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Le mani di Primo Levi

Un omaggio a cento anni dalla nascita

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La mano del chimico, che combina elementi e quella dell’alpinista, aggrappata alla roccia. La mano dello scultore, che trasforma la materia e quella dello scrittore che fissa esperienze di vita e ricordi dolorosi. Mani “diverse” eppure capaci di coesistere in un personaggio come Primo Levi che le incarnò tutte. A Primo Levi – nel centenario della nascita – Rai Cultura dedica il documentario di Bruna Bertani “Le mani di Primo Levi”, in onda nel giorno dell’anniversario, mercoledì 31 luglio alle 21.15 su Rai5.
Il documentario – realizzato con riprese originali e inedite e con materiali fotografici forniti dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi – rilegge le diverse esperienze dell’uomo e dell’artista attraverso la manualità, il tatto e il lavoro manuale, per riscoprire la contemporaneità del suo pensiero. 
Il racconto segue un doppio binario: quello dei luoghi di Primo Levi, ripresi in immagini originali, e quello della riflessione offerta da esperti e testimoni. Rivivono così Rocca Sbarua e le montagne di Levi, la fabbrica di vernici in cui lavorò, in provincia di Torino, le botteghe dei suoi racconti, ma anche i luoghi del dolore, dal campo di Fossoli a quello di Auschwitz. A questi luoghi si uniscono le parole di personaggi come gli storici Anna Bravo e Marcello Pezzetti, che raccontano la vita dei Lager; Paola Valabrega, la prima studiosa dell’importanza delle mani in Levi; il critico letterario Ernesto Ferrero; il curatore dell’opera omnia di Primo Levi, Marco Belpoliti; l’architetto Gianfranco Cavaglià, già ordinario di Tecnologia dell’Architettura; l’alpinista e scrittore Enrico Camanni; Peppino Ortoleva, studioso del ruolo del lavoro nell’opera di Levi; il rabbino maggiore Scialom Bahbout, che interviene sul ruolo della mano nella tradizione ebraica; il professor Robert Gordon, docente a Cambridge e autore di importanti saggi; e il professor Pierpaolo Antonello, docente a Cambridge e studioso dei rapporti tra scienza e scrittura in Primo Levi. Chiude il documentario l’attore Luigi Lo Cascio con la lettura della poesia “L’opera” di Primo Levi, in cui lo scrittore riassume la sua concezione della creazione letteraria e non solo.