Un sottosegretario a San Marino

collaborazione di Lorenzo Di Pietro

La Procura di Milano e la Procura di Roma hanno avviato accertamenti sull'acquisto da parte del senatore leghista Armando Siri di una palazzina con ben sette appartamenti a Bresso, periferia di Milano. Come anticipato da Report il 6 maggio, Siri l’ha intestata alla figlia e l'ha pagata 585 mila euro, non risultano ipoteche iscritte sull’immobile. I soldi provengono da un conto a San Marino intestato a Siri dal quale è stato erogato un mutuo. Poche settimane fa Siri è stato coinvolto in una indagine per presunta corruzione nell'ambito di una vicenda che vede protagonista l'imprenditore ed ex politico Paolo Arata, esperto nel campo energetico ex Forza Italia e ora vicino alla Lega, accusato di essere in affari con il re dell'eolico Vito Nicastri, oggi sotto inchiesta con l'accusa di avere finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro. Siri, rilasciando dichiarazioni spontanee ai magistrati in questi giorni, ha negato ogni addebito: non ha mai ricevuto soldi per far approvare norme che favorissero le imprese di Arata. Ai pm, dopo l'inchiesta di Report, il senatore leghista ha portato anche le carte che riguardano l'acquisto dell'immobile a San Marino. Tutto regolare, nulla da nascondere, secondo il senatore. Report tornerà sulla vicenda con nuove rivelazioni.

- NOTA del 20 dicembre 2020
Lo scorso 20 ottobre 2020, il Gip del Tribunale di Palermo ha disposto l'archiviazione del procedimento a carico dell'ingegnere Angelo Mistretta, su richiesta dello stesso Pubblico Ministero. L'ing. Mistretta era stato accusato di avere percepito indebitamente la somma di 115mila euro dalla società Quantas srl con sede a Milano. L'ing. Mistretta ha dimostrato che la Quantas con regolare contratto del 1 marzo 2013 gli aveva affidato l'incarico per la progettazione di un impianto solare in provincia di Siracusa e che i 115mila euro, corrisposti attraverso bonifici bancari, rappresentavano il terzo e quarto acconto dell'attività professionale espletata in forza del contratto di progettazione. Questa la nota inviata dall'ing. Mistretta.

- NOTA del 5 dicembre 2023
La quarta sezione della Corte d'appello di Palermo ha assolto l'imprenditore dell'eolico Vito Nicastri, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. La Procura generale aveva chiesto per lui 10 anni e 8 mesi. Ritenuto uno dei presunti finanziatori della latitanza di Matteo Messina Denaro, Nicastri era stato condannato nel 2019 con il rito abbreviato a 9 anni e poi era stato assolto in appello dall'accusa di concorso esterno e condannato solo per l'intestazione fittizia a 4 anni e 3 mesi. La Cassazione, però, aveva annullato la sentenza con rinvio a una nuova sezione della Corte di secondo grado, che in ultima istanza lo ha nuovamente assolto. Nicastri, soprannominato il re dell'eolico, era stato coinvolto anche in un'inchiesta su un giro di mazzette per ottenere agevolazioni nelle pratiche relative alle energie rinnovabili. Per questo procedimento Nicastri ha patteggiato nel 2019 una condanna a due anni e 8 mesi.