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"Enzo Tortora. Ho voglia di immaginarmi altrove"

Storia di un clamoroso errore giudiziario 

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Casualità, vendetta e approssimazione: sono questi i tre elementi che determinano “il caso Tortora”. Un caso raccontato dal documentario di Tommaso Cennamo “Enzo Tortora. Ho voglia di immaginarmi altrove” prodotto da Moviheart in collaborazione con Rai Documentari e con il contributo di Rai Teche, in onda mercoledì 6 marzo alle 22.10 su Rai Storia.
Nei primi anni ’80 Enzo Tortora è un professionista stimato, uno dei volti più noti e amati della televisione italiana. La trasmissione “Portobello” segna l’apice del suo successo, che batte ogni record di share mai realizzato prima, toccando la soglia dei 26 milioni di spettatori, circa il 47 per cento della popolazione. Il volto di Enzo Tortora è nelle case di tutti gli italiani: uno su due lo guarda.
Il mondo del conduttore televisivo, dell’uomo, del padre di famiglia, crolla improvvisamente con il suo arresto, avvenuto il 17 giugno del 1983 con l’imputazione di associazione camorristica e traffico di droga.
Enzo Tortora viene ingiustamente accusato da un pentito e, da quel momento, inizia il suo lungo e doloroso calvario giudiziario, associato a una spietata campagna mediatica nella quale è evidente lo squilibrio tra pochi innocentisti e una schiera di colpevolisti.
Con una struttura che si snoda su due linee di racconto parallele, lo show man e il presunto spacciatore affiliato alla camorra, il documentario ricostruisce i momenti salienti della sua carriera e il tragico pasticcio giudiziario di cui è stato vittima. Contribuiscono al racconto le testimonianze di Francesca Scopelliti, Amadeus, Massimo Bernardini, Riccardo Bocca, Francesco Rutelli, Ricky Tognazzi.