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Iraq, distruzione di una nazione

L'alleato

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Il primo terrorista suicida a farsi esplodere allo Stade de France, negli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, era iracheno. Come è potuto accadere che quell'uomo e una parte del suo popolo si sia gettata tra le braccia dell’Isis? La risposta è negli ultimi 40 anni della storia di quel territorio, raccontati da “Iraq, distruzione di una nazione”, la serie in quattro puntate introdotte da Marcella Emiliani, storica del Medio Oriente, in onda da sabato 18 marzo alle 15 su Rai Storia, a 20 anni dallo scoppio della Guerra in Iraq.
Un viaggio nella storia di un Paese dagli anni Settanta, con la presa del potere del giovane Saddam Hussein nel 1979, al Califfato dell'Isis che si instaura nel 2014; dal Saddam, prezioso alleato armato dall'Occidente in funzione anti-iraniana (nella lunga guerra contro Teheran che si trascina tra 1980 e 1988 finendo con un nulla di fatto e un milione di vittime) al Saddam che dell'Occidente diventa, invece, il grande nemico, dopo l'invasione del Kuwait del 1990 e la Prima guerra del Golfo nel 1991. E ancora, gli anni del duro embargo internazionale che colpisce mortalmente la popolazione assai più che il regime, e la Seconda Guerra del Golfo, lanciata nel 2003 dagli Stati Uniti di Bush jr. (per via di “armi di distruzione di massa” mai rinvenute), che porta alla caduta del regime di Saddam, ma anche all'inizio di nuove tragedie. Caduto il tiranno, infatti, il mosaico di popoli e tendenze religiose irachene entra in conflitto e nel caos che si diffonde è il terrorismo a trovare radici e reclute per attentati, coinvolgendo così nuovamente i Paesi dell'Occidente.