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Il ricordo di don Milani nel 55° anniversario della scomparsa

Il doc "Lettere da Barbiana" e, domenica, un ritratto per il ciclo "Italiani"

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Nel 1954 Don Lorenzo Milani viene inviato come priore a Barbiana, microscopico agglomerato di case in mezzo ai boschi del Mugello. Venti case e trentanove abitanti in tutto, senza una strada né elettricità né telefono. Don Milani vi fonda per prima cosa una scuola, dando vita alla rivoluzione didattica che verrà pienamente espressa in “Lettera ad una professoressa”. Cosa ne è oggi di quel modello? Quali metodi e quali principi sono ancora validi e utili per la scuola? Domande che accompagnano il doc “Lettere da Barbiana”, di Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro, in onda sabato 25 giugno alle 22.50 e domenica 26 giugno alle 10.15 su Rai Storia per “Documentari d’autore”, proposto in occasione del 55° anniversario dalla morte di don Milani. Michele, Carlo e Agostino detto “Gosto”, tra i primi allievi di Don Milani, raccontano per la prima volta la loro esperienza a fianco del Maestro e gli anni passati a mantenere inalterata la sua eredità. La scuola di Barbiana è ancora aperta: oggi la frequentano gli adulti, insegnanti che vanno a formarsi sul metodo milaniano per apprenderlo da chi con quel metodo è stato educato. Per riscoprire il valore dell'I care che ancora troneggia nella piccola e intatta aula di Barbiana, che non solo riassumeva il motto della scuola, ma era l'ostentato contrario del fascista e quanto mai attuale "me ne frego". 
L’omaggio prosegue domenica 26 alle 18 con il documentario di Simona Fasulo con la regia di Nicoletta Nesler, per il ciclo “Italiani”. Un ritratto di un prete scomodo, don Lorenzo Milani, attraverso le numerose lettere che ha scritto: quelle ufficiali redatte con i suoi ragazzi di Barbiana, nella forma di scrittura collettiva – Lettera ai cappellani militari, Lettera a una professoressa, - quelle ai suoi superiori, che non lo amavano e tentavano di tenerlo a bada, e quelle private, agli amici, e soprattutto alla madre, Alice Wiess di origine ebraica. 
Don Lorenzo Milani, nato ricco, borghese, da famiglia intellettuale coltissima d'origine ebrea, si spende per gli altri cui dedica tutta la vita.  La sua puntigliosità e il suo carattere tutt'altro che accomodante non lo aiutano a vivere bene in un ambiente codificato da secoli come quello ecclesiastico, ma con il suo entusiasmo e la sua fede nella ragione oltre che in Cristo, don Lorenzo crede di poter sovvertire le leggi per fare spazio a quell'unica regola che per lui la Chiesa dovrebbe seguire: l'amore.