Svenditalia

Insieme a Venezia, Firenze è la città italiana che più ha svenduto la sua anima per assecondare i capricci dei turisti, a partire dai più facoltosi. Ma i tempi in cui Firenze era semplicemente in vendita sono ormai passati. Con Covid-19 è arrivato il momento dei saldi. E così proliferano iniziative come quella degli israeliani di Webuyhotel73.com, che dichiarano apertamente di voler “approfittare della crisi”.

NOTA DEL 09/06/2020

In merito all’inchiesta a firma di Giuliano Marrucci  “Svenditalia” riguardante la vendita del patrimonio immobiliare storico di Firenze, pubblichiamo con piacere le precisazioni di Cecilia Del Re, assessore all'urbanistica del Comune di Firenze, delle quali non avevamo dato conto nell’inchiesta.  


L'immagine di Firenze che emerge dal servizio trasmesso ieri da Report e dagli intervistati non corrisponde alla realtà di quanto sta avvenendo in città, e non si dà conto dell'operato del Comune per limitare interventi dediti solo alla rendita e favorendo altri tipi di trasformazioni.

Già nel 2015, il Comune di Firenze è stato il primo Comune in tutta Italia a bloccare cambi di destinazione d'uso nel centro storico verso il turistico ricettivo. Ed infatti negli ultimi 5 anni non hanno più aperto nuove strutture alberghiere dentro i confini del centro storico. 

Per attrarre altri tipi di investimenti in città, la giunta comunale ha già annunciato che con l'approvazione del nuovo regolamento urbanistico (piano operativo) la regola che attualmente vieta il cambio di destinazione d’uso a turistico ricettivo all’interno dell’area Unesco sarà estesa a tutta la città. La norma sarà inserita nel nuovo Piano urbanistico (quello in vigore scade il 3 giugno 2021) e non potrà ovviamente avere efficacia retroattiva. 

Pertanto si riassume la situazione relativa ai vari immobili citati nel servizio.

Il recupero dell’ex Teatro Nazionale ha ricevuto il nulla osta della Soprintendenza per la realizzazione del centro benessere. Secondo le normative nazionali, i teatri hanno una destinazione d’uso “direzionale”, al pari dei “servizi alla persona” (centri benesseri, spa, etc): pertanto l’amministrazione non ha strumenti per impedire l'eventuale cambio di destinazione d’uso. L’unico soggetto che può impedire tale progetto è la Soprintendenza trattandosi di bene culturale.

Nell’ex Teatro comunale verranno realizzate abitazioni e sono stati corrisposti al comune 2 mln di euro da investire in alloggi sociali diversi dall’edilizia residenziale pubblica; anche per Palazzo Portinari la residenza è la destinazione d’uso prevalente e non è previsto alcun albergo.

Per quanto riguarda l'ex ospedale militare di via San Gallo, in questo caso, al pari della Caserma Vittorio, la previsione della funzione turistico ricettiva risale al protocollo del 2014 con cui il Ministero della Difesa alienava beni demaniali in stato di abbandono da oltre 20 anni, definendo anche le destinazioni d’uso che avrebbero assunto gli immobili. Il Comune dunque si è trovato a gestire situazioni in cui beni demaniali erano stati venduti a privati, con la previsione di un mix di funzioni dove era prevista anche la destinazione turistico-ricettiva.

Nell'unica Caserma di proprietà del Comune di Firenze all'interno del centro storico, la Caserma di Santa Maria Novella, saranno realizzati alloggi su una superficie di 4.000 mq per affitti a canone calmierato per giovani coppie (progetto già deliberato).

Nell’ambito del processo di alienazione di beni demaniali militari, l'altra unica Caserma ceduta al Comune è la Caserma Lupi di Toscana: per questo complesso il Comune di Firenze ha attivato un percorso partecipato e un concorso di idee, arrivando a selezionare un progetto vincitore che prevede il 60% di housing sociale.

