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Passato e Presente 

Giovanni Gentile, il filosofo e il regime 

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Il filosofo Giovanni Gentile, durante il Ventennio, assume il ruolo di principale protagonista dell’organizzazione culturale del regime, a partire dal 1926, con l’istituzione dell’Istituto Giovanni Treccani per l’Enciclopedia italiana di Scienze, Lettere e Arti, del quale sarà per anni responsabile, diventando il capofila degli intellettuali mussoliniani. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dalla professoressa Alessandra Tarquini a “Passato e Presente”, in onda lunedì 15 aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.
L’entrata in guerra dell’Italia vede Gentile schierato apertamente dalla parte del duce e ancora dopo l’8 settembre Gentile si rallegra per la liberazione di Mussolini e ne segue il ritorno sulla scena pubblica, guardando con favore alla nascita della Repubblica Sociale Italiana. Sembra destinato alla definitiva eclissi quando gli viene offerta la presidenza della ricostruenda Accademia d’Italia. Da questa posizione Gentile si dedica alla costruzione del progetto culturale della Rsi. Il 15 aprile 1944, intorno alle 13.30, Giovanni Gentile rientra nella sua residenza. Mentre l’autista apre il cancello, due partigiani dei Gap appostati nei pressi si avvicinano all’auto; quando il filosofo abbassa il vetro essi, chiesta conferma della sua identità, aprono immediatamente il fuoco. Gentile muore poco dopo l’arrivo all’ospedale di Careggi per le gravi ferite riportate.