LA PATTUMIERA NUCLEARE

AGGIORNAMENTO DEL 22/08/0006

Novembre 2000. Il mondo intero sta offrendo alla Russia, in cambio di dollari, tutti i suoi rifiuti radioattivi. Nel profondo degli Urali, dentro la città segreta di Mayak, se il piano andrà in porto, confluiranno tutti i rifiuti e le scorie nucleari del pianeta. Ma il delegato ONU per il nucleare lancia un allarme: "Mettendo qui tutte le schifezze, non ve ne sarete liberati, perché la Russia non è in grado di gestire un deposito cosi' pericoloso per migliaia di anni". Greenpeace si mobilita e raccoglie firme per indire un referendum e bloccare il mutamento della legge che attualmente impedisce alla Russia l'importazione di scorie.

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Il mondo intero sta offrendo alla Russia, in cambio di dollari, tutti i suoi rifiuti radioattivi. Nel profondo degli Urali, dentro la citta' segreta di Mayak, se il piano andra' in porto, confluiranno tutti i rifiuti e le scorie nucleari del pianeta. Mayak non e' segnata nemmeno sulle carte geografiche, citta' atomica da 50 anni . E' un luogo inaccessibile, detta in gergo "citta' chiusa". Qui ci sono i depositi immensi che custodiscono tutto il materiale radioattivo proveniente dalla flotta, dalle centrali e dai centri di ricerca. Ma il consigliere di Eltsin per il nucleare lancia un allarme: " mettendo qui tutte le schifezze, non ve ne sarete liberati, perche' la Russia non e' in grado di gestire un deposito cosi' pericoloso per migliaia di anni."

Mosca 10 ottobre

I volontari di Greenpeace stanno manifestando di fronte alla stampa internazionale.
Davanti a questi campioni di terreno contaminato chiedono un referendum popolare per bloccare la proposta del Ministero dell'Industria Atomica. Questo Ministero vuole liberalizzare l'importazione di scorie e rifiuti radioattivi dal resto del mondo.
Se cio' avvenisse la Russia si trasformerebbe nella pattumiera nucleare mondiale.

(Gossman davanti alla Duma): Questo terriccio viene da un villaggio non riconosciuto come zona contaminata. Ogni centrale atomica ha una zona cuscinetto di 300 km; a Mayak non e' cosi'.

(Igor Forontov): Siamo venuti alla Duma per protestare contro il progetto del Minatom perche' vuole cambiare la legge in Russia e permettere l'importazione di scorie dall'estero.

Queste manifestazioni nascono e spariscono nel giro di 15 minuti...appena la polizia se ne accorge intima 2 minuti per sgombrare, pena l'arresto immediato...ma ormai il risultato e' raggiunto.

A 300 Km da Mosca abita Aleksej V. Jablokov, delegato alle Nazioni Unite per i problemi atomici e consigliere personale dell'ex presidente Eltsin.

Ma dove andranno a finire le scorie mondiali?

(Jablokov): 20 miliari di dollari! Questa e' la cifra che la Russia potrebbe incassare se prendesse sul suo territorio i rifiuti e le scorie provenienti dal combustibile atomico usato nel resto del mondo! Il nostro ministero per l'Atomica, che si chiama Minatom, e che e' uno Stato nello Stato, con una sua aviazione e le sue citta', e' disposto a tutto per portare a termine questo progetto!
Pensi che aveva messo a disposizione milioni di dollari per corrompere i deputati, e sappiamo che alcuni di loro hanno intascato parecchio per votare contro la legge a difesa dell'ambiente, approvata nel '91. L'articolo 50 di quella legge dice: È vietato introdurre in Russia scorie o rifiuti radioattivi provenienti da altri Paesi per la conservazione o l'interramento.

Giu', negli Urali, a Mayak!
Mayak e' uno dei piu' grandi depositi di scorie nucleari, e poi ci sono le fabbriche che riprocessano le scorie atomiche che provengono dalle centrali, dai reattori di ricerca, e dall'intera flotta atomica.

Mayak...una citta' che non e' segnata nemmeno sulle carte geografiche! E la' c'e' uno dei piu' grandi cimiteri radioattivi.
È li' che sto andando...attraverso sotto la neve l'immensa foresta che la nasconde alla vista...supero anche l'ultimo cartello che a me, straniero, impedirebbe l'accesso.
Mayak e' da 50 anni un centro militare atomico. Pertanto inaccessibile. Uno di quei luoghi che i russi chiamano "citta' chiuse", e dove gli stessi abitanti vivono in relegazione forzata.

......

