Pizza contemporanea

di Bernardo Iovene

Immagini di Alfredo Farina, Cristiano Forti e Paco Sannino
Grafiche di Federico Ajello



Nel 2014 una nostra puntata sulla pizza evidenziò come il prodotto simbolo nazionale fosse trascurato negli impasti e negli ingredienti.
Da Venezia dove vengono servite scongelate, a Milano dove vegono preparate con impasti veloci, passando per Roma e fino a Napoli dove spesso sono i pizzaioli poco preparati, le pizze spesso bruciate, i forni a legna non puliti, l’olio non era extravergine, le farine troppo raffinate. Il coro unanime dei consumatori era che per la maggior parte mangiavano una pizza poco digeribile. Siamo tornati nelle pizzerie di Napoli e abbiamo trovato una situazione capovolta rispetto a quella di otto anni fa. Miglioramenti nella scelta delle farine, degli ingredienti e l’introduzione di forni a gas ed elettrici approvati dall’associazione Verace Pizza. Una rivoluzione, iniziata proprio dopo la nostra inchiesta che provocò polemiche e attacchi, ma che oggi è diventata un punto di riferimento. Mentre montava la polemica sul prezzo della pizza innescata dall’apertura delle pizzerie dell’imprenditore Flavio Briatore, Report ha scoperto che le pizzerie storiche del centro di Napoli hanno aperto succursali in tutto il mondo dove i prezzi sono anche dieci volte più cari. Ma la sorpresa è la nascita della Pizza Contemporanea Napoletana che rompe con la tradizione con impasti molto idratati, ingredienti di qualità e addirittura con una forma diversa. Infine, abbiamo affiancato gli ispettori della guida “50 top pizza world” che girano e valutano le pizzerie in incognito e quest’anno tra le new entry c’erano proprio quelle di Briatore.