3° GIORNATA NAZIONALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DELL'IMMIGRAZIONE:
IN RICORDO DELLA STRAGE DI LAMPEDUSA

Le croci realizzate con il legno del barcone affondato il 3 ottobre 2013 a Lampedusa (Ansa).

 

A cinque anni di distanza dalla più grave tragedia che ha coinvolto i migranti diretti ad approdare in Italia e due anni dopo l’istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, la Rai ricorda il dramma del 3 ottobre 2013 con una speciale programmazione: ecco qui tutti gli appuntamenti.

Rai Easy Web partecipa alla riflessione su un tema più che mai di attualità, partendo dalla cronaca per attraversare l’archivio Rai.

 

Che mondo sarà?

Negli ultimi decenni le crisi politiche e economiche (per tacere delle guerre e del terrorismo di ispirazione religiosa…) hanno messo in ginocchio l’America Latina, l’Africa, il Medio e l’Estremo Oriente. Come estrema conseguenza esse hanno prodotto il fenomeno delle migrazioni.

Mentre la geopolitica del pianeta ha dunque scavato un solco tra il Nord e il Sud del mondo, milioni di uomini e donne sono stati obbligati ad abbandonare la propria terra d’origine senza avere certezze del loro avvenire, salvo quello di salvare intanto la pelle e di ridursi a vivere alla giornata.

Il dramma della migrazione è esploso in tutta la sua emergenza nell’ottobre del 2013, quando al largo di Lampedusa perirono 368 persone, tutte in fuga dalle loro terre disagiate e nutrite solo della speranza di cambiare volto al proprio destino. Per assegnare un significato a quella tragedia e trasmetterne la memoria, nel 2016 è stata istituita la Giornata nazionale per le vittime dell’immigrazione.

In passato i flussi migratori sono stati affrontati in termini di emergenza, nella convinzione errata che si trattasse di un fatto episodico. Ma oggi l’estensione del processo è tale da esigere una soluzione diversa, che tenga conto da un lato del diffuso malessere subentrato nell’opinione pubblica e dall’altro dell’obbligatorietà della convivenza – ormai al centro, nel bene e nel male, della vita collettiva.

Le recenti polemiche sul ruolo delle Ong nei soccorsi in mare. La crescente xenofobia che minaccia di indebolire la coesione sociale. La paura della violenza. L’immigrazione irregolare. I salvataggi. I corridoi umanitari. I respingimenti. La gestione dei richiedenti asilo. Le forme dell’accoglienza. I problemi legati ai rimpatri, alla cittadinanza e alle implicazioni delle differenti appartenenze religiose. L’identità nazionale. L’idea di frontiera.

L’insieme di queste categorie documenta come negli Stati-nazione che vanno formandosi in Europa e nel resto del mondo (e di cui l’Italia rappresenta un modello) perduri l’assenza di un rinnovato apparato elettivo e rappresentativo, di solide relazioni industriali e infine di un sistema condiviso di relazioni tra razze ed etnie e tra le loro rispettive forme di culto.

Alla luce di queste istanze molti amministratori pubblici hanno suggerito di effettuare sperimentazioni locali (da provare ad applicare prima in provincia e poi nelle grandi città, a loro volta oggetto di profonde trasformazioni…) con l’obiettivo un giorno di rendere tutti i cittadini uguali. Però rimane molta strada da fare e non è detto che la comunicazione non sia chiamata a giocare un ruolo sempre più decisivo nell’allestimento e nella propaganda di una nuova e riveduta educazione civica.

Passò inosservato nel 1982 il film The border, girato dal premio Oscar Tony Richardson e interpretato da una star come Jack Nicholson. Eppure quella pellicola anticipava il dramma di un’ampia parte della popolazione messicana impegnata ogni giorno a oltrepassare il confine con gli Stati Uniti, alla ricerca disperata di un’esistenza più dignitosa e causando un problema che è stato e resta al centro dell’amministrazione Usa.

Il problema delle migrazioni, infatti, non riguarda solo i paesi affacciati sul bacino del Mediterraneo, bensì tutte le aree del mondo nelle quali è accaduto – e continua ad accadere - l’attrito tra ricchezza e povertà. Come nel corso del tempo è stato il fuggifuggi dei cittadini cubani verso le coste della Florida, oppure quello delle popolazioni dell’Europa dell’Est all’indomani della caduta del Muro di Berlino, e come pochi mesi fa ha dimostrato il caso dell’Australia, una nazione grande come un continente e per tradizione accogliente e ora invece impegnata in un radicale giro di vite sulla questione migranti.

Ma le migrazioni, secondo il parere degli analisti, aumenteranno sempre di più e bisognerà individuare delle risposte a domande sempre più urgenti. Come è stato fatto notare le migrazioni, forzate o scelte, raffigurano ormai l’esperienza fondamentale del nostro tempo.

Intanto, a margine di un dibattito pubblico sempre più acceso, il fenomeno dei migranti ha scatenato l’editoria attraverso una pletora di titoli. Tra questi il recente libro Immigrazione, scritto dal sociologo Stefano Allievi, prova a mettere ordine su un tema tuttora privo di soluzioni. E chissà che non abbia ragione il brillante studioso Marc Augé, quando fa notare che “…la storia progredisce anche a causa delle crisi”.