Nonostante i divieti e l'assoluta mancanza dei permessi richiesti, ma mai ottenuti, abbiamo cercato di avvicinarci a Mayak. Cartelli e fili spinati intimano di tornare indietro. Facciamo comunque qualche tentativo con le guardie all'ingresso. Il delegato di Greenpeace, accompagnato da una sociologa che vive all'interno del centro, tenta di ottenere almeno un incontro con il direttore. Niente da fare. I permessi, ci rispondono, devono arrivare da Mosca.

4. (Nadezhda, la sociologa) Vivo qui dalla nascita e la mia sorte e' legata (in modo inscindibile) a Mayak. Mia nonna era un ingegnere chimico che ha contribuito a costruire la citta'. È venuta qui nel 1946 ed e' morta nel 1964 per un linfoma. Mio padre e' stato portato qui con la forza. Nell'83 si e' ammalato di cancro, l'hanno operato a Mosca ma nonostante cio' nell'85 e' morto. Bisogna dire che io mi sono abbastanza abituata a questa situazione tragica anche perche' tutte le famiglie hanno le stesse storie da raccontare perche' provano queste tragedie. Per noi e' diventata abitudine e cio' e' molto triste. La citta' e' abbastanza grande, la popolazione di 90.000 abitanti di cui 14.000 lavorano direttamente nella pomayak (lrtto poumayak). Il fatto che la citta' sia chiusa e' di per se' tremendo. Quando eravamo piccoli e uscivamo dalla citta', papa' e mamma ci dicevano di non dire da dove venivamo altrimenti il KGB li avrebbe portati via e noi non li avremmo piu' rivisti. Da allora molto e' cambiato ma ugualmente non possono venire da me parenti e amici senza essere sottoposti ad una speciale procedura che naturalmente nessuno passa. Sono dirigente inoltre di una organizzazione sociale e non mi e' concesso invitare partner che potrebbero essermi utili per il lavoro. La citta' e' ai primi posti in Russia per consumi di stupefacenti; ci sono testimonianze provanti che la droga viene venduta addirittura sui posti di lavoro. Gli abitanti di Mayak fingono di non vedere tutti questi pericoli, per se' e per i propri figli per non perdere il posto di lavoro. Certamente le citta' chiuse sono un crimine contro l'uomo e contro i diritti dell'uomo.

Queste immagini sono state girate clandestinamente da un operatore russo di Greenpeace, e sono l'unico documento esistente sull'interno di Mayak, dove vivono 90 mila civili.
Gli operai lavorano senza nessuna protezione: questi reattori nucleari sono una scoria radioattiva micidiale, e come vediamo li stanno smontando e maneggiando con un equipaggiamento a dir poco, rudimentale. Questa gente e' destinata a vivere e morire qui.
Lavorano dentro a fabbriche che sono bombe atomiche a tempo, sospese sul resto del mondo.
Occorreranno 240.000 anni perche' decada il potenziale radioattivo del plutonio accumulato in questi depositi, che e' paragonabile a 12.000 bombe sganciate su Hiroshima.

A Mayak e' in costruzione un deposito dove verranno conservate 50 tonnellate di plutonio, estratto dalle testate nucleari russe.
La costruzione del deposito e' finanziata e controllata dagli americani. È un impianto gigantesco di cui non si conosce ne' la data di ultimazione ne' tanto meno quella di entrata in funzione.

(Jablokov): Quando da noi durante la guerra fredda costruivano sommergibili nessuno pensava che prima o poi si sarebbero dovuti smantellare. Lo scopo era solo quello di costruirne il maggior numero possibile.

Decine di sommergibili nucleari stanno li', abbandonati nelle rade segrete dell'Artico e del Pacifico, gia' trasformati in rottami contaminati che non si sa piu' come neutralizzare. Quale puo' essere la soluzione?

(Jablokov): Abbiamo 35 sottomarini a Murmansk dai quali non si puo' togliere il combustibile nucleare per vari problemi tecnici; nelle regioni orientali invece ce ne sono alcuni sulla riva del mare, e fisicamente non possono essere portati via perche' sono troppo arrugginiti e contaminati, per cui bisognerebbe costruire un deposito intorno.

L'accordo internazionale ha previsto la demolizione di 160 sottomarini atomici con capitali americani e norvegesi, poiche' questi due paesi sono i piu' esposti alla contaminazione dell'Artico.
I lavori pero' vanno troppo adagio perche' la burocrazia russa rallenta tutto, e secondo stime attendibili, ogni anno, vengono recuperati i reattori nucleari solamente di due sommergibili: di questo passo ci vorranno quasi 80 anni. A quel punto sara' impossibile perfino avvicinarsi alle lamiere arrugginite e contaminate.

