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Rai Storia (canale 54) celebra la Giornata dei Giusti dell'Umanità

La programmazione dedicata alla ricorrenza

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Rai Storia, con una programmazione speciale sabato 6 marzo, celebra la Giornata dei Giusti dell’Umanità, dedicata a mantenere viva e rinnovare la memoria di quanti, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene, salvando vite umane durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona. 
Si comincia con “Il giorno e la Storia”, in onda a mezzanotte e cinque e in replica alle 08.30, 11.30,14.00, 20.00, che ricorda la giornata dei giusti ed anche la nascita di Albino Badinelli avvenuta il 6 marzo 1920 ad Allegrezze, una frazione di Santo Stefano D’Aveto, in provincia di Genova. È un carabiniere e a 24 anni, il 2 settembre del 1944, si sacrifica per salvare la vita ad alcuni suoi compaesani. Prima di essere fucilato da un plotone di esecuzione nazi-fascista, perdona i suoi carnefici. Nel 2017 è stato commemorato come "Giusto".
Si prosegue alle 13.00 ricordando la figura di Don Puglisi, il suo coraggio e la sua testimonianza sempre attuale, con il doc di Antonia Pillosio per il ciclo “Italiani”. È la sera del 15 settembre 1993 quando a Palermo don Giuseppe Puglisi - parroco del quartiere Brancaccio, dove è nato lo stesso giorno, cinquantasei anni prima - è appena sceso dall’auto e sta per rientrare a casa, in piazzale Anita Garibaldi. Ma qualcuno lo aspetta e gli spara alla nuca. Un’esecuzione mafiosa che diventa martirio per l’uomo che più volte, pubblicamente, ha sfidato Cosa Nostra e si è battuto per dare futuro e speranza ai giovani, togliendoli dalla strada. Il documentario – al quale hanno collaborato l’Archivio G. Puglisi della Diocesi di Palermo, l’Archivio Centro Accoglienza “Padre Nostro” e l’Archivio Tgs – racconta la vita e l’impegno di don Puglisi attraverso le immagini delle Teche Rai e le testimonianze di quanti lo hanno conosciuto.
Alle 18.15 è la volta del doc dedicato a Gino Bartali, sempre per il ciclo “Italiani”. Soprannominato “Ginettaccio” per il suo carattere un po’ burbero, ma anche “L’uomo d’acciaio”, “Gino il Pio”, “L’intramontabile”, nel 1936, a 22 anni, Bartali conquista con la Legnano il suo primo Giro d’Italia, che vincerà anche l’anno successivo. La consacrazione arriva nel 1938 quando trionfa al Tour de France. Successivamente, gli anni della guerra portano via a Bartali la possibilità di tante vittorie, ma faranno uscire la sua grandezza d’animo. Gino, amico del cardinale Elia Dalla Costa, si mette al servizio di una rete clandestina per il salvataggio degli ebrei. Tante volte farà in bicicletta il tragitto tra Firenze e Assisi, a rischio della propria vita, per trasportare documenti falsi contribuendo così al salvataggio di circa 800 persone. Gino non racconterà mai in pubblico questa storia perché, come diceva, “Il bene si fa, ma non si dice”. Tuttavia, dopo la sua morte riceverà i meritati riconoscimenti: Medaglia d’oro al Merito civile, viene dichiarato “Giusto tra le nazioni”, onorificenza conferita da Israele ai non ebrei che si sono distinti per aver salvato anche un solo ebreo durante la Seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra arriveranno le altre grandi vittorie di Bartali e la rivalità con Fausto Coppi, molto diverso da lui per carattere. La sua più grande impresa sportiva è la vittoria al Tour de France del 1948, a 34 anni e a 10 di distanza dalla prima. 
Alle 20.30, a “Passato e Presente”, la professoressa Anna Foa, il professor Bruno Maida e Paolo Mieli raccontano, invece, chi sono i “Giusti tra le Nazioni” italiani, ovvero coloro che hanno compiuto imprese eroiche per salvare gli ebrei dalla Shoah tali da essere riconosciuti dalla Suprema corte israeliana ed essere insigniti del titolo di “Giusti” e come hanno agito.