1 MAGGIO: LAVORO E LAVORATORI AL CENTRO DEL DIBATTITO

Manifestazione per il primo maggio in Italia, negli anni cinquanta. In testa al corteo ritratto nella foto in bianco e nero, davanti alla banda musicale, due uomini sorreggono uno striscione che recita 'W il 1° maggio'.

 

Tutto succede a maggio

Le temperie sociali all’origine della festa del Primo maggio, maturate nel clima infuocato che ai primi del Novecento connotò molte battaglie sindacali, oggi sono in parte un ricordo.

Tuttavia le numerose tragedie verificatesi di recente nel nostro paese, e che hanno portato a quasi 180 decessi solo dall’inizio dell’anno, hanno ribadito come molte questioni del mondo del lavoro (dai salari alle condizioni igieniche fino alla sicurezza) rimangano irrisolte.

L’origine della ricorrenza affonda le radici nelle lotte operaie di fine Ottocento; quando sia in Europa che in America le classi subalterne, sulle ali della Rivoluzione industriale maturata in Inghilterra, insorsero a difesa dei loro diritti.

L’episodio scatenante avvenne negli Stati Uniti nell’autunno del 1887, allorché vennero condannati a morte alcuni anarchici – tra i protagonisti dei violenti scontri accaduti davanti a una fabbrica di Chicago, nel maggio dell’anno prima.

Il risultato più importante, tra quelli ottenuti in quella turbolenta stagione di conflitti, fu la definizione contrattuale delle otto ore lavorative, grazie all’approvazione di una legge avvenuta sempre in Usa nel 1887. Poco dopo, attorno al 1890, quella legge e la relativa celebrazione del Primo maggio arrivarono anche in Italia.

Da allora l’appuntamento ha assunto una spiccata valenza politica, specie dopo il ventennio fascista, per via dell’impegno delle forze sindacali e della crescente presenza nel paese di fabbriche e di industrie – al punto che attorno agli anni Sessanta si sviluppò un filone di letteratura industriale, a margine del lavoro di scrittori come Ottiero Ottieri e Paolo Volponi.

Sempre i sindacati, superando le aspettative del mondo operario, interpretarono il mutamento dei costumi che a partire dagli anni Sessanta aveva cambiato volto al paese (e che nel frattempo era stato intercettato anche dai responsabili dei Festival dell’Unità…) e decisero di assegnare alla festa una connotazione più popolare, attraverso l’ideazione di una kermesse musicale che da quasi quarant’anni ha luogo nella celebre Piazza di S. Giovanni a Roma, con particolare attenzione alle produzioni artistiche indipendenti.

L’auspicio degli organizzatori è che, pure tramite l’atmosfera gioiosa di un raduno, non vadano mai persi di vista i motivi di fondo della giornata, legati alla duratura necessità che ognuno abbia diritto a un lavoro – che rimane il primo passo per accedere a una buona vita.

 

Dagli archivi Rai, spunti di riflessione sul lavoro

Le origini storiche della Festa dei lavoratori sono state più volte illustrate nei programmi di Rai Storia. Con il supporto della rubrica Accadde oggi ripercorriamo le tappe fondamentali del cammino che ha portato all’istituzione della festività del Primo maggio: a partire dal citato corteo operaio, svoltosi a Chicago il primo di maggio del 1886 (durata 1 minuto), fino al ricordo di un evento italiano, la strage di Portella della Ginestra del Primo maggio 1947 (durata 1 minuto), la cui importanza storica è stata analizzata da Alessandro Campi, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Perugia, all’interno di 100 secondi (durata 2 minuti).

Da Ad alta voce di Radio3 riproponiamo la lettura di Metello di Vasco Pratolini: attraverso la voce di Alessandro Benvenuti, riascoltiamo il racconto degli anni tra il 1875 e l’inizio del nuovo secolo, periodo delle prime violente repressioni verso gli operai.

Il Teatro di Radio3 ci ha fatto conoscere "Salario ovvero Storie di Italiani e Francesi, di orsi ammaestrati, di arrampicate sugli olmi, di trucchi di magia e di America" (durata 80 minuti). di Gualtiero Burzi e Mauro Pescio La pièce teatrale ci fa rivivere la strage di lavoratori italiani avvenuta nel 1893 ad Aigues Mortes, in Francia, e oggi dimenticata. Centrali sono i temi del lavoro, dello sfruttamento e dell’odio raziale.

