Ombre nere

PUNTATA DEL 03/04/2023

di Giorgio Mottola

Consulenza di Andrea Palladino
Collaborazion di Norma Ferrara 
Immagini di Carlos Dias, Alfredo Farina e Andrea Lilli
Ricerca immagini di Alessia Pelagaggi



La battaglia dell’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame da 11 mesi al 41 bis.
Alfredo Cospito è da 11 mesi al 41 bis. Report mostrerà video e documenti esclusivi che pongono alcuni dubbi sulla sua condanna per l’attentato alla Caserma di Fossano e sulla sua permanenza al carcere duro. Della battaglia dell’anarchico in sciopero della fame da oltre 160 giorni sperano di potersi avvantaggiare i boss della mafia in galera. Da trent’anni provano ad approfittare di tutte le falle del carcere duro: ci sono stati capimafia che dietro le sbarre sono riusciti ad appartarsi con le mogli e concepire i propri figli, come racconta un boss in un documento che Report mostrerà in esclusiva, iscrizioni ad atenei distanti migliaia di chilometri dal luogo di reclusione e carriere universitarie particolarmente generose nei voti, nonché una anomala concentrazione di oltre cento mafiosi difesi dallo stesso avvocato. Nonostante tutti i problemi e gli intoppi, il 41 bis è stato lo strumento più importante ed efficace nella lotta contro le mafie. Oggi, però, è sotto attacco. Dopo la sentenza della Corte Europea di Strasburgo e la conseguente riforma dell’ergastolo ostativo, i detenuti mafiosi in alta sicurezza potranno uscire dal carcere senza dover collaborare con la giustizia. Per l’accesso ai benefici e alla libertà anticipata dei boss sarà determinante il ruolo di associazioni e cooperative del settore carcerario. In importanti penitenziari italiani alcune di queste realtà associative sono legate al mondo dell’estrema destra, guidate dai protagonisti delle pagine più sanguinose della storia italiana.

06 aprile 2023: Dopo la puntata Ombre Nere di Giorgio Mottola sono arrivate molte accuse di aver mandato in onda falsità sul conto di Francesca Mambro, condannata per essere stata una delle autrici della strage di Bologna. In particolare, in un articolo pubblicato sul Riformista da un rappresentante dell'associazione Nessuno Tocchi Caino, per la quale lavorano sia Mambro che Fioravanti, si sostiene che, contrariamente a quanto da noi sostenuto, i due autori della strage di Bologna hanno il quinto dello stipendio pignorato dopo la condanna al risarcimento dello Stato. Nel corso del servizio, ricostruendo la vicenda dell'acquisto della casa in cui vivono Mambro e Fioravanti da parte di loro figlia, che all'epoca della compravendita risultava avere un anno, avevamo sottolineato come ai familiari delle vittime non avessero ottenuto finora alcuna forma di risarcimento. Stamattina, in un lancio dell'agenzia Dire, il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, ribadisce:
"Mai avuta lira da Mambro e Fioravanti". Ci tiene a metterlo in chiaro, a "smentirlo nel modo più totale", il presidente dell'associazione dei parenti delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, Paolo Bolognesi. Nè i familiari nè la loro associazione, assicura, hanno ricevuto le quote di risarcimento che Mambro e Fioravanti devono versare dopo la condanna come esecutori della strage che fece 85 morti e 200 feriti. Bolognesi ci tiene a evidenziarlo dopo aver letto su 'Il Riformista' un articolo di Umberto Baccolo, esponente del Consiglio direttivo di 'Nessuno tocchi Caino', in cui si legge: "Mambro, Fioravanti e Ciavardini devono versare un risarcimento di un miliardo di euro ai familiari delle vittime di Bologna. Falso. Il risarcimento riguarda solo Mambro e Fioravanti, è di due miliardi e mezzo e di questi solo 200 milioni sono da dividersi tra i familiari, il resto è per lo Stato italiano per il danno d'immagine internazionale. Si dice che loro non hanno mai versato un centesimo anche se hanno da noi uno stipendio. Falsissimo. Ci vuole un secondo a verificare che Mambro e Fioravanti da anni hanno i conti bancari sotto sequestro e ogni mese gli è pignorato un quinto del loro già basso stipendio. Quindi, come la legge vuole, nei limiti delle loro possibilità stanno mensilmente pagando il loro debito. Ciavardini no perché non lo ha". Bolognesi ribatte: "All'associazione e ai parenti non sono arrivati soldi da questi due. Mai nulla. Si professano innocenti quindi assieme alla non consapevolezza del danno, non c'è neanche il risarcimento del danno", aspetto sul quale, per il presidente dell'associazione dei familiari, occorrerebbero più verifiche da parte di chi ne ha competenza.

Il comunicato stampa a firma del Procuratore Generale di Torino Cons. Francesco Enrico Saluzzo

10 luglio 2023: Nell'inchiesta "Ombre nere", citando le vicende giudiziarie legate alla strage di Bologna, avevamo detto che Luigi Ciavardini era stato condannato all’ergastolo. Specifichiamo che in realtà è stato condannato A 30 anni, perché all'epoca dei fatti era minorenne.