IL ROSA

Tema musicale consigliato: Concerto Brandeburghese n. 3 di J. S. Bach

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L'imbianchino Pennellino con un rullo da pittura in mano e accanto tre secchi di colore: bianco, rosso e rosa.

Un imbianchino di nome Pennellino con il suo camioncino vagava tra valli e città per dipingere tutte le pareti che trovava libere.

Quando vedeva uno o dei muri liberi urlava: “È arrivato Pennellino l’imbianchino birichino principino di tutti i colori.” Allora le persone lo fermavo per chiedergli di dipingere le case, e i muri e qualche volta anche le strade. I colori che maggiormente usava erano il bianco, il grigio e il panna e per le strade il nero, ma una volta a Pennellino capitò una cosa nuova.

Dopo giorni e giorni di viaggio era arrivato in un paese strano, costruito su di un cucuzzolo, le case erano tutte costruite con i sassi e appiccicate le une alle altre: non c’erano giardini o cortili e la strada era anche quella di sassi. Il povero Pennellino guardandosi intorno cominciò a piangere: “Ma che paese è questo solo sassi sopra sotto. Come farò? non posso dipingere e ho tanta fame.”

Proseguendo con il suo furgoncino, un po’ sgangherato, arrivò proprio sulla sommità del monte e lì vide una grande casa tutta di cemento. “OH Cielo!” esclamò Pennellino “finalmente una casa da pitturare”. Ma non vedeva nessuno anche perché prima di arrivare alla casa bisognava farsi aprire un grande cancello tutto arrugginito e poi percorrere un vialetto tutto buche e fossi. Pennellino allora cominciò a guardarsi intorno per cercare il campanello ma ... il campanello non c’era; provò a scavalcare il cancello, ma quando sembrava che potesse farcela sentì un rumore strano: “zac” i suoi pantaloni si erano strappati e … si vedevano tutte le mutande. Pianse Pennellino: “Anche i pantaloni mi sono rotto e adesso cosa farò!” Improvvisamente però vide in fondo al sentiero una luce abbagliante e allora cominciò a urlare: “Ehi voi della casa aprite, sono Pennellino l’imbianchino birichino” e nonostante urlasse nessuno lo ascoltava. Ormai stanco e sconsolato Pennellino si mise a sedere sul muretto e senza accorgersene si addormentò. Al suo risveglio si trovò disteso sotto un bellissimo albero che lo chiamava: “Imbianchino svegliati, imbianchino svegliati”. Un po’ spaventato Pennellino si svegliò e con gli occhi meravigliati guardò la pianta e questa cominciò a parlare: “Pennellino ciao: meno male che sei arrivato. In questa casa abita la Principessa Margherita, ma è molto triste perché tutti i suoi giocattoli si sono rotti a causa di un incantesimo. E così la Principessina a forza di piangere ha fatto diventare tutti persone e cose tristi e la casa è diventata brutta e sgretolata, lo stradello tutto rotto e i fiori non fioriscono più. Tu che sei un imbianchino e hai tante latte di colore puoi aiutare la nostra Principessina?”

Pennellino cominciò a guardare sul suo furgoncino, ma i colori che aveva erano pochi, bianco e rosso, a forza di dipingere aveva finito tutto. Come fare? In lontananza vide ancora la luce abbagliante, allora facendosi coraggio andò incontro alla luce e con grande stupore vide che era una Fata! “Pennellino” - disse la Fata - “non ti scoraggiare: quando sei nato come tutti i bambini hai avuto in dono la fantasia usala anche con i colori e vedrai che troverai la soluzione.” Pennellino allora guardò il sole che tramontava e vide un bellissimo colore: era un rosso che diventava un po’ più chiaro ed era un colore brillante dolce che ispirava poesia: allora prese la sua latta di colore rosso e cominciò a mettere qualche goccia di bianco e magia; il rosso diventava più chiaro e con ancora un po’ di bianco cambiava ancora ed ecco che in questo creare di Pennellino l’unico fiore del giardino disse: “Pennellino questo colore ha tante sfumature è bellissimo chiamalo come me ROSA” e … magicamente tanti pennelli cominciarono a dipingere la casa di rosa, le pareti di rosa fuxia, le finestre di rosa pastello e con un rumore incredibile tutti i giocattoli si misero a camminare e a ballare intorno alla Principessa Margherita che aveva cominciato a correre e ridere per la gioia e il suo vestito era diventato di un meraviglioso rosa tramonto. Pennellino aveva imparato una cosa nuova che la fantasia poteva aiutare nei momenti tristi, perché la fantasia ci aiuta a creare cose belle e a renderci felici.

 

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