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A "Cronache Criminali" il caso Christa Wanninger

Il misterioso omicidio nella Roma della "dolce vita"

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L’omicidio di Christa Wanninger il 2 maggio 1963 a Roma, nei pressi della celebre via Veneto, cuore della dolce vita. Un caso ricostruito da “Cronache Criminali”, il true crime scritto da Giovanni Filippetto e Giancarlo De Cataldo, ripercorre l’intricato giallo in onda lunedì 19 dicembre alle 00.10 su Rai 1. In pieno giorno, la giovane modella e aspirante attrice tedesca viene uccisa con sette pugnalate: inizia così un’incredibile vicenda giudiziaria che si trascinerà per oltre trent’anni, fino al verdetto della Cassazione del 1988 che lascia ancora molti dubbi. Da uno studio virtuale, lo scrittore e sceneggiatore, già magistrato, tra i massimi esperti di crime, Giancarlo De Cataldo, conduce gli spettatori dentro la storia, raccontando un caso che attraversa gli anni della Roma felliniana, quelli di piombo e gli anni Ottanta, tra possibili depistaggi dei servizi segreti, contestate perizie psichiatriche e rapporti dei carabinieri scomparsi. Dopo mesi di indagini senza alcun risultato, sarà la telefonata di un informatore a riaprire il caso. L’autore della chiamata è il pittore Guido Pierri,  arrestato come presunto autore dell’omicidio che ha minuziosamente descritto nei suoi diari. 
Pierri, viene però giudicato estraneo ai fatti e assolto in primo grado per insufficienza di prove, inoltre manca l'arma del delitto, nessuno sembra avere un movente chiaro, non ci sono indizi. Il caso Wanninger sembra destinato all’oblio. Dopo sette anni, è un settimanale tedesco a riaccendere i riflettori su questa storia: secondo il giornale, infatti, dietro alla morte di Christa ci sarebbero frequentazioni con politici, industriali e faccendieri del Sifar, il Servizio informazioni forze armate. La procura romana riapre il caso, ma anche questa volta senza successo. Nel 1974, l’omicidio torna al centro delle cronache per le dichiarazioni del maresciallo Renzo Mambrini che promette rivelazioni importanti, ma muore in un incidente stradale prima di svelare le informazioni in suo possesso. I sospetti si concentrano nuovamente su Pierri, che viene infine condannato in secondo grado, ma giudicato incapace di intendere e volere e quindi scarcerato. I filmati esterni sono realizzati da Arnaldo Donnini.