!
Gli Azzurri, alleati dei Bianchi, contro i Verdi, apparentati ai Rossi!
Nella lotta dei carri tinti, combattenti e audaci.

Dunque, non polemizzino i Verdi così tanto per fare, conosciamo bene i loro interessi e i loro legami!
E davvero avete bisogno che vi spieghi perché non il Rosso ma il Blu debba essere il primo?
Non vi basta il cielo?
Non c'è niente che sia più grande.
Non vi serve nient'altro per volare...
Non vi basta il mare?
Non c'è niente che sia più fondo.
Indispensabile per nuotare...

Blu!
Blu, perché Blu è il colore del firmamento!
Perché Blu è il luogo dove posano i piedi Jahwèh e Zeus.

"Nell'alto azzurro
quieto etere siede", così Euripide ne Le Troiane ci indica la posizione di Zeus.

E ancora Blu è il colore che veste la divina dimora degli Dei Uranici.

Non ne siete convinti?
Oh, ma cosa sbuffano gli iridescenti Arancioni?
Non vi basta, dite?
Davvero?

"In principio Dio creò il cielo."
Non è forse questo il primo passo della Genesi?
E' quello - il cielo - il primo pensiero di Dio.
L'azzurro manufatto.
Il luminoso creare si manifesta lì, in un infinito mantello turchino!
L'idea del tutto, del sopra, del sotto.
Lo schermo dove si rincorrono i giorni, in turchese, e le notti più blu che vi restano appese.

Polvere siete e polvere tornerete!
Qualcuno qui dentro è a conoscenza della scala cromatica a cui appartiene il pigmento-polvere?
Si rassegnino i grigi, poiché la polvere è iscritta nel Blu.
Legata umore e colore alla famiglia dei Cyanos che quivi io rappresento!

Dica quel che crede il Rosso della sua argilla, del primo uomo, di Adamo!
Ma i testi sacri parlano chiaro, sono espliciti, diretti.

Dunque egli NON E' il colore d'eccellenza.
Rosso è UN colore.
Non il primo, né il solo.
Egli, innanzitutto, divide la sua sorte fra i colori detti fondamentali, con il Blu e con il giallo.

E questo è tutto.

Resti in riga, resti in riga Rosso di Rubens e sfumi certe sue intemperanze, glielo consiglio...

Onorevole Spettro.
Onorevoli colleghi e Pigmenti.
Ministri dell'Iride.

Signori, io vi annuncio:
non sarà la materia, ma lo spirito, il primo capitolo del nostro trattato.

L'eterea anima, la flebile e azzurra:
"Animula, vagula, blandula" ovvero: Piccola anima smarrita e soave!
Così canta Adriano, l'imperatore, nella sua poesia più nota!

Non possiamo occuparci di nulla che pesi di più!

Non per un inizio!
Non per tracciare le mappe dell'arcobaleno.
Non per stabilire i confini dell'iride.
E non è forse il Blu il colore che simboleggia la profondità dei sentimenti?
Non è forse il Blu il colore della lealtà, della dedizione, della fiducia?

Blu, il colore la cui contemplazione pacifica il sistema nervoso centrale.
Blu, il colore che, se tinto in una stanza, signori, placa il battito del cuore di un uomo!

Blu come quel fiore, il fiore azzurro del romanticismo che ha sempre simboleggiato nella patria Europa la libertà di pensiero!

E allora, cosa ci dice a tal proposito, Rosso di Rubens?

Vi leggo: "E ditemi, ancora, non è forse rosso il risvolto dei mantelli degli iniziati, dei saggi, di coloro che possiedono la coscienza esoterica, degli eremiti e di coloro che praticano le scienze occulte?"

Io dico: si, lo è!
E' Rosso il risvolto del mantello dei saggi!
Ma Blu, irriducibilmente blu, è il mantello della più giovane delle Titanidi.
Dea della fecondità.
Frutto dell'amore fra Urano e Gaia. Teti, la graziosa sposa di Oceano, colei che vive là, nel paese delle Esperidi dove ogni sera si corica il sole.
E sempre più blu, ancora blu è il mantello di Odino, Dio caro ai Germani popoli!

E se non vi basta...
Cosa contano i saggi e gli esoterici al cospetto di colei che io cingo?
Dinnanzi alla prima, alla sola che i Cyanos da tempo immemore vestono in un cromatico abbraccio?
Poiché io vi dico che rosso è il mantello dei saggi, si, ma azzurra è la trama, l'ordito e il filo, del sacro mantello della vergine Maria.

Può forse qualcosa il mantello liso e rubino di Mefistofele?
No! Non può!

