IL GIORNO DELLA MEMORIA

27 gennaio 1945 - 27 gennaio 2018

Foto del campo di concentramento di Aushwitz: gli austeri edifici bassi e lunghi in mattoncini destinati ai detenuti si susseguono ordinatamente su un vasto prato. In lontananza le torrette di controllo.

 

L’attualità di un ricordo

Una polemica scoppiata in Francia nelle settimane passate ha alimentato il dibattito politico anche in Italia.

L’editore Gallimard ha deciso, dopo aver subito molte pressioni da parte dell’opinione pubblica, di non mandare in libreria i testi antisemiti di Louis-Ferdinad Céline.

In vita sua lo scrittore, uno dei più importanti del Novecento e autore nel 1932 del celebre Viaggio al termine della notte, non aveva mai fatto mistero del risentimento provato verso gli ebrei. La sua posizione, a più di cinquant’anni dalla morte, potrebbe essere ancora presa ad esempio da qualcuno, come ha sottolineato Furio Colombo su «Il Fatto Quotidiano» del 23 gennaio, schierandosi contro la stampa dei testi.

La vicenda, pure avvenuta nell’ambito culturale, ha confermato l’attualità della questione ebraica. Un argomento che oltretutto richiama, specie in Italia, quello altrettanto delicato del razzismo di matrice fascista.

L’Italia non è stata a guardare. Infatti, il Presidente Sergio Mattarella nei giorni scorsi ha nominato senatrice a vita Liliana Segre, testimone della Shoah.

A margine dell’episodio Lina Palmerini (su «Il Sole 24 Ore» del 20 gennaio) ha accostato la nomina della Segre alla visita che tre anni fa Mattarella, nel suo primo giorno da Capo dello Stato, decise di compiere presso le Fosse Ardeatine – dove nel marzo del 1944 furono trucidati 335 civili come rappresaglia per l’attentato partigiano di Via Rasella, a Roma.

Queste due iniziative hanno espresso la volontà del Presidente della Repubblica di mettere a fuoco i valori che la Costituzione, a settant’anni dalla sua entrata in vigore, continua a rappresentare: quelli della convivenza e dell’eguaglianza, insieme al rifiuto del razzismo e dell’antisemitismo.

Sopravvissuta ad Auschwitz, dove fu deportata nel 1944 su di un carro bestiame, la Segre è da tanti anni impegnata a far vivere la memoria dell’orrore avvenuto nel campo di sterminio nazista.

Un impegno cha in principio ha comportato molte difficoltà, incassando l’indifferenza generale delle istituzioni e della gente comune (come lei stessa ha ricordato in un’intervista concessa a «La Stampa» del 20 gennaio) e che invece ora trova riscontro nella motivazione della nomina a senatrice, condivisa dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha controfirmato il decreto e ha ricordato come la decisione assunta dal Quirinale cada a ottant’anni dalle leggi razziali.

Di origine greca, l’espressione Olocausto vuole dire bruciato interamente. Essa è comunemente associata alla parola Shoah, che invece nella lingua ebraica significa distruzione e catastrofe.

Il termine assunse un drammatico risvolto politico quando venne adottato da Adolf Hitler che, una volta al potere nel 1933, diede mandato di individuare una soluzione finale che prevedesse l’eliminazione fisica degli ebrei e di altre comunità etniche indesiderate come i rom, i sinti, i malati di mente, i comunisti, gli omosessuali, i testimoni di Geova e numerose popolazioni slave.

Il criminale piano di annientamento fu attuato dal dittatore per mezzo di un formidabile e spietato meccanismo organizzativo, il cui anello conclusivo furono i campi di concentramento e di sterminio.

Le difficoltà incontrate da Liliana Segre quando provò a trasmettere la sua testimonianza, una volta rientrata nella società civile, furono le medesime affrontate da Primo Levi, allorché, subito dopo la guerra, vide rifiutato il proprio manoscritto Se questo è un uomo, poi divenuto uno dei libri più importanti della storia.