Il 13 agosto, un giorno prima dell'incidente al Kursk, avevo incontrato a S.Pietroburgo l'ex ispettore della flotta di Murmansk, sentite cosa mi ha detto:

(Nikitin 1): "La situazione e' davvero precaria, mancano i pezzi di ricambio, mancano i soldi per la manutenzione, la vita di bordo e' presa alla leggera, il personale non e' addestrato, basta un'avaria o una casualita' e diventa tragedia".

L'ispettore per la sicurezza nucleare, denuncia da anni il pericolo al quale la Russia sottopone il mondo con la sua antiquata flotta militare. I sottomarini atomici giganti di classe Typhoon erano un tempo l'orgoglio della marina sovietica. Ma la recente tragedia del Kursk, affondato nel mare di Barents con i suoi 118 marinai, ha mostrato l'incapacita' di governare queste catastrofi galleggianti.

In seguito a queste denunce Alexander Nikitin ha passato 10 mesi in prigione prima che la Corte Suprema russa lo assolvesse. L'ex comandante riconferma in questa intervista le sue accuse.

(Nikitin): In questo momento ci sono 150 sottomarini con il combustibile radioattivo dentro ai reattori. Questi sottomarini non sono piu' un'arma da guerra, ma una minaccia per il mondo intero.
Per quel che riguarda Mayak... e' il luogo piu' contaminato di tutta la Russia, non si possono portare altre scorie li'!

Una volta estratto il reattore, che costituisce il cuore di un sottomarino atomico, viene messo in un apposito contenitore a prova di radiazioni. Il carico viene poi trasferito su uno speciale vagone ferroviario che lo trasportera' dalle coste del mare di Barents alla citta' chiusa di Mayak.
Il treno compie un viaggio di 4.000 km che attraversa mezza Russia, dall'Artico agli Urali. Non ci sono orari, non ci sono testimoni.Tutto si svolge nel massimo segreto. Il convoglio arrivera' poi proprio qui, percorrendo questi binari tra le betulle e il silenzio della foresta alle porte di Mayak.

DV2B, 2° TIME-CODE; 00:11;10:23 (na danny mamient) In questo momento siamo in attesa del treno per il trasporto di scorie proveniente da Murmansk; dovrebbe passare proprio su questi binari, ma vederlo sara' difficile perche' probabilmente giungera' di notte.

Questi sono i vagoni nei quali vengono trasportati i container. Vengono chiamati spetzvagony, cioe' vagoni speciali.

Il riciclaggio e la riconversione delle scorie radioattive, sono operazioni estremamente costose che i russi non sono in grado di sostenere.
Quello che in realta' avviene e' dunque un crescente accumulo di scorie non trattate, che finiscono poi nei depositi di destinazione finale a Mayak...e a questo punto, tutto e' top secret.

(Forontov) Un modo di trattare le scorie in Russia e' quello di versarle direttamente nelle acque. Negli anni '60, un'estate, durante un periodo di secca il lago Karachaj si e' ritirato parzialmente, lasciando tutto intorno a se' della melma altamente radioattiva che dopo essersi seccata e' stata portata dal vento e dispersa nel raggio di vari chilometri, contaminando cosi' enormi territori.

Il lago Karachai sorge all'interno del complesso militare chiuso di Mayak. Il danno ormai e' fatto, il lago e' morto. Tutto quello che si puo' fare oggi e' calare sul fondo questi blocchi di cemento per evitare che nel periodo di secca il vento risollevi la polvere contaminata di 76 milioni di metri cubi di liquidi versati dal '49 al '52.
Ancora oggi le melme del lago Karachai sono altamente radioattive: rilasciano 600 roentgen, una dose capace di uccidere una persona in un'ora.

(Parla un contadino): Le mucche qui non si potrebbero tenere... e invece guardale la'. Qui crescono i funghi, la frutta... e la gente sa che sono contaminati ma se li mangia lo stesso, cosa deve fare... Una volta qui la gente non poteva viverci, ma adesso non c'e' piu' nessun controllo. Uno deve difendersi da solo.

(Parla Gossman): Qui c'e' la situazione piu' disastrosa del pianeta. Come fai a scappare... Le radiazioni arrivano dall'alto e ci piovono addosso..

