Mariupol anno zero

di Manuele Bonaccorsi

Immagini di Carlos Dias
Montaggio di Riccardo Zoffoli



Le telecamere di Report tornano a Mariupol, la città martire della guerra ucraina.
Sei mesi dopo la battaglia che l’ha ridotta in macerie, le telecamere di Report tornano a Mariupol. Dopo i referendum di annessione svolti a settembre, gli occupanti considerano la città portuale parte integrante del territorio russo. E dopo aver conquistato le strade e gli scheletri dei palazzi provano a conquistare la popolazione, per il 90% di madrelingua russa. Report ha intervistato gli abitanti della città, nettamente divisi tra chi dà la colpa della guerra a Putin e chi a Zelensky. L’amministrazione civile nominata da Mosca ha messo in campo uno sforzo straordinario per la ricostruzione. Obiettivo: dare a tutti un tetto entro l’inverno. Ma difficilmente gli abitanti rimasti a Mariupol riusciranno ad avere una casa calda prima dell’arrivo del gelo. Per loro si preannunciano mesi molto difficili. Cambia tutto anche nelle scuole, dove dal 2018 il governo di Kiev aveva imposto l’uso dell’ucraino, superando un sistema di istruzione che precedentemente era perfettamente bilingue. Oggi gli istituti di Mariupol, alcuni dei quali sono stati ricostruiti con grande velocità, applicano i programmi della Federazione russa. Ritorna la lingua madre maggioritaria della popolazione e l’ucraino viene ridotto a materia opzionale, un’ora a settimana. Nella battaglia tra gli opposti nazionalismi, gli studenti di Mariupol hanno però un’altra priorità, la più difficile: superare il trauma della guerra.