MEMORIA DELL’OLOCAUSTO E RICORDO DELLE FOIBE

A sinistra la foto di una donna anziana e alcuni bambini ad Auschwitz. A destra una foto del piroscafo Toscana che imbarca profughi a Pola.

 

Dal buio del tempo alla luce della storia

L’orrore provato dall’Armata Rossa, quando il 27 gennaio 1945 arrivò ad Auschwitz, fu tale da provocare una commozione generale nelle popolazioni del pianeta e uno sdegno presso le diplomazie di tutti i paesi.

Prima di quella data l’esercito sovietico aveva già liberato alcuni campi di sterminio, dove tuttavia le tracce della presenza umana erano ridotte al minimo. Mentre Auschwitz, essendo un campo di concentramento, rivelò il lato più cruento e irresponsabile della follia nazista – al termine di un conflitto, la Seconda guerra mondiale, che dal 1939 al 1945 causò la morte di sessanta milioni di persone.

Ma se il dramma subito dalla comunità ebraica è stato sempre al centro del dibattito pubblico internazionale – al punto che nel 2005 l’Onu ha stabilito la data ufficiale per rendere memoria e giustizia dell’eccidio, scegliendo proprio quella del 27 gennaio – l’attenzione posta sul massacro delle Foibe è stata pressoché inesistente, almeno fino alla caduta del muro di Berlino e al crollo del comunismo.

Accaduta a ridosso della fine della guerra, dunque a metà degli anni Quaranta, la tragedia delle Foibe – dal nome delle caverne verticali tipiche dell’Istria dove furono gettati, spesso ancora in vita, migliaia di prigionieri – fu tanto più disumana perché coinvolse le vicine popolazioni della Venezia Giulia, della Dalmazia, dell’Istria e della Jugoslavia in una tragica esplosione di furia razziale, alimentata prima dalle occupazioni italiane e tedesche e dopo dalla crescente presenza sovietica.

Da tempo questa immane tragedia viene anch’essa ricordata in una circostanza precisa, ispirata infatti al trattato di Parigi che ebbe luogo il 10 febbraio del 1947 e che assegnò alla Jugoslavia la maggior parte della Venezia Giulia.

Oggi ci si chiede cosa rimane di questo enorme dolore nella memoria collettiva. E’ utile allora rammentare lo sconcerto di un testimone eccellente.
Sovente coinvolto a ricordare la sua esperienza di deportato, Primo Levi in una occasione ebbe a dichiarare: «Ho l’impressione che il mio linguaggio sia diventato insufficiente. Mi sono sentito messo nella condizione di reduce a tutti i costi. Ho percepito la debolezza del mio argomento, con la consapevolezza di vivere in un mondo in rapidissima trasformazione. Non ho nessun dubbio sul valore dei miei libri, ma ho l’impressione che siano invecchiati».
L’affermazione dello scrittore piemontese – conosciuto per “Se questo è un uomo”, memoriale sulla vita nei campi di lavoro nazisti – oltre che confermarne l’umanità, suonava come un campanello d’allarme rispetto a un sentimento contraddittorio che nel tempo è andato accentuandosi presso una parte dell’opinione pubblica.

Uno stato d’animo che è emerso in questi giorni dalla lettura dei giornali. Da Vittorio Pavoncello, che su «Il Fatto Quotidiano» del 24 gennaio ha ricordato come non si possa risolvere culturalmente una questione – quella dei rigurgiti razzisti – che deve essere contrastata innanzitutto dalle istituzioni, a Ernesto Galli della Loggia, che sul «Corriere della Sera» del 25 gennaio ha indicato come un reale impegno nell’antisemitismo possa scuotere l’Europa dall’impotenza politica.

Non bisogna dunque abbassare la guardia. Lo dimostra il film Austerlitz del regista Sergej Loznitsa, in uscita in questi giorni, che amaramente documenta come i campi di sterminio siano ora divenuti poli di attrazione turistica. Lo narra Piotr Cywinski nello struggente libro Non c’è una fine, edito in questi giorni da Bollati Boringhieri. E lo racconta Francesco Guccini in Sono morto che ero bambino, il bel documentario di Nene Grignaffini e Francesco Conversano che Rai Storia propone in prima serata il 27 gennaio.

