IL MOVIMENTO DEL ’77: 40 ANNI DOPO

Indiani metropolitani, giovani che costituivano l’anima più libertaria e creativa del Movimento, con pistole giocattolo protestano contro la persecuzione di Radio Alice.

 

In occasione del quarantesimo anniversario dei fatti del marzo 1977, che videro le prime vittime negli scontri tra gruppi della sinistra extraparlamentare in rivolta e forze dell’ordine, nonché la chiusura da parte della polizia di Radio Alice, la più nota radio libera bolognese, Easy Web propone un percorso di riscoperta del clima di quegli anni, che ancora oggi rappresentano uno dei periodi storici di più difficile interpretazione per la storia italiana.

 

1977: un anno di frontiera

Quanto accaduto prima e dopo il '77 viene popolarmente ribattezzato il secondo tempo del '68. La metafora calcistica una volta tanto è calzante perché i fermenti che segnarono il '68, e che pian piano mutarono il volto del paese, trovarono nel '77 un loro compimento storico.

A fare da anello di congiunzione tra le due stagioni furono per la prima volta i giovani. Ispirati dalle rivolte studentesche che avevano messo a ferro e a fuoco le università americane, i ragazzi europei divennero il baricentro dell’opinione pubblica.

Ma se gli estremismi di Destra e di Sinistra finirono con lo stravolgere il dibattito politico attraverso la scelta senza ritorno della lotta armata, come documenta il libro appena uscito dal titolo “Visto Censura” [Bébert Edizioni, 2017 – 300 pagine] che raccoglie le lettere dei prigionieri politici e che trasmette la parabola del loro pensiero, altre esperienze meno radicali fecero di quel periodo un inaspettato laboratorio di idee.

La scena culturale, per esempio, conobbe un nuovo impulso per via della presenza di riviste originali, come Re Nudo e Muzak, e grazie all’affermazione della piccola e media editoria: la stessa che ora celebra la propria attività nel Festival che si tiene a Roma, ogni anno, a ridosso dell’Immacolata.

Furono, infatti, editori minori (Formichiere, Lato Side, Tartaruga, Erba voglio, Gamma Libri, Arcana) a fornire, grazie alla messa a fuoco di un inusuale punto di vista, una diversa immagine della realtà. Essi mutuarono questo approccio dai residui della cultura hippie, dalle filosofie orientali, dalla perenne fascinazione per la pop-art, dalle rinnovate forme di protesta – che trovarono una nuova intonazione nella celebrazione della performance artistica – infine, dai tumultuosi suoni del rock, e nella fattispecie del punk.

L’epicentro di questo fenomeno fu il successo di “Porci con le ali”, scritto da Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice, pubblicato dall’editore romano Savelli e in breve tempo divenuto un film. Mentre, proprio nel campo della cinematografia, prendeva le mosse Nanni Moretti, che con “Io sono un autarchico” ed “Ecce bombo” mise alla berlina alcune contraddizioni del costume di quegli anni.

Questi episodi, insieme alle tre edizioni del Festival del proletariato giovanile tenutesi al Parco Lambro di Milano, descrissero il Movimento al suo interno e imposero una riflessione generale negli ambienti intellettuali – di cui il primo a prenderne atto fu un attento Alberto Moravia.

Ma anche nel campo delle istituzioni furono in molti a riconoscere una frattura non più ricomponibile con la cultura giovanile. Come dimostrarono la contestazione al sindacalista Luciano Lama, avvenuta all’Università di Roma il 17 febbraio di quell’anno, e la bagarre mediatica scaturita dopo la chiusura di Radio Alice, il 12 marzo, contro la quale scese in campo un’autorità del livello di Umberto Eco.

