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PresaDiretta

Salviamo la sanità pubblica

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I medici e gli infermieri sono pochi e i loro stipendi troppo bassi. Mancate prestazioni specialistiche, mancate diagnosi, mancati screening, mancata assistenza territoriale. Sempre più spesso gli italiani devono pagare le cure di tasca loro. E chi non ha i soldi per farlo, ormai non si cura più. La salute è ancora un diritto nel nostro Paese? “PresaDiretta” – il programma di Riccardo Iacona e di Cristina De Ritis con la collaborazione di Sabrina Carreras, Lisa Iotti, Alessandro Macina, Raffaella Pusceddu, Elena Stramentinoli, in onda luned 27 marzo alle 21.20 su Rai 3 – propone un viaggio drammatico nella lenta agonia del Servizio Sanitario Nazionale. In studio, ospite di Riccardo Iacona per approfondire con gli ultimi dati la crisi del nostro sistema sanitario, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
“PresaDiretta” ha attraversato l’Italia, da sud a nord, per parlare col personale sanitario e con i pazienti, è entrata negli ospedali pubblici, negli ambulatori e nelle cliniche private. A cominciare dalla Calabria e la Basilicata, dove i servizi sanitari sono svuotati e moltissime famiglie ormai hanno rinunciato a curarsi. 
Ma la crisi della sanità pubblica ormai è diffusa in tutto il Paese: negli ultimi 10 anni sono stati tagliati 37mila posti letto, si sono dilatati a dismisura i tempi di attesa per tac, mammografie, interventi e visite specialistiche, è aumentato il rischio per i pazienti con le patologie più gravi, come gli oncologici. 
“PresaDiretta” ha raccolto anche l’allarme di medici e infermieri. Mancano 150mila medici e 300mila infermieri rispetto alle medie dei Paesi europei dove la sanità pubblica è più sviluppata, che andrebbero assunti nei prossimi 10 anni per riempire i buchi in organico e i pensionamenti. I turni sono massacranti e gli stipendi troppo bassi, tanto che da un sondaggio condotto dal principale sindacato dei medici ospedalieri è emerso che 1 medico su 3 se potesse, lascerebbe la sanità pubblica. Poi c’è l’emergenza nell’emergenza, quella dei medici dei Pronto Soccorso italiani, se ne perdono circa 100 ogni mese: lasciano “la linea del fronte”, semplicemente non ce la fanno più.
E tra i pazienti chi può, paga. Nel 2021 la spesa privata dei cittadini italiani che hanno messo mano al portafoglio pagando di tasca propria le cure, è stata di 37 miliardi di euro. Ed è in forte crescita anche la spesa sanitaria erogata attraverso fondi integrativi e assicurazioni private, come per esempio quelle stipulate dai datori di lavoro per i propri dipendenti. La sanità privata e quella in convenzione diventano sempre più forti e quella pubblica si impoverisce.
“PresaDiretta”, infine, è andata a vedere come funziona e quanto costa mandare avanti un grande polo ospedaliero pubblico, il Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Qui si effettuano ogni anno 49mila ricoveri e più di 3milioni e 300mila prestazioni specialistiche, un ospedale pubblico con più di 1500 posti letto, dove il cittadino paga solo il costo del ticket e riceve cure di altissimo livello. Un esempio di sanità pubblica d’eccellenza. Anche da qui arriva un grido di allarme: i soldi non bastano più. Ma la tutela della salute non era un diritto sancito dalla nostra Costituzione?
“Salviamo la sanita” pubblica è un racconto di Riccardo Iacona, con Chiara Avesani, Elisabetta Camilleri, Pablo Castellani, Elena Stramentinoli, Cesarina Trillini, Fabio Colazzo, Matteo Delbò, Alessandro Marcelli, Massimiliano Torchia.