Ma allora egli, Rosso di Rubens, ci chiede: e i vostri demoni, che colore hanno?

Blu! Blu ! Blu!
Vestono anche loro del nostro colore i demoni, si!
Nulla è in esclusiva al rosso, capite?
Blu è infatti il colore del demone dell'etere, il demone fiammeggiante che si rivela, occhieggia, contagia, nel papiro magico egiziano.
Egli è conservato a Brooklyn, ed è insindacabilmente Blu!

Blu come quel cielo da cui tutto nasce e tutto torna.
Così raccontavano gli antichi egizi.
Di quella regione ultraterrena dove in caso di morte ti accolgono gli spiriti.
Essi sono venuti a prenderti.
Essi sono venuti ad accoglierti per condurti negli spazi di turchese.
Quegli stessi spiriti che, vedendoti trapassare, esclamano:
"Il tuo corpo è di lapislazzuli!"
Così, qualcuno ha detto che nell'antico Egitto la parola irtyw che indicava l'azzurro, analogamente indicava la parola lutto.

E così leggiamo nel Libro dei morti:

"In verità io sono il toro possente dell'irraggiamento azzurro,
Padrone del campo dei beati
Signore degli incantamenti magici.
Io rallegro il cuore degli dei, in quanto sono il loro Sovrano.
IO sono colui che regola i loro movimenti negli spazi di turchese."


Questo s'apprende dal sacro testo egiziano, ove è anche scritto che occhi azzurri e limpidi indicano le genti dagli elevati spiriti.

Blu, il colore del Magico per eccellenza, dell'impalpabile, dell'epifanico.
La luce azzurra delle fiabe che colora i boschi, le vette, i castelli.
Che tinge i berretti dei maghi e delle fate!
Che colora le insegne e il mantello del principe.
Il principe, quel principe!
L'atteso e l'amato ma soprattutto l'Azzurro!

E non era forse celebrata in memoria di tal colore la morte dei principi aztechi?
Non era forse mettendo un turchese al posto del cuore che si salutava il loro trapasso?
Cosa possono dirci adesso Rubens e i suoi?

C'era una volta l'abitudine di attraversare l'azzurro, varcare lo specchio, quello stesso specchio, lo specchio azzurro, che conduce l'ignara Alice nel Paese delle meraviglie.
Ah, ah, colgo un certo stupore fra i banchi dei Verdi...
Blu è il colore che vira dalla fiaba alla felicità, l'unico che si incarna nel maestoso volo dell'uccello, l'uccello azzurro di cui a pochi, invero, è concessa la visione, ma ai tanti resta la leggenda e l'immaginazione.

Ma di cosa stiamo parlando?
E' ovvio che il Blu è il colore ed è primo.
Sarebbe mai stato incaricato, altrimenti, colore dell'angelo?

Questo è il colore, quel colore che vi guarda dall'alto e che non appartiene a questo mondo.
Questo è il colore, quel colore che vi guarda dal cosmo e non appartiene all'immenso.

Oh, vedo dagli scranni degli Ocra e delle Terre ammiccamenti curiosi, ma non posso rispondervi, se non come disse quel tale Bowie nella sua bella canzone:
"Il pianeta terra è blu e non c'è niente, niente che io possa fare..."
Blu, colore del mistero e della fifa.
Blu, come la barba di quel tale dalle molti moglie, dal talamo letale.
Così fu, e fu Barbablù!

Blu ancora, simbolo di ciò che è vero ed eterno!

Il colore dei temibili, sensuali, irresistibili scogli di Scilla.
"Scilla e gli scogli assordati dai cerulei cani", invero, canta l'Eneide.

Blu come i fregi e gli ornamenti del Partenone, dei palazzi greci, dei bassorilievi.
Certo che lo erano!
Non s'affannino i Viola: quei fregi eran blu, all'origine!

Blu, ma molto più scuro di così... quel blu profondo che apre alla psiche dell'uomo la via della perfetta calma, della piazza della quiete assoluta.
Della pace e della serenità.

Ascoltate!
Li sentite quei suoni?
Il flauto tenue e l'inconfondibile violoncello?
Questi sono gli strumenti del blu.
Così, l'inarrivabile Kandinskij, legò i loro suoni al magico colore.
Ma c'è un'altra melodia che si leva e ci tocca.
Lontano richiamo, distillato dal blu... il Blues.
Essenza di nostalgia, soffio roco di lacrime e rabbia.
La musica che si compone delle note incerte, meravigliosa alchimia fra la scala pentatonica africana e quella eptatonica europea.

La musica blu che esorcizza gli addii, la malinconica.
La lingua del triste.
Primo linguaggio musicale nero autoctono dell'altra riva del fiume... del fiume che di notte bagna la sponda della luna.

