L'apostolo dell'antimafia

Aggiornamento del 17/12/2018

Torniamo ad occuparci del caso Montante, il paladino della legalità di Confindustria.

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di Paolo Mondani
Collaborazione di Norma Ferrara 



Per dieci anni è stato a capo degli industriali siciliani che hanno detto “no” al pizzo.
Da maggio scorso è in carcere con l’accusa di associazione a delinquere per corruzione e per aver creato una rete che spiava politici, giornalisti e magistrati. È Antonio Calogero Montante, detto Antonello, imprenditore siciliano costruttore di biciclette nato a Serradifalco, un paesino in provincia di Caltanissetta. Nella sua casa è stato trovato un archivio pieno di fascicoli sui suoi nemici e nella sua rete di informatori figurano i vertici dei servizi segreti civili, esponenti delle forze dell’ordine, il senatore Renato Schifani e l’ex governatore della Sicilia Rosario Crocetta. Per anni Confindustria ha deciso la strategia dello Stato sull’Antimafia ed è stato Antonello Montante ad anticipare la linea che oggi vuole svuotare la normativa sui certificati antimafia per le aziende e consegnare ai privati la gestione dei beni confiscati alla criminalità. L’inchiesta di Paolo Mondani è andata in cerca di risposte: chi ha creato questo falso eroe e perché? A cosa serviva la rete di spionaggio gestita da Montante? Cosa avevano in comune importanti magistrati antimafia, uomini delle istituzioni, del mondo politico e della società civile con questo finto paladino della legalità? Quali accordi sono stati siglati "in nome dell'Antimafia" fra pezzi di Stato e pezzi di Confindustria? Chi ha pianificato la falsa “rivoluzione” degli industriali siciliani? Un testimone racconterà la genesi di una storia che parte dalla Sicilia per arrivare nella Capitale.


-12 aprile 2024
La Corte di Appello di Palermo, sezione misure di prevenzione, ha annullato oggi il decreto del Tribunale di Trapani che, nel luglio del 2018, aveva disposto la confisca dei beni dell'ex patron della Valtur Carmelo Patti, nel frattempo deceduto. La Corte ha escluso che Patti abbia avuto nel corso della sua attività rapporti di "vicinanza" con l'associazione mafiosa.


-Precisazioni del 12/04/2023
Con riferimento: - alla puntata di Report del 12 novembre 2018, inchiesta “L’Apostolo dell’Antimafia” relativa ad Antonello Montante, in cui Attilio Bolzoni intervistato da Paolo Mondani dichiara: «Anche Mulè, l’ex direttore di Panorama... questo direttore... un giornalista gli manda un articolo su Montante, Mulè che cosa fa? Lo dà a Montante e non lo pubblica»; - si precisa quanto segue:

Non risulta provato che un giornalista abbia mandato a Giorgio Mulè, all’epoca direttore di Panorama, un articolo completo su Montante e che Giorgio Mulè poi l’abbia dato a Montante. Risulta invece che Mulè abbia riferito ad Antonello Montante che mesi prima gli erano state prospettate da un free lance delle circostanze che riguardavano lo stesso Antonello Montante, e che lo stesso Mulè aveva deciso di non farne un articolo.

Con riferimento: - alla puntata di Report del 19 novembre 2018, in cui Sigfrido Ranucci dichiara: «solo un anno fa l’allora direttore di Panorama Mulé, ha premiato Montante a New York e Montante era stato già colpito da un anno e mezzo da un avviso di garanzia per concorso esterno alla mafia, l’ha premiato come un’eccellenza del nostro Paese»; si precisa quanto segue: non è corretto dire che Giorgio Mulè abbia premiato Montante come un’eccellenza italiana. Si precisa invece che Mulè ha premiato come eccellenza italiana l’EICMA, ossia l’Esposizione Internazionale Ciclo e Motociclo, il cui Presidente era Antonello Montante, e per questo ha ritirato il premio.


-Precisazioni del 19/11/2018
Avevamo parlato del numero due di Confindustria Antonello Montante oggi accusato di concorso esterno alla mafia. Ci ha scritto Venturi ex assessore alle attività produttive della Regione, ha detto che lui ha avuto un ruolo nella vicenda giudiziaria come testimone e non come pentito. Noi avevamo usato impropriamente il nome pentito, l’aggettivo pentito, solo per delineare che si era pentito di aver abbracciato il sistema Montante. Ci ha scritto anche Giorgio Mulé, ex direttore del settimanale Panorama ne avevamo parlato in merito ai rapporti promiscui tra giornalisti e Montante, ci scrive che non è vero che avrebbe inoltrato a Montante articoli con informazioni che lo riguardavano. Report però fa presente che ha dato atto di quanto è presente negli atti della magistratura di Caltanissetta, dove c’è anche allegata una corrispondenza epistolare tra Mulé e Montante, ricordiamo anche che c’è un procedimento disciplinare aperto all’ordine dei giornalisti in Lombardia e però prendiamo atto con piacere della sua presa di distanze dal ruolo anche di Montante con questa richiesta di precisazione perché solo un anno fa l’allora direttore di panorama Mulé ha premiato Montante a New York e Montante era stato già colpito da un anno e mezzo dall'avviso di garanzia per concorso esterno alla mafia, lo ha premiato come “eccellenza del nostro paese". Fa tanto più piacere questa presa di distanza perché oggi Mulé è anche capogruppo di Forza Italia in commissione di vigilanza parlamentare sulla Rai, dovrebbe vigilare sul pluralismo dell’informazione e vigila anche su di noi. Ci fa solo che piacere questo.

Aggiornamento del 17/12/2018

Torniamo ad occuparci del caso Montante, il paladino della legalità di Confindustria.

L'aposolo dell'antimafia - 17/12/2018

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