Nel centro storico sono stati realizzati su beni di proprietà comunale (Le Ex Murate) progetti di recupero con un mix di funzioni che prevedono e ospitano attualmente numerosi alloggi di edilizia residenziale pubblica, oltre a caffè letterario, centro arte contemporanea, incubatore imprese innovative, esercizi di vicinato. Altre operazioni recentemente deliberate dalla giunta comunale riporteranno residenze e uffici in immobili storici di pregio del centro storico: l'ultima è di un mese fa nell’ex Palazzo delle Poste dell’Architetto Michelucci. Nel Palazzo Buontalenti, sede della Ex Corte d'Appello, arriverà la Scuola di Alta formazione per dirigenti europei gestito dall'Istituto Universitario Europeo.

Si segnala, al proposito, che proprio il trasferimento di funzioni fuori dal centro storico (come Università e Palazzo di Giustizia) è avvenuto a seguito di atti approvati negli anni 80-90 e poi realizzatisi nei primi anni 2000 portando progressivamente a una minore frequentazione del centro storico da parte dei suoi cittadini.

Per quanto riguarda il tema dei recuperi urbanistici, a parlare è direttamente il Tar Toscana che ha riconosciuto la legittimità degli interventi rigettando il ricorso di Italia Nostra con queste parole: “Non si può in alcun modo affermare che il Comune abbia dato il via libera ad una indiscriminata operazione di liberalizzazione degli interventi sul patrimonio edilizio del centro storico, esorbitando dai confini (peraltro ampi) della propria discrezionalità”.

Il centro storico di Firenze, essendo sito patrimonio dell’Unesco, è anche sottoposto al piano di monitoraggio previsto dall’Unesco. Sia gli esiti della visita ICOMOS del 2017 che il monitoraggio del dicembre 2019) hanno dato risultati positivi con apprezzamento per le azioni promosse per la tutela del sito. Nel report si trovano considerazioni positive anche sul Piano strutturale del Comune di Firenze, in relazione anche al tema della residenza e del centro storico. Firenze, ad esempio, dal 2015 impedisce frazionamenti di immobili al di sotto dei 50 mq (proprio per evitare un eccessivo frazionamento del patrimonio edilizio a servizio solo della rendita immobiliare; Milano come dimensione minima ha 28 mq).

Sul tema degli affitti turistici brevi, Firenze è attiva da tempo per chiedere una normativa che regolamenti questo fenomeno a livello nazionale ed europeo. L'iter per la nuova norma nazionale da inserire nel collegato Turismo si è fermato per lo scoppio della pandemia; il Ministero ha però fatto sapere che riprenderà a breve il lavoro sulla regolamentazione degli affitti turistici. Non appena arriverà la norma nazionale Firenze è pronta ad agire per porre dei limiti al proliferare di queste locazioni. A livello europeo, Firenze e Bologna sono le uniche due città italiane presenti al tavolo di Bruxelles delle città europee per chiedere all’Europa un intervento in materia, reso ancora più urgente dopo l'allarme suscitato dalla sentenza della Corte di Giustizia sul primo caso AirBnB.  

Sul fronte dei controlli, dal 2016 il Comune ha siglato un protocollo con la Guardia di Finanza per svolgere tutti i controlli in materia di locazioni turistiche. In questi giorni, l’amministrazione comunale fiorentina, dopo aver aperto un tavolo con gli host (che hanno adesso gli appartamenti vuoti) e con le associazioni dei proprietari di casa e degli inquilini, sta lavorando ad un “Piano Casa” per garantire gli affitti a lungo termine con un fondo di morosità. 

Ancora sul tema della tutela del centro storico, Firenze è stato il primo Comune in Italia a bloccare nel 2017 l’apertura di nuovi ristoranti, bar, gelaterie in centro storico (misura impugnata ma con esito favorevole per il Comune), dopo che per effetto della normativa delle liberalizzazioni (normativa nazionale) era esploso il commercio alimentare a danno degli altri tipi di attività (artigianato, esercizi di vicinato, che dopo il blocco sono raddoppiati). Firenze ha per primo approvato una Regolamento per la tutela delle attività storiche, sempre in ottica anti-rendita, e più volte ha chiesto insieme alle altre città una legge speciale a favore delle città d’arte, che però non è mai arrivata.