 

 

Dagli archivi Rai, per non dimenticare

Alle due ricorrenze che cadono in questi giorni la Rai ha sempre dedicato grande attenzione, offrendo molti spunti di riflessione agli ascoltatori della programmazione radio-televisiva.
Mentre seguiamo il palinsesto attualmente in onda sul tema dell’Olocausto, all'interno del quale ci piace evidenziare la puntata speciale di Tutta la città ne parla di Radio3, in diretta dalla sinagoga di Venezia, e il film Elser - 13 minuti che non cambiarono la storia (durata 109 miuti), sul fallito attentato ai danni di Hitler, che avrebbe forse potuto cambiare lo svolgersi degli eventi storici per come lo conosciamo, vogliamo riproporvi i programmi più interessanti trasmessi negli ultimi anni. Ciascuna a suo modo, le diverse trasmissioni si sono proposte di preservare la memoria della Shoah e dell’eccidio delle foibe, due dei momenti più bui della storia contemporanea.

 

Audiodescrizioni

Il film TV Mi ricordo Anna Frank, tratto dall'omonimo libro di Alison Leslie Gold, ha raccolto la lunga testimonianza di Hanneli Goslar, una delle migliori amiche di Anna Frank, giovanissima vittima dei campi di concentramento.
Clicca qui per ascoltare l'audiodescrizione (durata 92 minuti).

La miniserie in due parti Il cuore nel pozzo narra, invece, le vicende della comunità istriana nel 1944, l’orrore delle foibe e l’arrivo dei partigiani di Tito.
Di seguito i link alle audiodescrizioni: Prima parte (durata 79 minuti) - Seconda parte (durata 81 minuti).

 

La radio parla della Shoah

In occasione della celebrazione del Giorno della Memoria dello scorso anno, il Gr Parlamento ha dedicato una puntata speciale a ricordo e monito dell’Olocausto. Ascoltala (durata 52 minuti).

La memoria è un valore che va riaffermato continuamente, soprattutto se legato ad eventi storici che hanno segnato profondamente l’umanità.
Di questo tema si è occupato anche Fahrenheit di Radio3, che ha iniziato la settimana dedicata alla memoria dello scorso anno parlando del rischio della dimenticanza e dell'indifferenza: ascolta la puntata (durata 31 minuti). Il 27 gennaio il programma è tornato, poi, a discutere di memoria letteraria della Shoah: ascolta (durata 32 minuti).
E’ stato Fahrescuola a indagare gli aspetti problematici della memoria, soprattutto per il popolo che nella vicenda di decenni fa ebbe il ruolo dell’oppressore: quello tedesco. Siccome “Ricordare fa male”, come è stata intitolata la trasmissione, si arriva al paradosso che un ragazzo su cinque in Germania, tra i 14 e i 17 anni, non ha mai sentito parlare di Auschwitz: ascolta la puntata (durata 6 minuti).

Per mantenere memoria di un fatto storico così importante occorre tramandare il ricordo alla nuove generazioni. Questa consapevolezza sta alla base dei molti viaggi che gli studenti delle scuole italiane compiono in questo periodo per visitare i campi di concentramento nazisti. Ne ha dato testimonianza Tre soldi di Radio3 con l’audiodocumentario "Auschwitz A/R" di Sara Sanzi: il racconto del viaggio di 145 studenti di Roma che hanno visitato Auschwitz e Birkenau.
Prima puntata (durata 16 minuti).
Seconda puntata (durata 13 minuti).
Terza puntata (durata 15 minuti).

Un viaggio simile è stato compiuto per la prima volta lo scorso anno da un gruppo di medici e ricercatori degli ospedali romani Bambin Gesù e Israelitico, per approfondire il ruolo che i medici ebbero nella fabbrica dell'orrore. Ascolta la puntata di La radio ne parla di Radio1 dell’11/11/2016 (durata 45 minuti).
Tale viaggio è stato citato anche nella puntata di Tg1 Dialogo (durata 10 minuti) a cura di Piero Damosso, andata in onda il 28 gennaio di quest'anno, in occasione di una riflessione sulla Shoah a partire dalla visita alla Fosse ardeatine.