Capite come siamo lontani dal Rosso?

Luna turchina e lontana come l'immensa Nut, la dea egizia dal corpo di cielo ricamato di stelle.
Nut, il cielo, separata dal suo sposo Geb, dio della terra ad opera dei suoi figli Shu e Tefnu.

E ancora il Verde che dissente!
Ancora il Verde che insulta gli alleati Oro!
Vi dirò signori che molto ci lega alla loro specie, poiché, in una rinomata nazione dove i gigli d'oro fiorivano in un campo azzurro, nasceva il blasone della casata dei re di Francia!

Oh, si certo, le cinte rosse dei coscritti che simboleggiavano fedeltà alla patria, ci rammentano dagli scranni dei Rubens.
Certo che rispondo, poiché altre fasce, in eserciti non meno valorosi e prodi, tinte in blu savoia con perizia cucite, indicano degli ufficiali l'alto grado e il loro valore!

Ma signori, cos'altro c'è da dire quando un colore vi sana e vi cura e vi disinfetta?
Negano i Neri di seppia? Negano?!
Ve la consegno ora e che si metta agli atti.
Scrivete! Scrivete!
"Cobalto di Cyanos, consegna all'eminente corte: ampolla contenente l'antisettico blu di mitilene!"

Certo, certo, posso rispondere anche alle istanze del Giallo che ci dice: avete colorato il passato, ma quali le tracce del presente?

Come? Voi chiedete come?
Ebbene.
Può forse il Giallo vantare un abito tanto diffuso, comodo, agognato, usato, sgualcito, resistente alle mode, abusato, consunto, bucato, cucito, rattoppato, indifferente ai tempi, alle richieste, agli usi e ai gusti come i mitici blue jeans?

Con i pantaloni dei mandriani noi abbiamo fatto la rivoluzione.
Una rivoluzione resistente al tempo fatta di blu, musica e gioventù!

Può dunque il giallo vantare tutto ciò?
No non può farlo, perché nessuno può!

Le maggiori - e dico maggiori - società quotate in borsa chiamano le loro azioni ordinarie blue chip.
Può forse il Seppia dissentire?
O imitarci?
Certo, come dice il Viola: queste le guerre di oggi, ma ieri?
E io vi dico che allora non eravamo meno presenti!

Così Cesare nel De bello Gallico ci narra dell'uso del blu nei popoli Britanni:
"Tutti i britanni si macchiano col guado che produce un colore azzurro e con il quale assumono un terribile aspetto."

E volete discutere l'aspetto di Goidel, Goidel l'azzurro, meglio noto come il mitico Goedel Glass, antenato degli irlandesi, inventore del gaelico?
Il passato, signori, così è e vi appare nelle membra e nelle gesta di Gengis Khan, il fondatore della dinastia mongola, nato dall'amore del lupo azzurro per la graziosa e selvatica cerva fulva.

Azzurro come lo yang.
Come il drago geomantico e come questi colori e simboli, legano fra loro gli influssi benefici.

Blu come gli amuleti azzurri contro il malocchio.

Non insistano i Marroni, non insistano!

Blu è anche il colore delle grandi imprese, quelle che hanno navigato dall'India per esportare una pianta esotica dall'intenso potere colorante.
Il colore che si coltiva.
Il colore che arriva da lontano, così si è rivelato l'indaco alle porte del mediterraneo!

Blu, il colore del sangue nobile che scorre nelle aristocratiche vene.
Come le facciate di alcune case polacche che vengono tinte in blu per segnalare fanciulle in età da marito.

Blu, signori, come la cerulea barca di Caronte che ci accompagna verso la fine.

Dio disse poi:
"Sia una distesa in mezzo alle acque che separi le une dalle altre".
Dio fece la distesa e separò le acque che sono al di sotto della distesa da quelle che sono al di sopra di essa.
E così fu.
Dio chiamò cielo la distesa; così fu sera e fu mattino.
[Genesi I 6-8]

Poi qualcuno disse:
"Una mattina uno di noi era senza nero, si servì del blu: era nato l'impressionismo!", così la raccontò Pierre Auguste Renoir.

E all'insegna del blu concluderemo la nostra arringa celebrando l'italiana melodia di Modugno:

"Penso che un sogno così non ritorni mai più,
mi dipingevo le mani e la faccia di blu.
Poi d'improvviso venivo dal vento rapito
e incominciavo a volare nel cielo infinito.
Volare, oh oh
cantare, oh oh oh
nel blu dipinto di blu,
felice di stare lassù...!"

 

 

 

 

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