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"Telemaco"

Dagli australiani delle valli piemontesi alle bombe su Solofra

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La patriota Anna Grassetti; i soldati australiani nel vercellese e nel biellese; la Fortezza di Gaeta e il bombardamento di Solofra, piccola città in provincia di Avellino: storie meno note, raccontate dai quattro giovani storici di “Telemaco”, il programma di Rai Cultura, in onda mercoledì 25 maggio alle 21.10 su Rai Storia.
Si comincia con David Ognibene a Bologna, sulle tracce della patriota risorgimentale Anna Grassetti: una vita avventurosa, tra barricate e cospirazioni, anni di carcere duro e attestati di stima da parte della popolazione. 
Emanuela Lucchetti, invece, è in viaggio in Piemonte, nelle province di Biella e Vercelli tra le risaie della pianura e le valli al confine con la Svizzera. Nel 1943, tra Varallo e la Valle del Cervo, i destini dei prigionieri di guerra australiani catturati da Rommel dopo l’assedio di Tobruk, incrociarono quelli dei contadini e dei valligiani che li protessero, si presero cura di loro, li nascosero ai tedeschi e ai repubblichini. Alcuni passarono subito il confine, altri vissero come uomini del bosco, altri ancora si unirono alla lotta partigiana, come Frank che per tutti, a Varallo, restò semplicemente "Frank l'Australiano". A lui, che nel 1978 tornò in visita nei luoghi che lo avevano visto protagonista della resistenza, la città dedicò una cerimonia ufficiale come segno di riconoscenza.
E ancora, Carla Oppo è a Gaeta, all’interno del Castello Angioino, ex carcere militare in funzione fino al 1990, che per tre secoli - prima sotto il regime borbonico e poi quello dello Stato unitario italiano - ha accolto migliaia di detenuti, tra i quali Giuseppe Mazzini nel 1870 e nel corso del ‘900 i due criminali nazisti Walter Reder e Herbert Kappler.
Si chiude con Matteo Marroni a Solofra, in provincia di Avellino, bombardata dagli alleati il 21 settembre 1943. Anche i bambini vissero quel giorno tragico e fra loro c’è chi perse qualcuno e chi trovò salvezza in una galleria ferroviaria. Una ricerca durata anni ha raccolto documenti, testimonianze e ha conservato la memoria delle persone coinvolte in quell’avvenimento. Un avvenimento che ha cambiato il destino di tanti che, dopo le macerie, hanno trovato la forza di ricostruire e ricominciare.