Arte e letteratura sono state spesso un appiglio salvavita per gli uomini e le donne, giovani e meno giovani, che si sono trovati ad affrontare il terrore in prima persona. Sono ormai divenute “classici” della letteratura molte opere legate allo sterminio del popolo ebraico. Ad alta voce di Radio3 ce ne ha fatte ascoltare alcune:
Diario di Anna Frank
La tregua di Primo Levi

Proprio le testimonianze dello scrittore Primo Levi e del padre di Anna Frank, Otto Frank, sono state trasmesse da La Grande Radio di Radio3, nella puntata dedicata alla giornata della memoria dello scorso anno, insieme alle riflessioni dei filosofi Zygmunt Bauman e Giorgio Agamben e dello storico Sergio Luzzatto. Clicca qui per ascoltare (durata 46 minuti).
Ed è ancora la voce di Primo Levi che ricorda l’Olocausto per Pezzi da 90 di Radio2. Ascolta (durata 12 minuti).

Non sono mancate neppure le proposte per ricordare la Shoah in una chiave insolita, ma pienamente inscritta nella tradizione ebraica e in quella delle arti: l’umorismo.
Pezzi da 90 lo ha fatto con “Le storielle umoristiche di Moni Ovadia(durata 12 minuti), mentre Il teatro di Radio 3 ha trasmesso, invece, in diretta dalla Sala A di via Asiago lo spettacolo L’ultima risata. Comici nei campi nazisti (durata 101 minuti), scritto da Antonella Ottani.
Anche Hollywood party ha affrontato l’argomento con lo stesso taglio, ma dal punto di vista cinematografico ricordando, inoltre, il regista polacco Krzysztof Kieslowski nel ventennale della sua scomparsa. Ascolta la puntata (durata 46 minuti).

Infine, non è mancata la “Musica nei lager”: il legame tra musica e politica nella Germania nazista è stato, infatti, assai stretto, come ha raccontato Radio3 Suite. Ascolta la puntata (durata 24 minuti).

Per spiegare questi grandi temi ai più piccoli, la Rai ha dedicato un sito alla Giornata della Memoria pensato per ragazzi e bambini.
Ad esempio, chi sa rispondere semplicemente a queste altrettanto semplici domande?
Che cos'è la Giornata della Memoria? (durata 1 minuto)
Che cos'è la Shoah? (durata 1 minuto)

 

La radio parla delle foibe

Anche in occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo dello scorso anno, il Gr Parlamento ha trasmesso una puntata speciale per non dimenticare le vittime di questa ulteriore pulizia etnica. Ascoltala (durata 51 minuti).

Correva l'anno di Raitre ha realizzato un approfondimento sulla tragedia a lungo dimenticata degli italiani finiti nelle grotte carsiche che qui vi riproponiamo (durata 37 minuti).

L’Inviato speciale di Radio1 ha ripercorso i luoghi della memoria in Istria nella puntata del 06/02/2016 (durata 49 minuti) e un programma specializzato nel raccontare storie italiane come Restate scomodi ricorda ogni anno questa triste vicenda. Lo ha fatto anche nell’anniversario della ricorrenza nel 2016 (durata 46 minuti) e nel 2015 (durata 67 minuti).

Radio 2 ha affidato a Pezzi da 90 e alla sua inconfondibile verve le testimonianze dei protagonisti degli orrori di quell’epoca. Ascolta le puntate sul tema realizzate nel 2016 (durata 13 minuti) e nel 2015 (durata 10 minuti).

Infine, Raiscuola ha provato a spiegare ai ragazzi il genocidio degli italiani nelle foibe carsiche. Qui vi riproponiamo l’ascolto di “Le foibe. Il passato riaffiora(durata 14 minuti) e “Giorno del Ricordo(durata 6 minuti).

 

 

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