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"Le strade di Firenze"

Alla scoperta della "fiorentinità"

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A Firenze, città per antonomasia del Rinascimento, le strade sono strette come i corsetti delle dame del passato, gelose forse di quell’ironia e narcisismo che possiedono solo i fiorentini. Lo racconta “Le strade di Firenze” di Luigi Maria Perotti, in onda domenica 19 maggio alle 22.10 su Rai 5. I fiorentini sanno ridere di se stessi e delle proprie debolezze, ma allo stesso tempo si sentono superiori al resto del mondo. O quantomeno più ‘italiani’ degli italiani. E pensano che la fiorentinità non si possa imparare né imitare, anche perché poche città hanno avuto un impatto così determinante nello sviluppo dell’identità culturale dell’umanità. Chi, oggi, residente o di passaggio, decide di immergersi nella magia senza tempo del suo centro storico, non può fare a mendo di incrociare lo sguardo marmoreo di Giotto, Dante, Leonardo da Vinci, Machiavelli, Leonardo da Vinci, solo per citarne alcuni.
È forse un caso che questa città abbia avuto un ruolo determinate nella loro vita? Ha i suoi contrasti, certo: da un lato la raffinatezza di Palazzo Pitti, dall'altro la vivacità del Mercato Centrale, con bancarelle di ogni genere. Poi il Ponte Vecchio, appoggiato sull'Arno, sul quale sbrilluccicano i vanitosi monili d'oro e d'argento.
Così il documentario cerca di raccontare come oggi i suoi abitanti declinino il concetto di fiorentinità. Partendo da quello che è il suo aspetto più brutale: il calcio storico fiorentino, una antica tradizione che incarna l’anima più verace della città. I suoi partecipanti sono fiorentini doc che, solo per il fatto di poter onorare la storia della città, sono disposti a cimentarsi in una competizione altamente scenografica in cui hanno tutto da perdere e ben poco da guadagnare se non essere ricordati come interpreti dell’emanazione più carnale del luogo simbolo della bellezza senza tempo. 
Partendo dalle storie di alcuni dei “calcianti” (questo è il nome con cui vengono indicati i giocatori del calcio storico), il doc si immerge in un dialogo con le strade della città, che oggi parlano a chiunque abbia il tempo per osservare i dettagli lasciati dal passaggio del tempo.