Furono questi fatti ad aprire la strada ad una nuova classe dirigente (come ha rammentato Luciano Lanna su «Il Dubbio» dello scorso 2 febbraio) e fu la Francia, ancora una volta, a raffigurare il vento del cambiamento. L’inaugurazione del Centro Pompidou, realizzato dal genovese Renzo Piano e inaugurato a Parigi il 31 gennaio del 1977, simboleggiò una nuova idea di cultura – in risposta all’egemonia Usa sull’arte e rimettendo al centro la necessità della libertà del pensiero, al di là finalmente di ogni ideologia.

Mentre diceva addio Carosello, la trasmissione amata da grandi e piccini che chiuse i battenti il 1 gennaio del 1977, Lucio Dalla esortò a tenere di conto il parere dei pesci (“dai quali – cantava – discendiamo tutti”) nello struggente “Com’è profondo il mare”, il suo album più personale. E come capita solo agli artisti: mise tutti d’accordo.

 

Cenni di storia dagli archivi Rai

I fatti che segnarono il 1977, ma anche la fine dell’anno precedente e la prima metà del successivo, furono molti e assai intricati. Con i materiali provenienti dagli archivi Rai proveremo a ripercorrere alcuni degli eventi principali.

Partiamo dall’analisi della protesta contro il segretario della CGIL Luciano Lama, costretto ad abbandonare il comizio che stava tenendo all’Università di Roma il 17 febbraio 1977, fatta dal professor Giovanni De Luna a Il tempo e la storia di Rai Storia. Ascolta la puntata (durata 37 minuti).

Franco Berardi detto Bifo, uno dei fondatori di Radio Alice, ha raccontato, invece, a Rai Storia i suoi ricordi legati all'esperienza della celebre radio libera bolognese e come è cambiata la radio e la comunicazione in questi anni. Ascolta (durata 7 minuti).
Da "Alice è il diavolo. Storia di una radio sovversiva" [ShaKe Editore, 2002 – 196 pagine + cd] il portale di Rai Storia mette a disposizione alcuni estratti audio originali delle trasmissioni di Radio Alice, tra i quali l'irruzione militare che la chiuse il 12 marzo 1977. Ascoltali di seguito:
Radio Alice prove tecniche di trasmissione (durata 1 minuto).
Radio Alice, per servirla (durata 1 minuto).
Alice invita all’interazione (durata 2 minuti).
Lo Sgombero di Radio Alice (durata 3 minuti).
Alice cospira... nell’etere e nelle strade (durata 3 minuti).

Molti altri eventi si succedettero, causando la morte di manifestanti e agenti di Polizia. Tra questi citiamo ciò che avvenne il 12 maggio ’77, nella ricorrenza della vittoria referendaria per il divorzio, quando il Partito Radicale organizzò una manifestazione in Piazza Navona a Roma alla quale aderirono gruppi di universitari e della sinistra extraparlamentare. Scoppiarono incidenti, la polizia attaccò e sparò: nel corso degli scontri a fuoco rimase uccisa una studentessa di 19 anni, Giorgiana Masi. Due giorni dopo a Milano si animò un’altra manifestazione: un corteo di protesta “contro la repressione” e contro i sanguinosi fatti di Roma. Negli scontri a fuoco in Via De Amicis morì il giovane agente di polizia Antonio Custra. Fu in quell’occasione che venne scattata la foto di Giuseppe Memeo, manifestante col passamontagna che impugna una P38 puntandola nella direzione della Polizia, immagine divenuta poi l'icona più utilizzata dai media per rappresentare il Movimento del '77. A Il tempo e la storia il professore Giovanni De Luna parte da quel giorno di maggio e da quella foto diventata un emblema per ripercorrere fatti, personaggi e retroscena di tutto il periodo. Ascolta (durata 45 minuti).

Concludiamo con un racconto del 1977 dal taglio tutto particolare, documentato da La Grande Storia di Rai 3: una donna, attraverso la lettura del suo diario di quando era giovane, racconta la quotidianità in quell’anno. Ascolta la puntata (durata 56 minuti).

 

 

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