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Rai: Fuortes, da "Sorgente di vita" utile contributo alla conoscenza tra le diverse anime dell'Italia

Ci troviamo qui in occasione dei 50 anni di “Sorgente di vita”, un programma televisivo della Rai che da mezzo secolo racconta storia, identità e prospettive delle Comunità Ebraiche e finora lo ha fatto in milletrecento puntate, oltre 650 ore di trasmissione. 
Il ruolo avuto dal servizio pubblico radiotelevisivo con questa trasmissione merita a mio avviso di essere sottolineato. 
Non credo sia esagerato dire che “Sorgente di vita” ha segnato con la sua nascita e il suo sviluppo un salto di qualità nei rapporti tra l’Unione delle Comunità Ebraiche e la Repubblica Italiana, permettendo alla Rai di adempiere ancora di più al dovere di far conoscere agli italiani le componenti del nostro Paese.
Nata nel 1973 come rubrica essenzialmente religiosa, la trasmissione ha allargato nel corso del tempo il suo raggio di azione ad argomenti molto diversi: reportage, approfondimenti sulla cultura ebraica italiana e internazionale, momenti che sono passati alla storia come il racconto del viaggio ad Auschwitz con Primo Levi che andò in onda nel 1983. 
Dopo la fase iniziale e dopo essere stata inserita nei programmi della sera, nella seconda metà degli anni Settanta “Sorgente di vita” aumentò la sua popolarità: gli spettatori non ebrei risultavano molti di più rispetto a quanti erano i cittadini italiani di religione ebraica.
Ecco un elemento che oggi qui dobbiamo e possiamo considerare con grande soddisfazione: nel ricevere l’attenzione di ebrei e non ebrei, le trasmissioni di “Sorgente di vita” sono un esempio eccellente del dialogo tra le diverse culture che fanno parte del Paese, che lo rendono dinamico e vivo, che la Rai deve saper valorizzare. Culture alle quali il servizio pubblico è tenuto a dar voce. E’ anche cosi che la nostra Azienda offre contributi alla coesione sociale del Paese e alla conoscenza reciproca tra le sue parti. 
Rispetto agli anni Settanta, quando la trasmissione nacque, in Italia la consapevolezza della presenza e del rilievo storico delle Comunità Ebraiche è senza dubbio cresciuta. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che questa conoscenza va coltivata e va approfondita. Non solo in ragione del suo valore, che è grande, ma perché è la conoscenza, il conoscerci e il riconoscerci nelle rispettive culture la via e lo strumento più efficace per contrastare, combattere e sconfiggere il pregiudizio e l’antisemitismo. 
Come altre istituzioni del nostro Paese, la Rai deve valorizzare profondità e attualità dei legami tra italiani ebrei e non ebrei, tra italiani di diverse fedi, tra cittadini che scelgono di non avere religioni e tra cittadini credenti.
Grazie a quanti realizzano “Sorgente di vita”. Buon primo mezzo secolo. E buon lavoro a tutti per il futuro.