ENZO TORTORA 30 ANNI DOPO

Un galantuomo che ha ancora molto da insegnare

Foto in primo piano di Enzo Tortora, colto mentre conduce uno dei suoi programmi. Il presentatore, capelli brizzolati, indossa una giacca in tessuto principe di Galles sui toni del grigio e bianco e una cravatta marrone.

 

Trent’anni sono trascorsi dalla scomparsa di Enzo Tortora, storico e indimenticato conduttore Rai. Tanto fortunata fu la sua carriera quanto sventurata la sua vicenda personale, che lo vide vittima di una ingiusta condanna giudiziaria.
Rai Easy Web vuole omaggiare il professionista e l’uomo, esempio di talento indiscusso in radio e televisione, di amore e rispetto per il lavoro e per il pubblico, di instancabile lotta per l’affermazione della giustizia.
Con Accadde domani di Radio1 ricordiamo quel 18 maggio 1988 (durata 3 minuti), quando a Milano il conduttore si spense per un cancro ai polmoni: solo per poco aveva potuto assaporare la riacquistata libertà.

 

Chi era Enzo Tortora, conduttore d’avanguardia

Enzo Tortora è stato conduttore e autore radiofonico e televisivo, ma anche attore, giornalista e politico.
Nato a Genova nel 1928, Tortora consegue la laurea in giornalismo e inizia a lavorare con Paolo Villaggio in alcuni spettacoli. A soli ventitré anni viene assunto dalla Rai per condurre lo spettacolo radiofonico Campanile d'oro. Cinque anni più tardi, nel 1956, compare per la prima volta in video presentando, in coppia con Silvana Pampanini, Primo Applauso: da allora sarà protagonista di trasmissioni di successo come Telematch e Campanile sera, fino ad arrivare alla conduzione de Il gambero e La Domenica Sportiva.

Grazie a Baobab di notte su Radio1 del 28/01/2014 (durata 3 minuti) riascoltiamo uno di questi programmi: un brano tratto dalla trasmissione radiofonica Il signore delle 13 presentata da Enzo Tortora, il primo contenitore radiofonico del secondo programma di Radio Rai, in onda dal 1959 al 1961.

Gli anni Settanta vedono addensarsi le prime ombre: il conduttore viene allontanato dalla Rai a causa della pubblicazione di un’intervista in cui aveva definito l'Ente radiotelevisivo «un jet colossale pilotato da un gruppo di boy scout che si divertono a giocare con i comandi». Inizia così a lavorare per diverse emittenti private e testate giornalistiche. Diventa un grande sostenitore di Telebiella e partecipa alla fondazione di Antenna 3 Lombardia.

Nel 1977 Tortora torna in Rai al fianco di Raffaella Carrà con Accendiamo la lampada e, poco dopo, arriva per lui il vero grande successo: Portobello (1977-1983), che lo vede al timone, sarà la trasmissione che batterà ogni precedente record di ascolti. Ispirato al celebre mercatino londinese, il programma sarà considerato il precursore della televisione anni Novanta: si possono infatti vedere, seppur in fase embrionale, alcune delle idee che saranno protagoniste di successivi format televisivi come Stranamore, Carràmba che sorpresa!, I cervelloni e Chi l'ha visto.
Pezzi da 90 di Radio2 del 30/11/2017 ha ricordato il programma e il suo ruolo pioneristico nella tv con la puntata “Enzo Tortora e la magia di Portobello” (durata 12 minuti).

 

Chi era Enzo Tortora, vittima di malagiustizia

Il 17 giugno 1983 inizia un incubo inspiegabile per Enzo Tortora: il volto di Portobello viene arrestato e imputato di associazione camorristica e traffico di droga.
Con queste parole il Tg2 presenta all'Italia le immagini del celebre presentatore in manette: «Enzo Tortora è stato arrestato in uno dei più lussuosi alberghi romani, il Plaza; ordine di cattura nel quale si parla di sospetta appartenenza all'associazione camorristica Nuova Camorra Organizzata (N.C.O), il clan cioè diretto e capeggiato da Raffaele Cutolo: un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e ai reati contro il patrimonio e la persona».
L’annuncio della notizia da parte del Gr2 è riproposto, invece, da Le Voci della radio (durata 2 minuti), insieme alle dichiarazioni che Tortora rilascia ai microfoni mentre esce dalla caserma dei carabinieri per essere portato al Carcere Regina Coeli. Il noto conduttore esprime sbigottimento per l’avvenimento che lo ha coinvolto definendolo “il più colossale errore” della storia giudiziaria italiana.