A 40 km da Mayak c'e' il villaggio piu' contaminato del pianeta... e' la cittadina di Muslyumovo. Nel fiume Techa entrano gli scarichi nucleari di Mayak e l'acqua e' talmente avvelenata dalle radiazioni che il pesce e' scomparso, gli animali non possono abbeverarsi e non ci si puo' nemmeno avvicinare agli argini. I tecnici avevano chiuso l'accesso al fiume con chilometri di filo spinato. Oggi tutto e' abbandonato e senza protezione. Eppure i pascolo sono verdi, le mucche sono lasciate libere di pascolare e tutto, apparentemente, sembra tornato normale...Ma il pericolo, come hanno dimostrato i nostri strumenti, non e' affatto scomparso. Attraverso le ultime costruzioni di Muslyumovo, abbandonate e cadenti, scendo con un tecnico di Greenpeace, verso il letto del fiume Techa. Con un contatore Geiger, vogliamo verificare il livello di radioattivita' rilasciato dal terreno bagnato dalle acque del fiume.

..tic tic..tac tac..

Il livello massimo di micro-roentgen consentito dalle convenzioni internazionali e' di 0.17. Il nostro rilevatore Geiger supera i 6.00, quaranta volte la soglia di sicurezza...Ripetiamo le misure di quel pericolo invisibile e mortale, i livelli sono sempre piu' alti. Tocchiamo i 6.28...

Gia' negli anni '50, all'epoca della massima contaminazione ambientale provocata dall'industria militare sovietica installata a Mayak, il governo aveva promesso che avrebbe bonificato la zona. Entro 30 anni, dicevano, l'acqua sarebbe stata di nuovo potabile. Non e' avvenuto nulla di tutto questo. L'unica indennita' riconosciuta oggi agli abitanti di Muslyumovo sono 7 dollari a testa mensili. Che non bastano nemmeno a comprare le medicine per combattere la "morte bianca". Questa gente e' poco piu' che analfabeta ma ha imparato bene parole difficili come microcurie, cesio, plutoni, raggi gamma e beta. La radioattivita', hanno imparato, non ha odore ne' gusto, e' invisibile. Eppure uccide.

(Vecchio muslyomovo, fuori) ... non ha senso tutto quello che voi dite o tutto quello che dico io. È tutto inutile.

Questo vecchio e' qui da sempre, ha vissuto tutto il periodo piu' pericoloso e drammatico negli anni della contaminazione radioattiva.

(Vecchio): Ci avevano promesso che avrebbero ripulito tutto entro 30 anni, ma niente. Io ormai ho gia' seppellito tre figli... Di Cernobyl ne parlano tutti, ma di noi nessuno. E qui e' anche peggio.

La terra e' contaminata, ma la gente di Muslyumovo ancora vive di cio' che coltiva nei piccoli orti ricavati dietro le case, patate, cavoli, pomodori. Il canto del muezzin richiama la mia attenzione verso una piccola moschea.

(Muezzin): (nidavna paharanili) Non molto tempo fa abbiamo seppellito ancora altri concittadini. Qui ormai le aspettative di vita sono 40, forse 50 anni, non di piu'.

A Muslyumovo nascono anche tanti bambini. Molti di loro sono sani. Ma sono anche molto superiori alla media i casi di malformazione genetica e di morte prematura.

(Jablokov): Le persone che soffrono per la contaminazione, non necessariamente moriranno... pero' possono trasmettere geni modificati a generazioni future...ecco qual e' il problema.

Una intera generazione e' stata condannata. Lo denuncia la direttrice dell'ospedale di Muslyumovo.

(Dottoressa): Questi sono aborti spontanei avuti in vari stadi della gravidanza. Nei due vasi a destra si vedono due feti di bambini nati morti, mentre in questi altri due qui al centro si possono vedere feti che presentano delle grosse anomalie. Questi sono esempi che ho raccolto non con fini scientifici o statistici, ma solo per studio sui feti e sugli aborti spontanei.

(Gossman): Le vostre scorie tenetevele e riprocessatele a casa vostra! Noi non abbiamo bisogno anche delle vostre radiazioni. Ha idea di cosa voglia dire concentrare tutto il materiale radioattivo del mondo qui a Mayak? Vuol dire trasformare questo posto in una disgrazia per il mondo intero!

Lascio questo posto, e con un po' di cinismo, credo che non valga la pena di estendere la loro disgrazia.

(Jablokov): Da quando c'e' stata la prima estrazione di plutonio, nel 1944, un miliardo e trecento milioni di persone sono morte per cause legate alle radiazioni. La cosa vergognosa e' che da quando sono stati calcolati gli effetti delle radiazioni, le dosi ritenute pericolose sono state abbassate di mille volte! Pensi che il plutonio, per non rappresentare piu' un pericolo, ci vogliono un periodo di 240.000 anni. Cio' significa che ci siamo giocati per sempre alcuni territori, trasformando terre fertili in permanenti terre di nessuno.
A torto o ragione... tutto questo lo abbiamo chiamato progresso!

FINE

La pattumiera nucleare - Aggiornamento del 01/03/2001

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