 

Il ricordo di Radio Rai

La Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione è stata, sin dalla sua istituzione, al centro delle trasmissioni radio della Rai.

La ricorrenza era stata preannunciata dalla miniserie Lampedusa - Dall'orizzonte in poi, andata in onda il 20 e il 21 settembre 2016: le storie dei profughi che ogni giorno attraversano il Mediterraneo e degli operatori impegnati a salvarli sono state raccontate dal punto di vista del Maresciallo Serra della Guardia Costiera, interpretato da Claudio Amendola, e della responsabile del centro di prima accoglienza Viola, impersonata da Carolina Crescentini. Di seguito le due puntate da riascoltare in audiodescrizione: puntata 1 (durata 93 minuti) – puntata 2 (durata 94 minuti).

La mattinata del 3 ottobre è stata dedicata, poi, al ricordo della strage di Lampedusa e alle notizie che ancora mettevano in primo piano il tema dei migranti:
Voci del mattino di Radio1 (durata 58 minuti) ha dato spazio agli ascoltatori, accostando le riflessioni sulla Giornata per le vittime dell’immigrazione a quelle sulla vincita a sorpresa del No nel referendum sull’accordo governo-Farc in Colombia, sulle vittime dimenticate della guerra in Yemen, sulla crisi libica, ma anche sul mancato raggiungimento del quorum al referendum ungherese sui rifugiati.

Marina Lalovic di Radio3 Mondo (durata 29 minuti) ha invece parlato della situazione dei migranti tra Calais e l’Italia, ma anche dei risultati del referendum anti-migranti in Ungheria con Marco Zatterin, vice direttore de «La Stampa», Julia Vasarhelyi, giornalista freelance da Budapest, e con Giacomo Alberto Vieri ospite in studio, autore del blog Breakfast on tour per «La Repubblica».

Dalla cronaca alla cultura il primo passo lo ha compiuto Fahrenheit di Radio3 (durata 12 minuti): Maddalena Crippa ha prestato la voce a Lampedusa beach, primo capitolo della Trilogia del naufragio di Lina Prosa.
Testo del 2003, prodotto e messo in scena nel 2013 a Parigi dalla Comédie-Française, ha per protagonista Shauba, una giovane africana che racconta in prima persona il naufragio da lei patito proprio al largo di Lampedusa.

Il Teatro di Radio3 (durata 86 minuti) ha trasmesso nella serata LIRETA, a chi viene dal mare di Mario Perrotta, pièce dedicata alla storia vera di un’immigrata albanese, Lireta Katiaj.

L’anno successivo la ricorrenza è stata celebrata da Radio3 in modo del tutto particolare: durante la giornata è stata trasmessa un’installazione sonora letta da Tareke Brhane (durata 6 minuti), presidente del Comitato 3 Ottobre, che ha ricostruito il naufragio del 2013.

Tutta la città ne parla (durata 53 minuti) ha aperto la giornata con le tante le telefonate arrivate sul tema dell’immigrazione, tra le quali non sono mancate le polemiche sull’opportunità di istituire una giornata in memoria delle vittime mentre si fanno accordi con gli scafisti. Con gli ospiti in studio, tra cui Vittorio Piscitelli, Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse, e Michela Iaccarino, reporter che ha raccolto le testimonianze dei parenti dei naufraghi di Lampedusa per il progetto Sciabica di Fabrica e UNHCR, si è provato a raccogliere e a raccontare le storie dei migranti che hanno perso la vita.

La puntata di Fahrenheit intitolata “Lampedusa 368” (durata 32 minuti) per parlare dell’argomento ha ospitato, invece, Pietro Bartòlo e Lidia Tilotta, autori di Lacrime di sale. La mia storia quotidiana di medico di Lampedusa tra dolore e speranza (Mondadori 2016), insieme a Grazia Rossi, docente dell’Istituto “Monna Agnese” di Siena che ha accompagnato a Lampedusa quattro studentesse della scuola nell’ambito del progetto L’Europa inizia a Lampedusa.

Anche L’idealista (durata 30 minuti) ha composto per l’occasione una lista di canzoni che affrontano il tema dell'immigrazione in ogni parte del mondo: Il tragico naufragio della nave Sirio di Francesco De Gregori e Giovanna Marini, I Pity The Poor Immigrant di Bob Dylan, Clandestino di Manu Chao, Paper Planes di M.I.A. e Intinerant Child di Ian Dury and The Blockheads.

La serata ha visto protagonista Davide Enia con Scene dalla frontiera per Il Teatro di Radio3 (durata 107 minuti). In diretta dalla Sala A di Via Asiago, lo spettacolo tratto dall’ultimo romanzo dell’autore, Appunti per un naufragio (Sellerio 2017), ha raccontato quello che ancora oggi accade nel Mediterraneo, concentrando l’attenzione su chi lavora nelle squadre di soccorso in mare.

Concludiamo con Il pensiero del giorno di Radio1 del 06/10/2018 (durata 3 minuti), affidato a Marinella Perroni, docente al Pontificio Ateneo Sant'Anselmo, che torna a riflettere a qualche giorno di distanza sul 3 ottobre, sottolineando il gesto di alcune donne siciliane che hanno portato fiori sulle tombe di migranti morti in mare e rimasti senza nome.

 

 

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