Nel 2004 l’ambizione degli italiani era fare l’imprenditore. Oggi il posto più ambito sembra essere quello da impiegato dipendente. Possibilmente in un Ente pubblico. Al Nord come al Sud. A sognare un impiego del genere è buona parte dei giovani: compresi i laureati con tanto di master. Anche se non mancano quelli che ancora si orientano verso lavori autonomi e imprenditoriali. Motivi dominanti della scelta: la sicurezza e le garanzie economiche. Sono questi i risultati del sondaggio “Il Lavoro che vorrei” promosso a livello nazionale da ADECCO, Agenzia per il Lavoro certificata dal Ministero. E le sorprese non finiscono qui… Contrariamente a quanto si pensi, tra le attività meno appetibili spiccano quelle legate al mondo dello spettacolo, in tutte le sue componenti. Come dire: gli adolescenti sognano fino a 20 anni di diventare calciatori, modelle o modelli, attrici o attori, musicisti, conduttrici o conduttori, registi... Poi, dopo aver assaggiato la vita, rinunciano a coltivare queste ambizioni e rivalutano il valore della certezza. Come dobbiamo considerare questo dato? Cosa si nasconde dietro queste cifre? Fino a che punto è un fenomeno negativo, fino a che punto è positivo? Perché sono cambiate così drasticamente le ambizioni lavorative dei nostri connazionali, in particolare i giovani? In queste preferenze domina il realismo o lo scoramento? Ospiti: il prof. PATRIZIO DI NICOLA, DOCENTE DI SOCIOLOGIA DELL’ORGANIZZAZIONE ALLA SAPIENZA DI ROMA,il dott.AGOSTINO DI MAIO, DIRETTORE DI ASSOLAVORO e con il dott. NATALE FORLANI, DIRETTORE GENERALE DELL’IMMIGRAZIONE PRESSO IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI. Per molti anni è stato PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO DI “ITALIA LAVORO”, L’AGENZIA TECNICA DEL MINISTERO PER LE POLITICHE ATTIVE DELL’OCCUPAZIONE.