Rai Radio 3
I Concerti del Quirinale di Radio3 per il "Giorno della Memoria"
Con l'"Ensemble Petite Symphonie" dell'Orchestra Rai
C’è la tragedia dell’Olocausto al centro dell’appuntamento con i Concerti del Quirinale, dedicato al “Giorno della Memoria”, in onda domenica 28 gennaio alle 11.50 su Radio 3 dalla Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale a Roma. In programma brani di autori di origine ebraica – due dei quali vittime dell’Olocausto – proposti dall’“Ensemble Petite Symphonie” dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, composto da Constantin Beschieru (violino), Riccardo Freguglia (viola), Amedeo Fenoglio (violoncello), Franco Tangari (oboe), Graziano Mancini (clarinetto) e Simone Manna (fagotto).
Il concerto si apre con “Tanec per violino, viola e violoncello” di Hans Kràsa, brano scritto nel 1943 mentre il compositore ceco era confinato nel ghetto di Terezín. Successivamente fu deportato prima nel campo di concentramento di Theresienstadt e poi ad Auschwitz, dove morì. Si prosegue con il Trio per archi di Mieczyslaw Weinberg, compositore polacco vicino a Šostakovič che, vittima a più riprese dell’antisemitismo, fece dell’Olocausto una tematica centrale della propria produzione artistica.
In chiusura, due brani di Erwin Schulhoff: “Divertissement per oboe, clarinetto e fagotto”, scritto nel 1927, e la “Suite Dansante en Jazz » del 1931, tratta dalla Suite per pianoforte e proposta nella strumentazione per doppio trio di Andrea Ravizza. Una sequenza di danze sul modello delle Suites barocche, focalizzata però sui maggiori successi dei “ruggenti Anni Venti” appena conclusi: ragtime, tango, foxtrot e naturalmente valzer. Allievo di Dvořák dallo stile poliedrico e variegato che include i linguaggi delle avanguardie del primo Novecento ma anche il jazz e il blues, Schulhoff fu etichettato dai nazisti come compositore “degenerato”. Nel 1941 fu deportato nel campo di concentramento di Wülzburg dove morì l’anno successivo.
Il concerto si apre con “Tanec per violino, viola e violoncello” di Hans Kràsa, brano scritto nel 1943 mentre il compositore ceco era confinato nel ghetto di Terezín. Successivamente fu deportato prima nel campo di concentramento di Theresienstadt e poi ad Auschwitz, dove morì. Si prosegue con il Trio per archi di Mieczyslaw Weinberg, compositore polacco vicino a Šostakovič che, vittima a più riprese dell’antisemitismo, fece dell’Olocausto una tematica centrale della propria produzione artistica.
In chiusura, due brani di Erwin Schulhoff: “Divertissement per oboe, clarinetto e fagotto”, scritto nel 1927, e la “Suite Dansante en Jazz » del 1931, tratta dalla Suite per pianoforte e proposta nella strumentazione per doppio trio di Andrea Ravizza. Una sequenza di danze sul modello delle Suites barocche, focalizzata però sui maggiori successi dei “ruggenti Anni Venti” appena conclusi: ragtime, tango, foxtrot e naturalmente valzer. Allievo di Dvořák dallo stile poliedrico e variegato che include i linguaggi delle avanguardie del primo Novecento ma anche il jazz e il blues, Schulhoff fu etichettato dai nazisti come compositore “degenerato”. Nel 1941 fu deportato nel campo di concentramento di Wülzburg dove morì l’anno successivo.