La storia più recente del mondo del lavoro in Italia è stata segnata dall’introduzione, nel maggio del 1970, della legge numero 300. Rai Storia ricorda l’evento (durata 1 minuto), mentre Wikiradio analizza lo Statuto dei Lavoratori (durata 29 minuti) con Walter Passerini.

Nel clima infuocato degli anni Settanta viene analizzata la contestazione dei lavoratori anche attraverso i canti. L’etnologo Luigi Lombardi Satriani riflette su questi documenti sonori in due servizi del 1974 che Rai Storia ripropone.
I canti del lavoro: la contestazione dei contadini (durata 10 minuti) con la presenza nel contributo di due canti popolari, uno pugliese e l’altro delle terre padane.
I canti del lavoro: la voce degli operai (durata 7 minuti) con le canzoni tradizionali Se otto ore vi sembran poche e Santa Caterina dei pastai.

Venendo ai giorni nostri, la condizione dei lavoratori – seppur sensibilmente cambiata – non può ancora dirsi del tutto risolta, soprattutto se si guarda a storie come quelle raccontate dall’audiodocumentario di Tre soldi di Radio3 dal titolo Morire di lavoro di Daniele Segre: morti e gravi infortuni sul lavoro continuano ogni giorno a coinvolgere uomini e donne, e la realtà di vedove e orfani di caduti sul lavoro è ancora tristemente attuale.
Prima puntata: "Il coro delle donne vedove del lavoro. Qual è il mio lavoro e cosa faccio" (durata 15 minuti)
Seconda puntata: "I ponteggi. Il lavoro nero. I trasfertisti. I subappalti" (durata 15 minuti)
Terza puntata: "Come mi sono fatto male" (durata 15 minuti)
Quarta puntata: "Lavorare con la fretta. I dispositivi di sicurezza. Tornare al lavoro dopo un infortunio. Cosa succede a chi resta" (durata 15 minuti)

Parlare di lavoro oggi significa, inoltre, sempre più spesso, affrontare il tema della non occupazione e delle sfide che quest’ultima impone nel tentativo di superarla.
Pezzi da 90 di Radio2 ha realizzato la puntata “1 maggio. Vincenzina e la fabbrica” (durata 10 minuti), partendo dal testo della canzone scritta per il film Romanzo popolare di Mario Monicelli.
Zazà - Cultura società meridione e spettacolo di Radio3 si è interrogato sui temi del lavoro al sud, del caporalato, dell’occupazione in campo digitale, dei nuovi spazi di lavoro condivisi detti hub, nella puntata “Primo maggio?” (durata 106 minuti) del 01/05/2016.
Al pericolo che il web e i robot sottraggano lavoro all’uomo è stata dedicata “La musica, le macchine e il lavoro” (durata 45 minuti) di Qui comincia del 01/05/2016.
“Lavoro sulla Collina: ricominciare la vita con don Ettore Cannavera” (durata 42 minuti) di Uomini e Profeti del 01/05/2016 ha sottolineato invece come il lavoro possa restituire dignità a chi vive situazioni svantaggiate.

Ieri come oggi, discutere di lavoro vuol dire in ogni caso porsi la questione de “Le parole del lavoro” (durata 60 minuti), come ha fatto La lingua batte di Radio3.

Celebrare il primo maggio significa da decenni esprimere un impegno attraverso manifestazioni civili e musicali.
Mentre si svolgono gli appuntamenti di quest’anno, vi invitiamo a rivivere quelli dell’anno passato:
lo Speciale 1° Maggio 2017 (durata 118 minuti) di Gr Parlamento di Radio1 che, seguendo cerimonie e cortei delle giornata, ha ricordato avvenimenti e contributi legati alla festa dei lavoratori, con particolare riferimento alla figura di Giuseppe Di Vittorio, fondatore del più grande sindacato dell’Italia democratica ed esponente di spicco del PCI nel secondo dopoguerra.
Lo “Speciale Concerto Primo Maggio 2017” di Era Ora di Radio2 ha invece dato spazio all’aspetto più ricreativo e artistico, seppur non meno rilevante, delle celebrazioni: prima puntata (durata 66 minuti) – seconda puntata (durata 59 minuti).

 

 

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