Nel centenario della morte Rai Teche ricorda Giacomo Puccini proponendo lo sceneggiato televisivo “Puccini” del 1973, diretto da Sandro Bolchi con protagonista Alberto Lionello, disponibile da venerdì 29 novembre su RaiPlay. (www.raiplay.it/programmi/puccini-losceneggiato).
Le cinque puntate offrono un ritratto intimo e realistico del Maestro, uno spaccato sulla sua vita, i suoi tormenti interiori, la genesi delle sue opere e il panorama culturale e sociale della sua epoca. A corredo degli episodi, il backstage “Milano Studio 3: sul set di Puccini”: il racconto dietro le quinte dello sceneggiato nel vivo della produzione, tra scenografie, costumi, riprese e montaggio.
Sandro Bolchi, per la prima volta alle prese con un soggetto biografico e musicale ben diverso dalle commedie e dai romanzi che avevano segnato il suo successo televisivo, dichiara al Radiocorriere di aver voluto raccontare Puccini «più attraverso i suoi moti interiori che esteriori», tenendosi lontano dall’aneddotica e dando largo spazio alle sfumature del suo carattere, con l’intento esplicito di evitare la mitizzazione. L’approccio del regista è rigoroso; con lo sceneggiatore Dante Guardamagna studia a fondo l’epistolario del compositore, la biografia di Mosco Carner e i contributi critici di Enzo Siciliano.
Nei panni di Puccini Alberto Lionello si misura con un personaggio realistico; la sua è un’interpretazione magistrale, frutto di un attento studio delle opere, del dialetto toscano e della gestualità musicale. Al suo fianco, un cast d’eccezione: da Ilaria Occhini (Elvira, moglie di Puccini) a Ingrid Thulin (la confidente Sybil Seligman), da Tino Carraro (l’editore Giulio Ricordi) a Nada (la giovane domestica Doria Manfredi). Non solo attori ma anche cantanti: su sei ore di racconto, sessanta minuti di musica affidata a star del calibro di Placido Domingo, Mario Del Monaco, Katia Ricciarelli, Tito Gobbi e Anna Moffo, che calcano le scene per intonare alcune indimenticabili pagine operistiche.
Nello sceneggiato, un percorso attraverso le opere pucciniane più celebri: da “Manon Lescaut” a “La Bohème”, da “Tosca” a “Madama Butterfly”, dalla sperimentazione tutta novecentesca degli atti unici del “Trittico” fino alla creazione incompiuta di “Turandot”. Una “cronaca dal respiro lirico”, come la definì Sandro Bolchi, in grado di restituire la storia dell’uomo Puccini e la rivoluzione della sua musica.
Le cinque puntate offrono un ritratto intimo e realistico del Maestro, uno spaccato sulla sua vita, i suoi tormenti interiori, la genesi delle sue opere e il panorama culturale e sociale della sua epoca. A corredo degli episodi, il backstage “Milano Studio 3: sul set di Puccini”: il racconto dietro le quinte dello sceneggiato nel vivo della produzione, tra scenografie, costumi, riprese e montaggio.
Sandro Bolchi, per la prima volta alle prese con un soggetto biografico e musicale ben diverso dalle commedie e dai romanzi che avevano segnato il suo successo televisivo, dichiara al Radiocorriere di aver voluto raccontare Puccini «più attraverso i suoi moti interiori che esteriori», tenendosi lontano dall’aneddotica e dando largo spazio alle sfumature del suo carattere, con l’intento esplicito di evitare la mitizzazione. L’approccio del regista è rigoroso; con lo sceneggiatore Dante Guardamagna studia a fondo l’epistolario del compositore, la biografia di Mosco Carner e i contributi critici di Enzo Siciliano.
Nei panni di Puccini Alberto Lionello si misura con un personaggio realistico; la sua è un’interpretazione magistrale, frutto di un attento studio delle opere, del dialetto toscano e della gestualità musicale. Al suo fianco, un cast d’eccezione: da Ilaria Occhini (Elvira, moglie di Puccini) a Ingrid Thulin (la confidente Sybil Seligman), da Tino Carraro (l’editore Giulio Ricordi) a Nada (la giovane domestica Doria Manfredi). Non solo attori ma anche cantanti: su sei ore di racconto, sessanta minuti di musica affidata a star del calibro di Placido Domingo, Mario Del Monaco, Katia Ricciarelli, Tito Gobbi e Anna Moffo, che calcano le scene per intonare alcune indimenticabili pagine operistiche.
Nello sceneggiato, un percorso attraverso le opere pucciniane più celebri: da “Manon Lescaut” a “La Bohème”, da “Tosca” a “Madama Butterfly”, dalla sperimentazione tutta novecentesca degli atti unici del “Trittico” fino alla creazione incompiuta di “Turandot”. Una “cronaca dal respiro lirico”, come la definì Sandro Bolchi, in grado di restituire la storia dell’uomo Puccini e la rivoluzione della sua musica.