Rai3
A "Che ci faccio qui" il santuario "Capra libera tutti"
La storia del borgo "Tutto è vita", che accoglie i malati terminali

Martedì 10 giugno, alle 21.20 su Rai 3, torna “Che ci faccio qui”, la trasmissione condotta da Domenico Iannacone e prodotta da Ruvido Produzioni. La puntata affronta il mistero della vita e della morte, esplorando il valore della cura verso ogni forma vivente, facendolo diventare gesto politico, atto etico, scelta di bellezza. A distanza di anni, Domenico Iannaccone ritorna al santuario "Capra Libera Tutti", a Nerola, alle porte di Roma, dove Massimo Manni, ex allevatore, ha deciso di interrompere la catena dello sfruttamento per dare rifugio a più di 600 animali salvati dalla macellazione. In questo spazio liberato, dove il concetto di produzione ha lasciato il posto a quello di relazione, ogni vita viene accolta, rispettata, nominata. Un atto radicale di riparazione e di amore.
Accanto agli animali, le piante, che con la loro silenziosa intelligenza, rivelano un altro modo di abitare il mondo. Stefano Mancuso, docente all’Università di Firenze e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia vegetale, mostra come la natura sappia organizzarsi, comunicare e sostenersi reciprocamente. Una rete invisibile ma reale, che parla di comunità e di cooperazione.
E c’è chi, nel momento estremo dell’esistenza, sceglie di accompagnare con consapevolezza chi affronta la morte. Guidalberto Bormolini, sacerdote e tanatologo, è anche ex falegname, liutaio e fabbro. Attraverso la comunità spirituale dei Ricostruttori nella preghiera, ha ricostruito insieme ai volontari sulle colline di Prato, il borgo "Tutto è vita": un luogo per anni abbandonato, pensato per accogliere i malati terminali e i loro familiari. Qui il cammino spirituale si intreccia con il lavoro manuale e la cura degli spazi, in un’opera capace di trasformare il dolore in presenza e l’angoscia in ascolto e attenzione.
Con “Parlami di te”, Domenico Iannacone, compone un mosaico di storie che tendono l’una verso l’altra, unite da un filo invisibile ma potente: la volontà di prendersi cura della vita in ogni sua forma, fino all’ultimo respiro.
Accanto agli animali, le piante, che con la loro silenziosa intelligenza, rivelano un altro modo di abitare il mondo. Stefano Mancuso, docente all’Università di Firenze e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia vegetale, mostra come la natura sappia organizzarsi, comunicare e sostenersi reciprocamente. Una rete invisibile ma reale, che parla di comunità e di cooperazione.
E c’è chi, nel momento estremo dell’esistenza, sceglie di accompagnare con consapevolezza chi affronta la morte. Guidalberto Bormolini, sacerdote e tanatologo, è anche ex falegname, liutaio e fabbro. Attraverso la comunità spirituale dei Ricostruttori nella preghiera, ha ricostruito insieme ai volontari sulle colline di Prato, il borgo "Tutto è vita": un luogo per anni abbandonato, pensato per accogliere i malati terminali e i loro familiari. Qui il cammino spirituale si intreccia con il lavoro manuale e la cura degli spazi, in un’opera capace di trasformare il dolore in presenza e l’angoscia in ascolto e attenzione.
Con “Parlami di te”, Domenico Iannacone, compone un mosaico di storie che tendono l’una verso l’altra, unite da un filo invisibile ma potente: la volontà di prendersi cura della vita in ogni sua forma, fino all’ultimo respiro.