1968-2018: I CINQUANT'ANNI DELLA CONTESTAZIONE GIOVANILE

Manifestazione di studenti nel 1968: i giovani marciano in corteo sorreggendo davanti a sé cartelli che riportano le scritte 'No alla strumentalizzazione. Libertà', 'Siamo apartitici', 'Il Magistrale sciopera' ecc.

 

Sessantotto: gioia e rivoluzione

 

Il desiderio di ricordare cosa è stato il 1968, la stagione che ha cambiato per sempre il mondo e i suoi costumi, è stato avvertito dal mondo della cultura tanto intensamente da far cominciare le celebrazioni già lo scorso anno

Prima ci ha pensato il mensile Millennium, che ha dedicato all’evento il numero di ottobre con due divertenti interviste a Renzo Arbore e a Francesco Guccini. Poi è stata la volta della Mostra E’ solo l’inizio, presso la Galleria Nazionale di Roma, corredata da un catalogo ricco di interventi originali, da Achille Bonito Oliva a Giuliano Ferrara.

Nel frattempo, com’era logico attendere, si sono mossi l’editoria e l’informazione. Molti libri sono stati pubblicati, tra i quali Cosa resta del ’68 di Paolo Pombeni ha offerto un’analisi molto accurata del movimento mentre Era di maggio di Giampiero Mughini ha indirizzato un focus sugli eventi accaduti a Parigi dal 3 al 24 maggio e le loro ripercussioni al di qua delle Alpi. Intanto la rivista MicroMega ha dedicato alla ricorrenza due volumi, presentati i primi di febbraio all’Università La Sapienza di Roma con la partecipazione di Carlo Verdone.

Lo stesso hanno fatto i principali quotidiani nazionali, tra i quali si è distinta l’interessante ricostruzione offerta da «L’Avvenire», che sul numero del 15 novembre scorso ha spiegato come in Italia la contestazione sia scaturita dalla sorprendente occupazione dell’Università Cattolica di Milano nel novembre del 1967. Infine «Il Manifesto» ha deciso di mandare in edicola fino a fine anno una dispensa che, mese dopo mese, riprende gli episodi salienti del periodo tramite la raccolta degli articoli originali dell’epoca.

Queste numerose iniziative esprimono l’attualità dell’anniversario, che coincide oltretutto con un delicato momento della vita politica in Italia e all’estero.

La ragione principale per la quale ancora oggi si riflette sul Sessantotto risiede probabilmente in un particolare. E cioè che a gettare le basi di quel cambiamento epocale non furono leader politici o mentori religiosi bensì i giovani.

Furono infatti le rivolte che a metà degli anni Sessanta misero a ferro e a fuoco i campus americani (causa la contestazione dei giovani universitari sulla questione dei diritti civili, a sua volta legata a quella razziale, e sulla questione altrettanto drammatica della guerra in Vietnam) a ispirare le manifestazioni di protesta in tutta Europa – da Parigi a Praga – dove persino il regime comunista dovette prendere atto del vento di libertà proveniente da Occidente.

Questi fenomeni senza precedenti erano il prodotto di una società avanzata come quella anglosassone dove, per la prima volta nella storia, aveva trovato spazio una cultura giovanile derivata non più solo dalla lettura e dalla scrittura, ma anche da categorie inedite come l’ascolto e la visione. Da questa combinazione di elementi venne configurato il mondo contemporaneo, così come ha preso forma negli ultimi cinquant’anni.

Fu quella generazione – pure tra utopie, contraddizioni e false partenze – a mutare il pubblico e il privato, ad affermare nuovi linguaggi dell’arte e ad avvicinare le classi sociali attraverso un coinvolgimento diretto con la vita politica, dalle fabbriche alle aule scolastiche.

In Italia l’epicentro del Sessantotto fu a Roma, il primo di marzo presso Valle Giulia, sede della Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza, nel centro di Villa Borghese, quando si verificarono numerosi scontri tra le forze dell’ordine e i ragazzi che precedentemente avevano occupato la Facoltà.

L’episodio divise in due l’opinione pubblica e celebre fu la posizione assunta dallo scrittore Pier Paolo Pasolini che, a sorpresa, si schierò dalla parte degli agenti di polizia, individuando piuttosto i punti deboli della rivolta studentesca.

Non tutte le promesse fatte dai protagonisti del Sessantotto sono state mantenute, e nel corso dei decenni le polemiche sull’argomento sono state spesso arroventate, ma se oggi la società è più libera il merito lo si deve ai fermenti di quei giorni. Resta il problema di come disporre della libertà.

