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Cronache di terra e di mare

"Manfredi biondo era e bello..."

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“Biondo era e bello e di gentile aspetto”. Così, nel Purgatorio, Dante descrive re Manfredi, figlio illegittimo, e poi riconosciuto, di Federico II, che, sfidando l’autorità del pontefice, si impossessò del Regno di Sicilia e, come suo padre prima di lui, sfiorò l’impresa di unificare l’Italia. Un personaggio raccontato da Cristoforo Gorno per le vie e davanti alla Cattedrale di Trani – città amata dal sovrano per la sua bellezza – in “Cronache di terra e di mare”, in onda venerdì 26 aprile alle 21.10 su Rai Storia. Manfredi di Svevia doveva essere davvero bello perché anche una cronaca del tempo dice che “la natura lo adornò di tutte le grazie”: bello e colto, educato dagli intellettuali più raffinati alla corte del padre, addestrato al mestiere delle armi, aveva tutto per diventare l’eroe di una saga epico-cavalleresca medievale, come poi avvenne. 
“Le avventure della sua vita – dice Gorno - assomigliano a un dramma teatrale, una tragedia a tinte forti che Shakespeare avrebbe potuto mettere in scena tra un Macbeth e un Riccardo III. Manfredi è il protagonista. Sogna in grande: ambizione, coraggio, astuzia e fortuna gli consegnano il regno di Sicilia nel 1258. Come suo padre sembra perfino in grado di unificare l’Italia e di essere ricordato come l’artefice della più importante svolta nella storia italiana dalla caduta dell’Impero Romano. Ma è un attimo: saranno proprio i sogni troppo grandi a rovinarlo”.
Il suo antagonista, potentissimo e insidioso, è la Chiesa di Roma, che usa ogni mezzo, sacro e profano, per fermarlo. E ci sono le trame matrimoniali, le due mogli una venuta dal nord, l’altra da oriente. Infine, l’ultimo atto, innescato da un re straniero che cala sull’Italia, Carlo d’Angiò, e la morte nella battaglia di Benevento, nel 1266.