I rapporti che Albert Einstein ebbe con l’Italia, sia negli anni giovanili che nella maturità: pagine di storia poco conosciute e rilette dal docufilm “Einstein parla italiano”, ideato da Raffaella Simili e Sandra Linguerri, con la regia di Alessandro Scillitani, che Rai Cultura propone in prima tv venerdì 14 maggio alle 21.10 su Rai Storia.
Non molti sanno che Albert Einstein trascorse alcuni anni della sua gioventù tra Pavia, Casteggio e Milano, al seguito del padre Hermann che con lo zio Jacob aveva fondato una fabbrica di illuminotecnica in Lombardia. Poi, esattamente 100 anni fa, nel 1921, Einstein tornò in Italia. Accettò l’invito del matematico Federigo Enriques, proprio in virtù dei bei ricordi che lo legavano alla nostra penisola. Tenne tre lezioni all’Archiginnasio di Bologna, tutte in italiano e si recò poi all’Università di Padova per rendere omaggio al matematico Ricci-Curbastro. Quello stesso anno, Einstein avrebbe ricevuto il Premio Nobel.
Il documentario, oltre ad essere stato realizzato con interviste ad esperti e a storici della scienza, è impreziosito da ricostruzioni in costume di alcuni momenti salienti della presenza di Einstein in Italia. Il ruolo di Einstein è interpretato da Francesco Petruzzelli, mentre Bernardino Bonzani, Lucia Donadio e Benedetta Pigoni danno voce e volto rispettivamente a Federigo Enriques, Ernestina Marangoni e Adriana Enriques.
Al racconto biografico si alternano le sequenze di alcuni momenti significativi della gioventù di Einstein, tra Pavia e Casteggio, oltre che nella maturità. Un racconto alternato alle testimonianze di prima mano di coloro che condivisero con l’illustre fisico momenti familiari e scientifici. Il docufilm, inoltre, rievoca il forte legame emotivo con l’Italia; e si sofferma sui rapporti scientifici tra Einstein e i colleghi italiani; sul suo impegno nel sostenere la libertà e la dignità degli scienziati al di qua delle Alpi a seguito del giuramento al Fascismo del 1931; e sul suo radicato pacifismo e impegno politico.
Il progetto nasce dall’esperienza e dagli studi approfonditi di un gruppo di storici della scienza tra Bologna, Pavia, Roma e Milano; oltre che da un contesto istituzionale che ha visto coinvolti, tra gli altri, l’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, l’Ateneo Bolognese, il Centro Ricerche Enrico Fermi di Roma, la Società Italiana di Fisica, insieme ai Comuni di Bologna, Pavia, Casteggio, Canneto sull’Oglio.
Non molti sanno che Albert Einstein trascorse alcuni anni della sua gioventù tra Pavia, Casteggio e Milano, al seguito del padre Hermann che con lo zio Jacob aveva fondato una fabbrica di illuminotecnica in Lombardia. Poi, esattamente 100 anni fa, nel 1921, Einstein tornò in Italia. Accettò l’invito del matematico Federigo Enriques, proprio in virtù dei bei ricordi che lo legavano alla nostra penisola. Tenne tre lezioni all’Archiginnasio di Bologna, tutte in italiano e si recò poi all’Università di Padova per rendere omaggio al matematico Ricci-Curbastro. Quello stesso anno, Einstein avrebbe ricevuto il Premio Nobel.
Il documentario, oltre ad essere stato realizzato con interviste ad esperti e a storici della scienza, è impreziosito da ricostruzioni in costume di alcuni momenti salienti della presenza di Einstein in Italia. Il ruolo di Einstein è interpretato da Francesco Petruzzelli, mentre Bernardino Bonzani, Lucia Donadio e Benedetta Pigoni danno voce e volto rispettivamente a Federigo Enriques, Ernestina Marangoni e Adriana Enriques.
Al racconto biografico si alternano le sequenze di alcuni momenti significativi della gioventù di Einstein, tra Pavia e Casteggio, oltre che nella maturità. Un racconto alternato alle testimonianze di prima mano di coloro che condivisero con l’illustre fisico momenti familiari e scientifici. Il docufilm, inoltre, rievoca il forte legame emotivo con l’Italia; e si sofferma sui rapporti scientifici tra Einstein e i colleghi italiani; sul suo impegno nel sostenere la libertà e la dignità degli scienziati al di qua delle Alpi a seguito del giuramento al Fascismo del 1931; e sul suo radicato pacifismo e impegno politico.
Il progetto nasce dall’esperienza e dagli studi approfonditi di un gruppo di storici della scienza tra Bologna, Pavia, Roma e Milano; oltre che da un contesto istituzionale che ha visto coinvolti, tra gli altri, l’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, l’Ateneo Bolognese, il Centro Ricerche Enrico Fermi di Roma, la Società Italiana di Fisica, insieme ai Comuni di Bologna, Pavia, Casteggio, Canneto sull’Oglio.