VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

I Premi David di Donatello

Di Guido Barlozzetti

 

Un’edizione di orgoglio e di resilienza. Il David di Donatello compie 67 anni e lo fa finalmente dal vivo e da uno studio di Cinecittà.

Una torrenziale serata televisiva condotta da Carlo Conti e da Drusilla Foer, ormai assunta nella vetrina tv dopo l’exploit di Sanremo e confezionata in un rosso con gonna debordante.

Sei premi all’immaginifico Freaks out di Gabriele Mainetti, cinque a È stata la mano di Dio con il peso di quelli alla regia di Paolo Sorrentino e al miglior film. Sorprese giovani: Swamy Rotolo, 17 anni, migliore attrice protagonista per A Chiara, Teresa Saponangelo miglior attrice non protagonista per È stata la mano di Dio e Eduardo Scarpetta miglior attore non protagonista per Qui rido io.

Il cinema italiano aveva bisogno di una serata in cui rivedersi, riconoscersi, fare squadra, tenere insieme generazioni diverse e modi diversi di guardare al cinema, tutto nella cornice accogliente e materna di uno studio di Cinecittà. “Tornare qui era importante - ha detto Piera Detassis, Presidente dell’Accademia del Cinema Italiano - la prima volta dopo due anni, un bel segnale avere i protagonisti, i tecnici, tutte le categorie riunite in un posto speciale”.

Non c’è stato un asso pigliatutto, rispetto alle 16 nomination con cui si erano presentati È stata la mano di Dio e Freaks out e le 14 di Qui rido io.

I premi più importanti vanno a È stata la mano di Dio - regia (Sorrentino), film, fotografia (Daria D’Antonio), condivisa con Freaks out, attrice non protagonista (Teresa Saponangelo), David Giovani - un parziale risarcimento nazionale dopo la nomination senza esito agli Oscar.

Un premio speciale anche a Antonio Capuano, il regista che Fabietto incontra alla fine del film. Ruvido e schivo, anticonformista e spontaneo, come il suo cinema. L’altro Premio Speciale va a Sabrina Ferilli, icona di prorompente bellezza mediterranea a proseguire una tradizione al femminile del cinema italiano.

Freaks out ne raccoglie sei, tutti sul versante tecnico di un film che molto lavora sulla potenza e la forza delle immagini: fotografia (Michele D’Attanasio), effetti visivi, trucco (Diego Prestopino, Emanuele De Luca, Davide De Luca), acconciatura (Marco Perna), scenografia (Massimiliano Sturiale, Ilaria Fallacara) e produttore. Prende tre David - documentario, montaggio (Massimo Quaglia, Annalisa Schillaci) e suono - Ennio che Giuseppe Tornatore ha dedicato uno dei maestri della musica (non solo) da film del cinema italiano e mondiale.

Mentre al parallelo per contenuto e periodo I fratelli De Filippo di Sergio Rubini va il riconoscimento per il compositore, Nicola Piovani.

Due premi significativi a Ariaferma, l’intenso carcerario di Leonardo Di Costanzo: Silvio Orlando migliore attore, la sceneggiatura originale (con Costanzo, Valia Santella e Bruno Oliviero).

Una sorpresa, ma fino a un certo punto per chi ha visto A Chiara di Jonas Carpignano, il premio a Swamy Rotolo migliore attrice e vitale protagonista di un film coraggioso e rigoroso su famiglia e rapporti tra generazioni.

La sceneggiatura non originale è quella de L’Arminuta, dal romanzo di Donatella Di Pietrantronio, che l’ha scritta insieme a Monica Zapelli. A Diabolik dei Manetti Bros. resta solo la migliore canzone originale, La profondità degli abissi di Manuel Agnelli.

Il miglior esordio quello di Laura Samani in Piccolo corpo, viaggio magico, poetico, di una madre verso un santuario con il corpo della figlia che è morta alla nascita, in un italia rurale di inizio Novecento.

Un premio va anche al miglior film internazionale: Belfast, l’autobiograficio e drammatico film che Kenneth Branagh ha dedicato alle ferite dell’Irlanda.

Il David guarda anche alla storia del cinema italiano e premia Giovanna Ralli che a sette anni, nel 1942, debutta ne La maestrina con Maria Denis, inizio di una carriera che la porta a Roberto Rossellini (Il Generale della Rovere e Era notte a Roma) e Ettore Scola (C’eravamo tanto amati) e soprattutto a una versatile e ricchissima presenza nella commedia.

 

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