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Prorogata a Roma la mostra "Sulle tracce del crimine"

Fino a 14 marzo un viaggio nel giallo e nero firmato Rai

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Resterà aperta – e nuovamente visitabile – la mostra allestita al Museo di Roma in Trastevere “Sulle tracce del crimine. Viaggio nel giallo e nero Rai”. Fino al 14 marzo sarà così disponibile un ricco percorso per immagini che racconta come la Rai abbia trasformato il genere giallo e investigativo in oltre 60 anni, partendo dagli sceneggiati storici fino alle grandi serie Tv.
La mostra multimediale consta di 200 fotografie, in bianco e nero e a colori, tratte da circa 80 programmi televisivi, di 5 installazioni video e alcune postazioni sonore ed è organizzata secondo un percorso tematico – cronologico che, dagli sceneggiati anni ’50, arriva a Zingaretti-Montalbano e Giallini Schiavone, passando per figure con quelle Di Gino Cervi, Ubaldo Lay, Tino Buazzelli e Gigi Proietti.
Lungo sette decenni il pubblico si è appassionato agli enigmi che venivano via via risolti dagli investigatori degli sceneggiati e delle serie RAI: a volte ispirati a figure letterarie, come Maigret, o l’Ingravallo di Gadda, o il commissario Montalbano, altre volte frutto di un’invenzione originale, a cominciare dal tenente Sheridan. Al giallo classico si sono venuti man mano affiancando nuovi sottogeneri, le storie gotiche come le atmosfere ambigue del noir. 
Per giungere ai grandi commissari come Montalbano e Schiavone, due irregolari delle questure televisive, la Rai è partita da lontano. Con gli indimenticabili sceneggiati degli anni ’50 che hanno fondato e fatto crescere il genere giallo e introdotto il noir, attraverso commissari, poliziotti, marescialli e questurini diventati famosi. Già nel 1954 la Rai infatti manda in onda “Il processo di Mary Dugan” adattamento televisivo da un giallo dell’americano Bayard Veiller. Più tardi, la domenica sera l’Italia si fermava estasiato ad ascoltare le melanconiche note di Luigi Tenco che introducevano quel gigante di Gino Cervi, il Maigret preferito dallo stesso Simenon E poi il ghigno ferale di Ubaldo Lay-il tenente Sheridan che inaugura l’hard-boiled all’italiana; e Lauretta Masiero-Laura Storm, il gigionesco Tino Buazzelli-Nero Wolfe fino a Gigi Proietti, il maresciallo Rocca, Luca Zingaretti-il commissario Montalbano, ormai eroe di fama internazionale e il più recente Marco Giallini il vicequestore Rocco Schiavone.
L’esposizione - nata da un’idea di Stefano Nespolesi e curata da Maria Pia Ammirati e Peppino Ortoleva – ha il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ed è promossa e coprodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e da Rai Teche. Fa parte, inoltre, di Romarama, il programma culturale di Roma Capitale. 
La mostra è aperta al pubblico nel rispetto delle linee guida formulate dal Comitato Tecnico Scientifico per contenere la diffusione del Covid-19 consentendo, al contempo, lo svolgimento di una normale visita museale.