La riproduzione di una politica democratica non è mai così certa, ha dichiarato il politologo Michael Walzer. Anche per questo motivo, ogni anno, l’anniversario dell’Olocausto è così necessario.

 

La Rai per la memoria

Lo scorso 25 gennaio una puntata speciale di La radio ne parla (durata 108 minuti) di Radio1 è stata dedicata al Giorno della Memoria. La diretta dal Salone degli Specchi del Quirinale ha seguito tutta la celebrazione, culminata con l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La recente e già citata nomina proprio da parte del Capo dello Stato di una delle ultime testimoni della Shoah, Liliana Segre, a senatrice a vita è stata l’occasione per Radio3 Suite di far riascoltare un'intervista di Marino Sinibaldi (durata 8 minuti), andata in onda dal Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano il 27 gennaio 2001, nella quale la donna ricorda il difficile ritorno alla vita “ordinaria” dopo l'esperienza da adolescente nei campi di sterminio.
Anche Sorgente di Vita su Raidue ha raccontato l’eloquente storia della Segre nel breve documentario “Dopo il silenzio” (durata 13 minuti).

Testimonianze toccanti, tra loro diverse ma tutte unite dai tragici eventi storici che hanno stravolto le vite dei protagonisti, sono anche quelle riproposte da La Grande Radio (durata 45 minuti): le voci di Nedo Fiano, Settimia Spizzichino, Primo Levi e Piero Terracina.

Altra storia di deportazione, con ancor più tragico epilogo ma altrettanto significativa per la memoria della Shoah, è quella di Etty Hillesum, giovane olandese deportata con la famiglia ad Auschwitz e deceduta a ventinove anni, che ha affidato alla penna una preziosa testimonianza di vita.
Uomini e Profeti di Radio3 ne ha introdotto la figura nella puntata dello scorso 6 gennaio (durata 73 minuti), mentre Ad alta voce ha proposto la lettura del “Diario 1941 – 1943”. Anche Gettoni ha provato a riassumere in cinque episodi la breve esistenza dell’autrice con il ciclo “Una bicicletta nella neve”.

Di libri e Olocausto si è occupato più volte Fahrenheit di Radio3.
Lo ha fatto il 24 gennaio di quest’anno con la puntata “Il fascino discreto della dittatura” (durata 100 minuti) e con “Il libro del giorno” (durata 25 minuti), individuato in Le assaggiatrici di Rosella Postorino.
Lo aveva fatto anche lo scorso anno, ad esempio, con una puntata dedicata al “Giorno della Memoria” (durata 33 minuti) e “Il libro del giorno” (durata 19 minuti), indicato in Il partigiano Edmond di Aharon Appelfeld.

Affidare la testimonianza della storia vissuta al teatro o alla musica è un altro modo per tramandare efficacemente la memoria di orrori che non si possono dimenticare.
E' bello vivere liberi di e con Marta Cuscunà (durata 58 minuti) proposto da Il Teatro di Radio3 è un progetto teatrale ispirato alla vita della staffetta partigiana Ondina Peteani, anche lei sopravvissuta ad Auschwitz.
Il Concerto per la Giornata della Memoria (durata 70 minuti) del 29 gennaio 2017, trasmesso da Radio3 in diretta dalla Cappella Paolina del Palazzo del Quirinale, ha invece offerto un saggio della musica scritta nei campi di concentramento o da autori poi in essi internati: Hans Krása, Gideon Klein, Viktor Ullmann eseguiti da Quodlibet Trio, Sergio Lamberto e Giuliano Graniti.

L’intreccio “Tra storia personale e grande storia” (durata 46 minuti) è il filo conduttore che la documentarista Rebecca Samonà, il regista Pasquale Scimenca e il musicista, scrittore e poeta Piero Nissim, con Steve Della Casa e Alessandro Boschi di Hollywood Party di Radio3, hanno seguito per ricordare i piccoli e grandi avvenimenti legati alla tragedia dell'Olocausto. Provare a entrare nelle trame di questa maglia è la chiave per tramutare le asettiche pagine di un libro di storia in cocenti stralci di vita vissuta.

 

 

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