È oro quello che luccica?

Ci siamo imbattuti per caso nel mondo dorato della Gsg Evolution, acronimo della Gold Sweet Gold, una società che ha i manager che vivono a Verona e che si occupano di fare formazione su piani di investimento in oro. Gira da due anni gli alberghi di tutta Italia e, nel corso di presentazioni effettuate rigorosamente a numero chiuso, informa i risparmiatori italiani sulla convenienza a investire in oro e nei preziosi di una società tedesca di nome Auvesta, di cui la stessa Gsg è partner. Il sistema di investimento di cui parlano è questo: il risparmiatore investe i suoi risparmi versandoli su un conto della banca di Trento e Bolzano del gruppo Intesa. Auvesta poi prende i soldi e li porta in Germania e li trasforma in lingottini, che vengono stipati in un caveau e secondo i promotori non sarebbero aggredibili dal fisco italiano. Grazie ai promoter Auvesta ha già raccolto decine di milioni tra i risparmiatori. Ma è tutto oro quello che luccica?

Aggiornamento 08/12/2022
Lo scorso 24 gennaio 2022, la Corte di Appello di Venezia ha riformato la sentenza di primo grado del Tribunale Collegiale di Verona che, in data 18.12.2020, condannava Richard Schoepf, amministratore della GSG Evolution, a un anno e 8 mesi di reclusione e 5.000 euro di multa, per violazione dell'articolo 4 L. 7/2000, per aver esercitato  in via professionale commercio di oro, per conto proprio  o di terzi, senza averne dato comunicazione all'Ufficio Italiano Cambi.  Il Tribunale di Venezia, con sentenza depositata il 26 aprile scorso, ha condiviso la ricostruzione dei fatti del Tribunale di Verona che ha ritenuto che l'attività di commercio di oro dalla società tedesca AUVESTA Edelmetalle si sia svolta almeno in parte sul territorio italiano e che sia gli investimenti venivano svolti da clienti residenti in Italia, che le somme provenienti da tali investitori venivano concentrate su un conto corrente acceso da AUVESTA presso una banca di Bolzano, e che gli stessi segnalatori ricevevano in Italia le provvigioni per le intermediazioni andate a buon fine. Tuttavia ha ritenuto di assolvere Schoepf perché il fatto non sussiste. Gli stessi giudici di Verona avevano ritenuto di non doversi procedere per lo stesso reato contro Franz Hermann Hoelzl, amministratore della AUVESTA Edelmetalle con sede fiscale in Italia, in quanto già assolto dal Gup del Tribunale di Bolzano, per reati sovrapponibili. Di conseguenza, l'assoluzione di Hoelzl si pone in termini incompatibili con la decisione di condanna del Tribunale di Venezia, anche tenendo conto delle ripetute pronunce della Suprema Corte, che ha affermato la necessità di prevenire il contrasto tra giudicati che pone in crisi i principi costituzionali di uguaglianza. Il Tribunale di Bolzano aveva giudicato che l'attività di commercio di oro si fosse sì realizzata, ma fuori dal territorio italiano, in quanto il metallo era conservato in un deposito in Germania.





 

AGGIORNAMENTO DEL 08/08/2016

Dopo circa 9 mesi Report ha visitato un deposito di oro di Auvesta, custodito dalla società Brink’s nella città di Francoforte. L’inviata di Report, Carla Rumor, dopo aver attraversato portoni blindati, ha potuto verificare la presenza dei lingotti d’oro. In totale c’erano 37 scatole contenenti 37 lingotti d’oro da 12 kg. E altre contenenti 109 lingottini da un kg. Il valore stimato complessivo è di circa 30 milioni di euro. Ogni lingotto ha un codice inciso e a un unico lingotto possono corrispondere anche dai 300 ai 700 clienti in relazione all’acquisto di ciascuno. I rappresentanti di Auvesta, inoltre, hanno dichiarato che: “le operazioni di acquisto e vendita di oro, sia per quanto riguarda gli ordini sia per quanto riguarda i pagamenti, avvengono esclusivamente tra Auvesta e i clienti italiani e che, di conseguenza, la società GSG Evolution, il signor Richard Schoepf e il signor Andrea Filipozzi, cui si è fatto riferimento nel servizio, non ricevono in alcun modo denaro da parte dei clienti”.