 

 

Il Sessantotto negli archivi Rai

 

Voci dalla storia

Tra poco è trascorso l’anniversario del Maggio francese lo ricordiamo grazie a Wikiradio di Radio3 del 13/05/2016 (durata 29 minuti) per conoscerne gli eventi salienti.
Anche King Kong A.M. di Radio1 del 03/05/2017 (durata 23 minuti) ha dedicato a quel periodo la puntata, ripercorrendolo attraverso la musica.

Raccontare l’intero anno 1968 in poche parole e di facile comprensione è stata, invece, la sfida di BIGnomi, il programma Rai only web del 2013 che ha fatto riassumere gli eventi di questo anno cruciale all’attrice Claudia Genolini, in arte Cicciasan: ascolta la puntata (durata 3 minuti).

Non sono mancate, ovviamente, le occasioni per trattare più ampiamente la storia dell’ultima parte degli anni ’70.
Radio Doc di Radio Techetè ha riproposto, in una puntata intitolata “Il Sessantotto” (durata 58 minuti), la sessantacinquesima puntata del ciclo omonimo di Maurizio Ciampa e Raffaello Uboldi con la regia di Massimiliano Fasan, trasmesso nel 1996 su Radio1, e l’ultima puntata del ciclo “Ma com’era il Sessantotto?” di Italo Moscati, andato in onda nel 2008 sempre su Radio1.
E’ possibile, inoltre, riascoltare tutte le otto puntate di quest’ultimo programma, ritrasmesso nel 2015 da Radio1.
Più recentemente è stato ancora il documentario radiofonico, in particolare quello di Tre Soldi di Radio3, a testimoniare la vita nel Sessantotto con il ciclo “Siamo realisti! L'archivio '68 del Circolo Gianni Bosio”:
Prima puntata del 12/03/2018 (durata 16 minuti)
Seconda puntata del 14/03/2018 (durata 16 minuti)
Terza puntata del 15/03/2018 (durata 16 minuti)

Per i cinquant’anni dal Sessantotto Memoradio ha recuperato dagli archivi Rai tre interessanti puntate:
“Servizio BBC – interviste ai leader protesta studentesca” del 16 giugno 1968 (durata 5 minuti)
“Vent'anni dal '68” a cura di Gemma Vincenzini e Massimo Carboni del 1988 (durata 30 minuti)
“1968 Tra realismo e immaginazione” di Giovanni De Luna del 1999 (durata 16 minuti)

Anche La Grande Radio del 18/03/2018 (durata 44 minuti) ha riproposto l’ascolto di documenti d’epoca con le voci dei protagonisti della protesta studentesca e delle contestazioni nel mondo del cinema e dell’arte.

Tutta la città ne parla del 10/03/2018 (durata 29 minuti) ha, invece, dato vita a un talk impossibile tra Pier Paolo Pasolini, Jean-Paul Sartre ed Elsa Morante che osservano i giovani del Sessantotto con ammirazione, entusiasmo ma anche sguardo critico e scetticismo, per concludere con l’intervento di un giovane studente sessantottino catapultato nel 2018, interpretato da David Riondino.

Radio3 Mondo ha dedicato degli spazi a un giro nel mondo del Sessantotto, raccontando le vicende di Paesi il cui ruolo negli eventi rivoluzionari di quell’anno è più o meno noto:
“La Cina della rivoluzione culturale” del 13/03/2018 (durata 2 minuti)
“Messico e il massacro di Tlatelolco” del 13/03/2018 (durata 2 minuti)
“Messico, Giampaolo Ormezzano e il ricordo del massacro di Tlatelolco” del 14/03/2018 (durata 7 minuti)
“La rivoluzione nei fumetti: Ken Parker” del 14/03/2018 (durata 8 minuti)
“Interferenze: viaggio tra le radio sessantottine” del 15/03/2018 (durata 5 minuti)
“Praga, 50 anni dopo” del 16/03/2018 (durata 9 minuti)

Album 1968 è stato il programma di e con David Riondino che, ogni sabato dal 17 marzo al 28 aprile, ha condotto una rassegna stampa dei settimanali del 1968 letti come fossero appena stampati, cogliendone gli aspetti politici e di attualità. Ecco le puntate:
“Da Fidel Castro alla fotomodella Twiggy” (durata 30 minuti)
“Il '68 nell'università, una suora artista pop e Moravia” (durata 30 minuti)
“Dove era Erik Jozsef?” (durata 30 minuti)
“Luciana Castellina” (durata 30 minuti)
“La rivoluzione nel mondo cattolico” (durata 30 minuti)
“Oggetto simbolo della rivoluzione sessuale del 68?” (durata 31 minuti)

Come appena accennato, anche il mondo religioso fu coinvolto nei profondi rivolgimenti di questo periodo storico, tanto da portare Brunetto Salvarani di Uomini e profeti di Radio3 a interrogarsi su "Un Sessantotto cattolico?" (durata 44 minuti) insieme a Tonio Dell'Olio (presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi), Luigi Sandri (giornalista e scrittore) e Sergio Tanzarella (docente di Storia della Chiesa presso la Facoltà teologica dell’Italia Meridionale).