L'accusa, oltre che su false testimonianze di altrettanto falsi testimoni che emergeranno nell’iter giudiziario, si basa originariamente su un’agendina, trovata nell’abitazione di un camorrista, che riporta un nome scritto a penna e un numero di telefono: in seguito le indagini calligrafiche proveranno che il nome non era Tortora bensì Tortona e che il recapito telefonico non era quello del presentatore.

Dopo 7 mesi di reclusione, nel gennaio del 1984 viene liberato, ma il 17 settembre 1985 sarà condannato a dieci anni di carcere.
Nel giugno ’84 Tortora viene eletto eurodeputato del Partito Radicale, del quale è anche Presidente. Si dimetterà dal Parlamento europeo il 31 dicembre 1985 quando, rinunciando all’immunità parlamentare, resta agli arresti domiciliari. La sua innocenza viene dimostrata e riconosciuta il 15 settembre 1986, giorno in cui la Corte d'appello di Napoli lo assolve definitivamente.

Mangiafuoco di Radio1 ha ricostruito tutto il “Caso Tortora” (durata 32 minuti) nella recente puntata dell’11/04/2018.

Anche La grande radio del 06/11/2005 (durata 32 minuti) ha ripercorso la vicenda giudiziaria del giornalista, questa volta attraverso il montaggio di frammenti audio tratti da inchieste, servizi e interviste realizzate per il Giornale Radio in un arco temporale che dell’anno dell’arresto arriva fino al giorno della sua morte.
E’ di nuovo Pezzi da 90 di Radio2 a ricordare “Enzo Tortora. Un uomo perbene” (durata 9 minuti) il 15/09/2016, a trent’anni dalla sentenza di assoluzione con formula piena che la Corte di Cassazione renderà definitiva il 13 giugno del 1987.

 

Enzo Tortora e la sua lezione di giustizia

Il 20 febbraio del 1987, Tortora ritorna sugli schermi Rai con il suo cavallo di battaglia: “Portobello”.
Celebre resta il suo discorso in apertura del programma: «Dunque dove eravamo rimasti… Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche… Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni, molta gente ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me e io questo non lo dimenticherò mai, e questo grazie a questa cara buona gente; dovete consentirmi di dirlo. L’ho detto e un’altra cosa aggiungo: io sono qui anche per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti e sono troppi; sarò qui, resterò qui anche per loro… E ora cominciamo come facevamo esattamente una volta…».
Per rivivere l’emozione di queste parole come il pubblico di allora e riattraversare tutta l’incredibile storia del conduttore, riascoltiamo dalla web tv Rai Bianco e Nero dedicata alla televisione di una volta la puntata “Enzo Tortora dunque, dove eravamo rimasti?” (durata 9 minuti).

Tortora è deceduto poco dopo la sentenza che metteva fine al suo calvario.
Questa triste vicenda ha portato al cosiddetto referendum Tortora del 1987, un referendum popolare volto a introdurre la responsabilità civile dei magistrati. Con larghissima maggioranza i cittadini italiani hanno scelto il sì, ma la legge varata dal Guardasigilli ed ex-magistrato Giuliano Vassalli, che doveva dar seguito al voto, a giudizio di molti ha snaturato il risultato referendario, introducendo una versione estremamente debole di responsabilità, limitata di fatto al solo dolo specifico (cioè alla malafede del magistrato) difficilissimo da dimostrare. Solo nel 2015, dopo 28 anni, è stata approvata dal Parlamento una legge simile a quella richiesta dalla consultazione referendaria.

 

 

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