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Emergenza coronavirus

L’Italia e l’impatto con l’emergenza coronavirus nella puntata di venerdì 28 febbraio di Tv7, il settimanale del Tg1 in onda intorno alla mezzanotte su Rai1. Dentro le zone rosse insieme agli inviati, nelle regioni e nelle città interessate. Milano, incredibilmente deserta e spopolata, diventa il simbolo prima della paura, poi della resilienza. Le storie di studenti, lavoratori e commercianti che non vogliono rinunciare alla propria quotidianità. Parla anche don Fabio Zanin, il prete di 28 anni che ha deciso di celebrare le messe in diretta Instagram e Facebook, mentre per i rider la vita si fa davvero dura. E come si stanno attrezzando gli ospedali per far fronte all’emergenza? Un viaggio nei nosocomi liguri tra medici e infermieri in prima linea nella lotta al virus e tra gli operatori della sorveglianza attiva che assistono le persone in quarantena. Il Covid-19 fa tremare l’economia: tra Veneto e Toscana, reportage tra le aziende che soffrono e il turismo che tracolla. Parlano gli albergatori, i tour operator, i ristoratori che vedono a rischio la propria attività, mentre le grandi imprese sono costrette a prendere misure restrittive che guardano con incertezza al futuro. Un inviato di Tv7 anche in Svizzera: come si vive al confine dove nessuna limitazione è stata introdotta, ma dove ogni giorno transitano 6mila lavoratori italiani? Mentre in tutto il mondo è caccia al virus e al suo vaccino, a Tv7 parla lo scienziato Francesco Stellacci, professore prima al MIT di Boston ora all’EPFL di Losanna, dove si applicano i concetti di scienza dei materiali ai virus per trovarne le cure. Una sua recente scoperta ha già provato in laboratorio che uno zucchero “inganna” i virus e li rompe azzerando l’infezione. Ora la sperimentazione è passata a Berna su una vasta gamma di Coronavirus tra cui il Covid-19. A Tv7 il modello 3D. L’emergenza impatta anche sulla ‘tenuta psicologica’ delle persone. Come reagiscono, cosa sviluppano e quali difese mettono in campo. Parla a Tv7 Umberto Galimberti: “Una volta temevamo gli africani, poi abbiamo temuto i cinesi ed ora ci troviamo ad essere noi gli untori”, dice il filosofo.