Il 1968 fu un anno importante, tra i molti aspetti riguardanti il piano politico, sociale e culturale, anche per la partenza della seconda ondata del femminismo, dopo le prime rivendicazioni sorte durante l'Ottocento. Raitre, già a partire dallo scorso anno, ha affidato il compito di raccontare questa fase storica a dodici donne che nel 1968 avevano circa 20 anni e che hanno vissuto in prima persona il grande cambiamento del ruolo femminile nella società italiana dell'epoca. Ascolta la trasmissione Le ragazze del ’68.

 

Rivoluzione nelle arti

Arte, teatro, cinema, musica e letteratura hanno recepito ed espresso il grande fermento di cui il Sessantotto è ormai diventato simbolo.
Due mostre, a cavallo tra fine del 2017 e inizio del 2018, hanno indagato le espressioni artistiche legate ai movimenti di protesta e sono state raccontate da Radio3 Suite: a Roma E' solo un inizio. 1968 (durata 33 minuti), una mostra alla GNAM a cura di Ester Coen che Monica D'Onofrio ha intervistato; a Milano Arte ribelle. 1968-1978. Artisti e gruppi dal Sessantotto (durata 18 minuti), un progetto ideato da Marco Meneguzzo.
Dal 16 marzo e fino al 22 luglio a Palazzo Strozzi di Firenze è in corso la mostra Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano: un viaggio tra arte, politica e società nell’Italia tra gli anni Cinquanta e il periodo della contestazione del Sessantotto attraverso ottanta opere d’arte. Ne ha parlato A3 il formato dell’arte di Radio3 (durata 31 minuti).
La Grande Radio ha riproposto, invece, gli interventi di artisti e storici dell’arte come Angela Vettese, Mario Merz, Michele Dantini, Michelangelo Pistoletto e Fabio Sargentini per parlare de “Il '68 e dintorni. L'arte contemporanea italiana” (durata 45 minuti).

Ancora La Grande Radio ha raccolto materiali dai programmi "Il teatro-laboratorio di Jerzy Grotowski" (1968), "Storia del Living Theatre" (1968) e "Teatri alla radio - Nostra Signora dei Turchi, di Carmelo Bene" per la puntata “Appunti sul teatro. Il '68 e dintorni” (durata 45 minuti).
Il Teatro di Radio3 ha affrontato il tema “Il 1968 a teatro” parlando di “Paradise now!” del Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina (durata 59 minuti), uno degli spettacoli-manifesto del Sessantotto, e de “Il candelaio” di Luca Ronconi (durata 60 minuti), messo in scena la prima volta nel 1968.

Hollywood Party di Radio3 ha dedicato una programmazione ad hoc del Cinema alla radio al 1968: un viaggio tra i film che lo hanno anticipato, attraversato o raccontato a posteriori.
Si è partiti con la puntata speciale "Dopo la rivoluzione. Il '68 e il cinema" del 18/03/2018 (durata 71 minuti), per proseguire con le ormai celebri analisi dei film:
"Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi" di Mario Mattoli del 1960 (durata 72 minuti)
"I pugni in tasca" di Marco Bellocchio del 1965 (durata 69 minuti)
"Il laureato" di Mike Nichols del 1967 (durata 70 minuti)
"La notte dei morti viventi" di George A. Romero del 1968 (durata 72 minuti)
"Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?" di Ettore Scola del 1968 (durata 71 minuti)
"Easy Rider" di Dennis Hopper del 1969 (durata 71 minuti)
"Zabriskie Point" di Michelangelo Antonioni del 1970 (durata 70 minuti)
"Sbatti il mostro in prima pagina" di Marco Bellocchio del 1972 (durata 73 minuti)
"The Dreamers - I sognatori" di Bernardo Bertolucci del 2003 (durata 69 minuti)

