RaiStoria
Rai Cultura per la Giornata Internazionale della Pace
"Il Giorno della pace" e "Passato e Presente"
Per celebrare la Giornata Internazionale della Pace, sabato 21 settembre, Rai Cultura propone un doppio appuntamento su Rai Storia: si comincia alle 18.30 con il documentario del 1965 intitolato “Il giorno della Pace”, a cura di Liliana Cavani, con i testi di Alfonso Gatto e la voce di Arnoldo Foà. Il 4 maggio del 1945 è il primo giorno di pace nella Francia liberata. Che cosa ne è rimasto nella memoria dei testimoni? Un racconto che parte dall’intervista a Henry e Francoise, due studenti parigini di 18 anni, sull’Olocausto e sul significato del 4 maggio del 1945, giorno della fine della Seconda Guerra Mondiale in Francia. Presenti, inoltre, le testimonianze di ex deportati ebrei francesi, che raccontano i campi di concentramento nazisti ai quali sono sopravvissuti. Hermann Schussler, uomo d'affari tedesco, descrive invece il suo ricordo di bambino, quando annunciarono il suicidio del dittatore tedesco Adolf Hitler. E ancora, l'ex partigiano Nuto Revelli ricorda la sua militanza nella Resistenza e la liberazione dell'Italia dai nazifascisti, mentre lo scrittore Mario Rigoni Stern parla della fine della guerra in Italia.
Alle 20.30, sempre su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Renato Moro ripercorrono la storia dei movimenti pacifisti in “Passato e Presente”. L’ideale della pace si fa largo nel Novecento, quando, dopo gli orrori delle guerre mondiali, l’idea dell’abolizione della guerra si trasforma in un progetto concreto, promosso dalle associazioni pacifiste e condotto dalle nuove organizzazioni internazionali. Nell’opinione pubblica la cultura della pace si diffonde con la paura dell’atomica e della guerra definitiva. È del 1958 la prima marcia contro il nucleare, da Londra ad Aldermaston. Scienziati intellettuali, religiosi, pacifisti chiedono il disarmo. Manifestazioni si susseguono in tutto l’Occidente e il movimento pacifista cresce negli anni della corsa agli armamenti, fondendosi con i nuovi movimenti giovanili e non si ferma alla fine della guerra fredda, perché tanti sono ancora i conflitti che continuano a insanguinare il globo. Il 15 febbraio 2003, per protestare contro l’imminente attacco americano all’Iraq, a Roma sfilano in tre milioni. Nello stesso giorno, attraverso le nuove reti di coordinamento, centodieci milioni di persone manifestano in ottocento città del mondo.
Alle 20.30, sempre su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Renato Moro ripercorrono la storia dei movimenti pacifisti in “Passato e Presente”. L’ideale della pace si fa largo nel Novecento, quando, dopo gli orrori delle guerre mondiali, l’idea dell’abolizione della guerra si trasforma in un progetto concreto, promosso dalle associazioni pacifiste e condotto dalle nuove organizzazioni internazionali. Nell’opinione pubblica la cultura della pace si diffonde con la paura dell’atomica e della guerra definitiva. È del 1958 la prima marcia contro il nucleare, da Londra ad Aldermaston. Scienziati intellettuali, religiosi, pacifisti chiedono il disarmo. Manifestazioni si susseguono in tutto l’Occidente e il movimento pacifista cresce negli anni della corsa agli armamenti, fondendosi con i nuovi movimenti giovanili e non si ferma alla fine della guerra fredda, perché tanti sono ancora i conflitti che continuano a insanguinare il globo. Il 15 febbraio 2003, per protestare contro l’imminente attacco americano all’Iraq, a Roma sfilano in tre milioni. Nello stesso giorno, attraverso le nuove reti di coordinamento, centodieci milioni di persone manifestano in ottocento città del mondo.