Una corte nigeriana ha emesso mandati d’arresto per il dirigente Eni Roberto Casula, per gli ex ministri del paese africano Dan Etete e Mohammed Adoke e per altre persone, coinvolte nella vendita del campo petrolifero offshore Opl245 della società Malabu Oil and Gas a Shell e allo stesso Cane a Sei Zampe, avvenuta nel 2011 e per la quale sarebbe stata pagata una tangente da oltre un miliardo di dollari. Lo ha comunicato la Commissione sui crimini economico-finanziari di Abuja, specificando che sono andate ripetutamente a vuoto le convocazioni ad apparire davanti ai giudici e che gli indagati “devono essere arrestati ovunque vengano trovati”, da polizia nigeriana, Interpol o altre agenzie di sicurezza. Il Cane a Sei Zampe ha definito la misura “sproporzionata” e lesiva dei diritti del suo manager. Per la stessa vicenda, è in corso un processo al tribunale di Milano che vede imputate le società Eni e Shell e tredici persone, tra cui lo stesso Casula, l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, il suo predecessore Paolo Scaroni
Report ha seguito la vicenda con le inchieste di Luca Chianca “
La trattativa” del 13/12/2015, “
Un aereo per il presidente” del 10/04/2017 e “
L’amara giustizia” del 15/04/2019