Il 1968 in musica è stato il tema della puntata speciale di Battiti di Radio3 del 17/03/2018 (durata 91 minuti), così come di un'intera settimana di programmazione de L'idealista:
"Insieme per la prima volta: 5 gruppi formatisi nel '68 in Europa" del 12/03/2018 (durata 30 minuti)
"Ipnotizzati dal '68: le 5 migliori copertine firmate Hypgnosis" del 13/03/2018 (durata 30 minuti)
"Quando era proibito proibire: 5 canzoni ispirate al '68" del 14/03/2018 (durata 30 minuti)
"Dove erano nel '68: 5 musicisti agli esordi" del 15/05/2018 (durata 30 minuti)
"La musica è viva: 5 santuari della musica nel 1968" del 16/05/1968 (durata 30 minuti)

Per quanto riguarda la letteratura, Rai Scuola ha dedicato un’unità didattica a illustrare come il movimento intellettuale d’avanguardia legato al Gruppo '63 e alla sua rivista Quindici si inserì nel dibattito politico della contestazione, con l’ausilio di filmati d’archivio e interviste agli scrittori Walter Pedullà, Edoardo Sanguineti e Alfredo Giuliani. Ascolta “La contestazione del '68 e la fine del gruppo '63” (durata 11 minuti).

Più recentemente Fahrenheit di Radio3 ha parlato attraverso i libri e i loro autori o curatori de “Il Sessantotto e la disobbedienza civile” (durata 112 minuti).

E’ ancora in corso, invece, il ciclo di puntate di Pantheon dal titolo “Il Sessantotto in 13 libri” che ogni sabato alle 18, fino al 26 maggio, si propone di esplorare le letture che resero possibile il movimento di contestazione e ne documentano ancora lo spirito. Ecco i testi che sono andati finora a comporre la biblioteca:
"Il Mondo salvato dai ragazzini" di Elsa Morante (durata 30 minuti) con Goffredo Fofi che lo definisce “il documento poetico più alto del Sessantotto”, un manifesto che invoca e prevede la rivolta dei giovani.
"Dalla parte delle bambine" di Elena Gianini Belotti (durata 30 minuti) con Dacia Maraini che racconta l'impatto delle tesi, frutto dell'esperienza sul campo dell’autrice, secondo la quale la tradizionale differenza di carattere tra maschio e femmina non è dovuta a fattori innati, bensì ai condizionamenti culturali che l'individuo subisce nel corso del suo sviluppo, in un momento storico che per la prima volta metteva in discussione l'autorità dei padri.
"Autobiografia di Malcolm X" (durata 29 minuti) con Sandro Portelli che aiuta a smontare l'immagine violenta del leader della Rivoluzione Nera, morto solo pochi anni prima del culmine delle proteste sessantottine.
"Il Contesto" di Leonardo Sciascia (durata 30 minuti) con Marco Belpoliti che analizza quella che è, contemporaneamente, una sintesi a caldo e una parodia della rivolta già avvenuta.
"On the Road" di Jack Kerouac (durata 30 minuti) con Pino Corrias che racconta cosa significò per una generazione mettersi in viaggio e cambiare il proprio modo di vivere già un decennio prima del Sessantotto.
"Operai e capitale" di Mario Tronti (durata 30 minuti) con Massimo Cacciari a commentare la capacità di rinnovarsi della forza politica operaia che, dal ventennio precedente, arrivò al suo apice tra il 1968 e il 1969.
"L'idiota della famiglia" di Jean-Paul Sartre (durata 30 minuti) con Massimo Raffaeli che racconta come l'intellettuale simbolo del Maggio parigino continuò a lavorare, pure ultrasessantenne, contro l'istituzione all’epoca considerata infernale per eccellenza: la famiglia.
"Cent'anni di solitudine" di Gabriel Garcia Marquez (durata 29 minuti) con Bruno Arpaia per parlare del romanzo fluviale che rivoluzionò tutti gli schemi letterari e contribuì a fondare un'immagine del Sud America, dove i movimenti tendevano a collocare le utopie che in Europa non riuscivano a realizzare.
"Il bambino dalle uova d'oro" di Elvio Fachinelli (durata 29 minuti) con Lea Melandri a commentare l’originalità dell’autore nell'aver intrecciato psicanalisi e politica, convinto che l'insubordinazione e la rottura pratica delle regole imposte fosse il cuore di ogni politica.
"L'obbedienza non è più una virtù" di Don Lorenzo Milani (durata 30 minuti) con il maestro elementare Franco Lorenzoni che racconta, attraverso la sua esperienza, la nascita della scrittura collettiva di Barbiana, la reazione dei ragazzi di Don Milani in difesa degli obiettori di coscienza, la questione del pacifismo e della responsabilità individuale alle porte del Sessantotto.

Concludiamo con l’enigmista Ennio Peres e i sessantotto anagrammi di "C'era una volta il Sessantotto" (durata 12 minuti) che ha presentato all’Auditorium Parco della Musica per La lingua batte del 18/03/2018.

 

 

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